Cosa sognano i pesci rossi
- Autore: Marco Venturino
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2005
Pierluigi Tunesi, quarantacinquenne amministratore delegato di una grande multinazionale, ha una moglie che lo ama, una figlia adolescente, degli amici ricchi e potenti nei salotti della Milano bene. Un uomo con una vita brillante e una carriera di successo.
Luca Gaboardi ha quarantacinque anni, un matrimonio fallito alle spalle, non ha figli, pochi amici, qualche storia d’amore senza aspettative e senza futuro, un lavoro che non ama e tanti rimpianti che cerca di annegare in qualche bicchiere di troppo. Due esistenze che corrono su binari paralleli, tra le quali sembra impossibile qualsiasi punto di contatto. Ma non sempre il corso della vita segue la direzione verso cui ognuno di noi cerca faticosamente di indirizzarlo. Così, per un tragico capriccio del destino, Luca e Pierluigi si incontrano nel reparto di Terapia Intensiva di un ospedale milanese dove Luca lavora come anestesista e Pierluigi viene ricoverato dopo una complicazione post-operatoria.
Accanto ai due protagonisti si snodano le vicende del microcosmo ospedaliero, un mondo che brulica di una vita di cui essi sono solo spettatori e mai attori poiché non appartiene fino in fondo a nessuno dei due. Luca, pur disprezzando l’ipocrisia e il clientelismo del suo ambiente di lavoro, non ha il coraggio di opporvisi; Pierluigi, immobile e ormai incapace di parlare, vede la sua dimensione umana sgretolarsi inesorabilmente giorno dopo giorno e non può far altro che osservare qualche raggio di vita che filtra tra le pareti della Terapia Intensiva attraverso le persone che vi lavorano, proprio come un pesce rosso vede il mondo esterno unicamente attraverso il filtro della sua boccia di vetro. Tra lo scorrere inesorabile del tempo, scandito dal suono sempre identico delle macchine che lo tengono in vita, “con una serie di cavi e tubi che lo attaccano all’esistenza come i fili di una orribile marionetta”, Pierluigi riscopre l’importanza di tutto ciò che, con troppa sufficienza, ha sempre considerato ‘normale’, come l’amore che lo lega a sua moglie Clara e a sua figlia Alessandra, anch’esse vittime di un dramma che non possono fermare. Luca, da parte sua, osserva con silenzioso cinismo il ‘teatrino del potere’ inscenato dai suoi superiori e da quei colleghi per i quali la professione medica, lungi dall’essere una missione di vita, rappresenta il trampolino di lancio verso l’universo della notorietà, un mondo dove la parola umanità è sconosciuta e il paziente, con il suo fardello di dolore e sofferenza, è solo un ‘caso clinico’ da esibire durante i congressi. Eppure tra i due uomini si instaura una ragnatela invisibile di complicità che può esprimersi solo attraverso lo sguardo, attraverso quegli occhi in cui Luca osserva impotente l’abisso della paura e l’oscura voragine della morte.
"Cosa sognano i pesci rossi" (Mondadori, 2005) è un libro drammatico e commovente, con pagine piene di pathos in cui Marco Venturino, anestesista presso l’Istituto europeo di oncologia di Milano, riporta all’attenzione del lettore il problema controverso dell’accanimento terapeutico nei malati terminali. Un libro scritto senza alcuna pretesa di giudizio e con tutto il rispetto che si deve a un dolore visto troppe volte negli occhi di chi è condannato a soccombere, sullo sfondo dell’epica battaglia, antica come la storia dell’uomo, tra la vita e la morte.
Cosa sognano i pesci rossi
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Mi sono riconosciuta
come se inciampando in un sasso
invece di sbattere il naso
risentissi l’odore della terra .
Mia figlia Michela è stata in terapia intensiva più di due mesi. Credevo morisse, Non è stato così. Quando può va a trovare gli operatori di quel reparto i quali le dicono che per loro è una gioia vederla e che dà loro la forza di continuare il loro lavoro. Un grazie anche da parte mia Carla
Con questo libro, Venturino, Direttore della divisione di Anestesia e Terapia Intensiva all’Istituto Europeo d Oncologia di Milano, racconta uno spaccato della vita quotidiana di pazienti ed equipe sanitaria, impegnati, in questo caso, nel reparto di terapia intensiva. Nella storia che segue vediamo messi, involontariamente, allo specchio due uomini differente tra loro, ma a allo stesso tempo simili. Li accomuna la crisi. Pierluigi, quarantacinquenne di successo, ora ricoverato in Terapia intensiva e Luca, quarantacinquenne in crisi, primario del reparto di Terapia Intensiva. Troveranno acora qualcosa da dire e dare a se stessi e l’un l’altro. Un libro duro e pietoso, emozionante e potente come un inno alla vita, citando le parole della quarta di copertina. Una sorta di cronaca quotidiana piena di emozioni reali, in primis il dolore, i vizi, le virtù e le stesse emozioni che alimentano le stanze del reparto. Quello di Venturino non è un giudizio, né tanto meno una generalizzazione di quanto accade nei reparti, ma bensì desidera condividere, con chi legge, la sensazione di un essere peculiare e forse estremo che dal di fuori non si verrà mai a conoscenza. si arriva a percepire quasi l’odore, a dir poco fastidioso per i più, del confine tra vita e morte, quell’odore che quotidianamente tentiamo di cancellare appena possibile. Questo odore ci viene messo sotto il naso riga dopo riga con l’augurio finale di non fiutarlo mai da vicino. Un libro consigliato da un amico che a sua volta consiglio a chiunque voglia sapere o annusare il profumo della vita che ci passa tra le mani senza che neppure ce ne accorgiamo