Cortocircuito per Alfredo “Fred” Sonetto Agenzia investigativa Sabato
- Autore: Davide Bressanin
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Fred Sonetto, una ne fa, cento si pente di non averne fatte. Tuttavia, tenendo a bada la pigrizia sempre in agguato, non lascia dopo il primo romanzo, anzi raddoppia. Sarebbe più esatto dire che Davide Bressanin ne ha fatta un’altra, ha scritto e pubblicato il secondo titolo della saga del detective più improbabile che c’è, Cortocircuito per Alfredo “Fred” Sonetto Agenzia investigativa Sabato, edito in primavera (aprile 2022, collana I Gialli Damster, 362 pagine), dalla modenese Damster Edizioni, nata da una costola del gruppo Edizioni del Loggione.
Davide Bressanin, comunicatore e creativo genovese, ha messo in moto Alfredo “Fred” nel 2020, con cRimini e lo spinge verso avventure che potremmo definire a rotta di collo, tanto l’azione corre veloce, ben guidata dall’autore su strade di colina e per i caruggi.
A ben leggere, anche l’attore si dà da fare, magari un po’ svogliatamente ma non per questo poco efficacemente, a parte gli imprevisti, non infrequenti. Da quando - e non da poco - hanno inventato le targhe, deve metterci del suo per confondersi sull’auto degli infrattati da pedinare, allo scopo d’immortalare l’amplesso fedifrago. L’urlo della donna bionda sorpresa - l’incarico riguardava una copulatrice clandestina decisamente bruna - e la reazione del partner, un vichingo manesco, gli costano un occhio nero e l’ennesima ferita nell’amor proprio, oltre allo scivolone professionale che rischia di sentirsi rinfacciare a vita.
Perché farsi fuorviare dalla suggestione del classico detective razionale e geniale? Non servono un gran mestiere o chissà quali capacità logiche per fotografare mogli e mariti infedeli. Attività ordinaria, altro che, perfino banale, che però non dispensa chi la pratica dall’affrontare dei rischi. Infatti Fred avvia il suo racconto, sempre in prima persona, nel momento in cui sta per morire, a quanto sostiene - e non ha amato mai tanto la vita, per citare Puccini - mentre al suo capo si direbbe sia andata anche peggio. Guglielmo Sabato, titolare dell’omonima Agenzia, giace cadavere in una posizione innaturale.
Sonetto aggiunge di continuare “a non capirci niente”. Sarà, ma noi ci capiamo ancora meno davanti a questo incipit da gran colpo di scena, una mazzata. Ragione in più per andare a, che dico leggere, divorare questo romanzo giallo mai domo.
Primo tempo. Hai voglia a disprezzare il tuo lavoro occulto da guardone, quando ti fa sbarcare il lunario. Se quell’ometto smagrito e insignificante del signor Giovanni Francia non fosse arrivato in Agenzia a chiedere conto delle corna appioppategli dalla tanto più alta, più giovane e più bella moglie Valeria, il leader Guglielmo, col premuroso fidanzato olandese Jody e tanto più Alfredo, sarebbero ancora più a corto di liquidi e di speranze per il futuro. Il piatto piange e conta poco che sia colpa di Mark Zuckerberg e dei suoi social, se ora tutti ricorrono a Facebook e Instagram per fare qualsiasi cosa, come borbotta Sabato. La situazione economica in cui versano la sigla investigativa genovese e le finanze dell’investigatore di punta è a dir poco disastrosa.
Il suo capo lo chiama Fred, perché fa figo. Lo presenta come il miglior agente della ditta, più che altro l’unico, visto che la Sabato mantiene in organico soltanto un’altra investigatrice, Cinzia, bella, mora, sorridente ex modella e un bodyguard per i servizi da “gorilla”, Lorenzo Candido, grande, grosso, taciturno e inquietante.
Insomma, non prendete sul serio il boss Guglielmo, tanto meno Alfredo. Quello anzi va preso proprio sul ridere, per via dello sprint impresso da Davide Bressanin, quando serve, alla sua narrativa divertente e leggera. Romanzi autoironici, da leggere di gusto, ma pur sempre gialli, con tanto di morti ammazzati.
Un’altra nuova cliente, la signora Annamaria, una brava donna, fragile e decisamente sconsolata, rovescia loro addosso i suoi patemi per la figlia. Per una ventina d’anni non ha creato problemi, a parte le normali bizze da adolescente, ma da un po’ ha cominciato a trascurare l’università, a stare in giro tutta la notte, a passare solo sporadicamente da casa. Veste indumenti sporchi e strappati, non si trucca più, se la fa con un ragazzo, Luca, di quelli che chiedono l’elemosina per strada con i cani randagi. La mamma teme che ci sia di peggio, che quello sia dedito allo spaccio, al traffico di stupefacenti.
Bella e buona la signora, ma chiede apertamente se possono toglierlo di mezzo. Sonetto non è sicuro, ma crede di aver capito che quanto propone la signora non preveda di assassinare il fidanzato della figlia, semmai di ritrovarla e intanto scattare qualche foto allo sciroccato, mentre spaccia, ruba o commette qualche reato, che lo possa far finire al fresco per un tot di anni.
Non è difficile rintracciare il tipo, accertare ch’è davvero un pessimo soggetto e riflettere che liquidarlo sarà un piacere. Sembra tutto facile, ma le cose prendono una brutta piega. Cominciano a spuntare cadaveri e nuovi personaggi interessanti. Buon per i lettori.
In testa a ogni capitolo, la citazione di una canzone della musica pop internazionale anni Novanta, Nirvana, Oasis, U2 eccetera compresi.
Cortocircuito: per Alfredo "Fred" Sonetto, Agenzia Investigativa Sabato (I Gialli Damster Vol. 31)
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