Corpo celeste
- Autore: Anna Maria Ortese
- Genere: Classici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2003
Chi è Anna Maria Ortese?
Anna Maria Ortese, una delle grandi scrittrici del decennio scorso, nasce a Roma nel 1914 e si trasferisce a Napoli nel 1928. I genitori non la lasciano studiare e lei però, tenacemente testarda, impara tutto da sola, legge i romanzi russi, inizia a scrivere le prime noterelle. La famiglia è piagata da lutti, due fratelli morti, lei inizia un vagabondaggio per l’Italia, senza un soldo, in camere d’affitto, stanze scalcinate, tutto pagato dall’amatissima sorella Maria, che ha un regolare lavoro alle poste.
Nessun libro da lei pubblicato ha successo, dal primo "Angelici dolori" del 1937 fino al suo capolavoro "L’iguana", del 1975. La piccola iguana è una serva di una famiglia aristocratica, si veste e parla come se fosse una vera donna e si innamora di un ricco signore che vuole cambiare l’isola in meta turistica. La serva ama i poveri, i deboli, gli ammalati, come la Ortese che sta sempre dalla parte della umanità più derelitta. Le fantasticherie della scrittrice non le impediranno con dei racconti raccolti ne "Il mare non bagna Napoli" di inimicarsi tutta la intellighenzia napoletana, di cui lei parla malissimo, dicendo che non fanno nulla per cambiare il volto misero e assurdo della città di Napoli. Si trasferisce a Rapallo, con la sorella dove sembra vivere in modo un po’ più spensierato.
Corpo celeste
"Corpo Celeste", del 1997, è la summa di tutti i pensieri della scrittrice.
Oggetto del libro sono le persone che perdono l’umanità più profonda, dietro il miraggio dello sviluppo economico ad ogni costo, la crescita dei profitti insensata che è un limite per allontanare il dolore di ognuno di noi (già immorale di per sé). Scrive a proposito Anna Maria Ortese:
«Solo qualche volta mi sento di appartenere alla
specie umana.»
In "Corpo Celeste", la scrittrice sotto forma di intervista analizza l’uomo contemporaneo che è diventato cattivo per colpa del denaro, che ha perso il modo di vedere le cose, l’uomo spezza l’armonia per un presente di bellezza dilapidata, di Denaro, di violenza a scapito della compassione, della condivisione, dell’amore per gli animali, per la bellezza del creato.
Questo passo da "Corpo celeste" fa da riassunto a quello che si è detto:
«Vivere non significa consumare, e il corpo umano non è un luogo di privilegi. Tutto è corpo, e ogni corpo
deve assolvere un dovere, se non vuole essere nullificato: deve avere una finalità, che si manifesta
nell’obbedienza alle grandi leggi del respiro personale, e del respiro di tutti gli altri viventi. E queste leggi, che
sono la solidarietà con tutta la vita vivente, non possono essere trascurate. Noi, oggi, temiamo la guerra e
l’atomica. Ma chi perde ogni giorno il suo respiro e la sua felicità, per consentire alle grandi maggioranze
umane un estremo abuso di respiro e di felicità fondati sulla distruzione planetaria dei muti e dei deboli - che
sono tutte le altre specie -, può forse temere la fine di tutto? Quando la pace e il diritto non saranno solo per
una parte dei viventi, e non vorranno dire solo la felicità e il diritto di una parte, e il consumo spietato di tutto
il resto, solo allora, quando anche la pace del fiume e dell’uccello sarà possibile, saranno possibili, facili come
un sorriso, anche la pace e la vera sicurezza dell’uomo.»
Questa è Anna Maria Ortese.
Corpo celeste
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