Cos’hai nel sangue
- Autore: Gaia Giovagnoli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2022
Non è semplice parlare dell’esordio letterario di Gaia Giovagnoli, Cos’hai nel sangue, pubblicato da Nottetempo a febbraio del 2022, perché il romanzo scava nel rapporto tra una madre e una figlia, tra una comunità e il suo chiacchiericcio, rovista nel legame tra natura e uomo, s’intrufola tra il sogno, la magia e la realtà, raccoglie pregiudizi e tradizioni vecchi di secoli e lo fa alternando differenti piani temporali, viaggiando senza sosta tra presente, passato e il mondo dei sogni.
Detto così sembra che sia tutto sconclusionato e invece la grande capacità di Gaia Giovagnoli è proprio quella di mettere ordine e gestire con maestria i diversi fili della storia, dipanandoli proprio come fossero una matassa e accompagnando il lettore senza fargli mai perdere il filo della lettura, ma, al contrario, creando equilibrate attese.
Al centro del romanzo c’è la figura principale di Caterina, che in seguito all’arrivo dell’antropologo Spina inizia a indagare sul mondo segreto ed enigmatico della madre malata, la signora Gaggi, scoperchiando i misteri nascosti nel paesino natio di Coragrotta, della sua montagna incantata e malata e della sua stessa nascita.
L’alternarsi di piani temporali che passano dal presente all’onirico, la presentazione di un paese con insolite usanze dove vige il matriarcato e gli uomini sono sciocchi e obbedienti, l’amore e l’odio tra Caterina e la madre con i ripetuti allontanamenti e riavvicinamenti, l’alternarsi di prima e dopo, di presente e sogno, di tradizione e innovazione appaiono come un unico elastico che lega tutti i protagonisti senza alcuna possibilità di svincolarsi perché tutto torna, sempre.
Il romanzo sembra voler urlare come nella vita tutto sia collegato e ciascuno di noi altro non sia che il risultato di chi ci ha preceduti, del bene e del male fatto, dell’amore e dell’odio provati, come se nessuno potesse davvero liberarsi da solo senza che subentrino condizioni tali da modificare i contorni del contesto nel quale si vive.
La contrapposizione tra il male e il bene affiora con costanza nel romanzo laddove la condanna per chi compie del male è netta perché, “solo le persone cattive meritano di essere abbandonate”, secondo l’affermazione della madre, concetto che viene poi confermato dalla stessa Caterina che dichiara “uno rimane da solo se fa del male a chi ha attorno”.
Una sensazione di ineluttabilità pervade la scrittura di Gaia Giovagnoli; qualcosa che pare inchiodare il destino degli uomini nel punto esatto in cui si trovano, come una catena troppo corta per guardare oltre. Eppure, l’autrice fa dire a Caterina:
“Ho pensato a me da piccola e mi sono detta che avrei giocato con la mamma se ci fossimo conosciute da bambine. Eravamo così simili. Anche lei aveva qualcosa fuori posto — una smorfia. Non era bella ma aveva una grazia tutta sua. Prepotente. Coraggiosa.”
Come se il legame tra una madre e una figlia fosse in grado di abbracciare ogni cosa nonostante il dolore ricevuto e a dispetto delle distanze materiali e di come, proprio nella libertà di esprimere questo amore, entrambe possano trovare davvero il proprio spazio.
“Il modo di volermi bene della mamma è stato così simile a una stanza piena di vento. Le porte che sbattono, le finestre spalancate, che franano a terra. Ora me ne rendo conto.”
Cos’hai nel sangue è romanzo coraggioso, crudo, talvolta spietato, con un uso certosino delle parole che sembrano occupare quel posto senza alcuna alternativa e senza bisogno di sinonimo. Gaia Giovagnoli scrive come se stesse dipingendo una tela, creando pennellate di parole intense e belle così come sono, senza per forza dover essere comprese, ma semplicemente ammirate, un po’ come davanti una poesia o un quadro.
Cos’hai nel sangue è romanzo che va letto senza opporre resistenza.
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