Confessioni di un NEET
- Autore: Sandro Frizziero
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2018
Il termine confessioni implica una tradizione alta e impegnativa: da San’Agostino e Ippolito Nievo la tradizione letteraria è piena di autori che hanno riempito le loro pagine di spunti di riflessione profondi sull’esistenza. Ci prova ad usare questo termine il professore veneto Sandro Frizziero, classe 1987, biograficamente vicino alla generazione NEET, acronimo inglese che spiega in modo semplice e sintetico l’identità di chi non studia, non ha un lavoro e non lo cerca. Tema sociologico di non poca rilevanza, quello che nel romanzo un po’ umoristico e un po’ drammatico,"Confessioni di un NEET", ci consegna l’autore.
In tempi in cui non si parla che di reddito di cittadinanza e si discute a quale platea concedere questo assegno variabile a seconda delle condizioni di partenza, il protagonista di questo romanzo, un inetto non eroe, assume una rilevanza straordinaria. Si tratta di un ragazzo in età universitaria, barricato nella sua camera da letto foderata di pannelli fonoassorbenti, con il pc sulle gambe, perennemente collegato alla rete, in un appartamento nei pressi di Chioggia, “cloaca maxima dell’intera Padania, punto di depressione cosmico che pure mi diede i natali”, con la sola compagnia di due gatte, mentre il gentilissimo padre e la limitatissima madre sognano per lui un lavoro, una collocazione, un titolo di studio.
Invece il nostro simil Giacomo Leopardi di paese, che sfida il mondo micro borghese dal quale si sente oppresso, individua nell’identificazione con un software che lo liberi per sempre dai vincoli di un’esistenza non scelta e non voluta la propria fuga dalla realtà. Le riflessioni che l’autore ci propone in ogni pagina del libro sono sconsolanti. La famiglia, l’amore, lo studio, il lavoro, le relazioni sociali, l’amicizia, la realtà nel suo fluire quotidiano, tutto è insignificante anzi dannoso per la sua psiche. Il solo motivo di interesse risultano un potente computer, una curatissima pagine Facebook e un altrettanto ricco profilo Instagram.
Lì, nella Rete globale, il ragazzo immagina la propria salvezza e il proprio futuro, nutrito di amicizie virtuali, di centinaia di post in cui ogni giorno manifesta il proprio dissenso, mentre offre alle multinazionali straniere decine di spunti che provengono dai suoi dati sensibili e che lo identificano per gusti, scelte, idee, interessi.
Durissimo da digerire lo scenario che Sandro Frizziero ci consegna in questo romanzo molto originale, pieno di denunce subliminali, di dichiarazioni sorprendenti, di citazioni colte, di prese di posizione certamente condivisibili. Il mondo del consumismo, della banalità eretta a sistema di comunicazione, della piattezza delle aspirazioni, della mancanza di fede in ideali di qualche natura, politica, religiosa, ecologista, filosofica, rendono il personaggio singolare creato dall’autore un tipo che temo incarni un’intera generazione.
E cosa dovrei volere? Un lavoro in un grande ufficio in una graziosa città veneta circondata da campi di radicchio? Una bella Audi con gli interni di pelle? Un’affascinante moglie complessata, dei figli ingrati, una villetta a schiera con tanto di garage per metterci l’Audi che nel frattempo avrei dovuto rottamare? No, non me la sento. Scusate. Vi lascio tutto.
Questa descrizione efficace dei valori a cui aspira una classe sociale piccolo borghese, in un Nord Est del paese operoso, ma poco aperto alle problematiche di una società in continuo e veloce mutamento, fanno da backstage alla protesta solitaria del nostro giovane NEET, chiuso nel suo mondo sempre più lontano da ogni forma di realtà, in attesa della propria definitiva trasformazione, registrata da un messaggio generato automaticamente:
Sono io, sono sempre io. Io convertito in digitale. Sono vivo. Comunico dal mondo che mi sono costruito e che ora abito. P.S. Sto bene mamma. Non preoccuparti. Un bacio.
Fantascienza? Forse. Profezie orwelliane? Può darsi. “Confessioni di un NEET” è un romanzo che ci fa riflettere su una direzione, presa da molti giovani, che fa paura, anche se noi l’abbiamo voluta, costruita, permessa, attraverso modelli sbagliati, una perenne precarietà, la ricerca spasmodica della ricchezza, la perdita di valori non negoziabili, di diritti irrinunciabili, di abbandono di una cultura valida e trasmissibile.
Confessioni di un neet
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