Cose che nessuno sa
- Autore: Alessandro D’Avenia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2011
Dopo aver riempito gli scaffali di tutte le librerie d’Italia, e non solo, con il suo primo romanzo “Bianca come il latte rossa come il sangue”, ritorna il giovane professore palermitano Alessandro D’Avenia con il suo nuovo romanzo “Cose che nessuno sa”, sempre edito dalla Casa editrice Mondadori.
5000 ore, 1000 giorni, 5 anni: sono questi i numeri che un giovane professore di italiano e latino, ancora precario ma innamoratissimo dei libri e dell’insegnamento, presenta ai suoi studenti il primo giorno di liceo. Sono questi i numeri che separano gli studenti dal traguardo del diploma.
Tra gli alunni della nuova classe, c’è anche la protagonista di questo romanzo, Margherita, che, nonostante i suoi quattordici anni, porta con sé già un grande dolore: suo padre ha lasciato la famiglia, comunicandolo semplicemente con un messaggio nella segreteria telefonica del telefono di casa.
Come diceva Giustiniano “nomina sunt consequentia rerum” (Institutiones, libro II, 7, 3), il destino è nel nome e Margherita in latino significa “perla”, glielo ripeteva sempre suo padre: la perla nasce nell’ostrica dalla ferita inflitta da un predatore.
Margherita dovrà lasciarsi alle spalle la stagione dell’infanzia e dovrà aprire il suo cuore e la sua anima al futuro, alla vita reale.
Come Telemaco nell’Odissea, Margherita si metterà alla ricerca del padre. Il cammino non sarà facile, “ci sono cose che nessuno sa”, nonostante la presenza e l’affetto della madre, del fratello e del nuovo amore Giulio.
Ho affrontato la lettura di questo romanzo con la speranza di ritrovare gli stessi sentimenti che il romanzo d’esordio di D’Avenia mi aveva suscitato. Devo dire che le mie aspettative non sono state deluse e che questo libro l’ho letteralmente “bevuto”. Una storia semplice ma che può capitare ad ognuno di noi. Una scrittura chiara e veloce tipica di Alessandro D’Avenia. Un ritorno ai tempi del liceo, che a differenza dell’università, nessuno di noi può dimenticare. Da leggere.
Cose che nessuno sa
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Stupefacente! non avrei mai pensato che questo libro mi avrebbe fatto sorridere e piangere allo stesso tempo, mi ha dato grandi emozioni. E’ proprio vero che il rapporto tra genitori e figli è sempre travagliato, e l’amore dove lo mettiamo? grande veramente grande. Bravo Alessandro.
“Cose che nessuno sa” e l’enigma di crescere, potrei aggiungere. Chi di noi non ha
affrontato l’adolescenza in modo più o meno problematico? Chi, in cuor suo, non ha almeno
una volta detestato quel periodo che è stato cantato dai poeti come il fiore degli anni?
Alessandro D’Avenia ci porta nuovamente a riassaporare quelle sensazioni. Come nel
precedente romanzo,“Bianca come il latte, rossa come il sangue”, rieccoci dietro i banchi
scolastici, al cospetto di professori e interrogazioni e con tutta la voglia di evadere ed andare
lontano. Come il sognare, a distanza di anni, di dover affrontare un’interrogazione difficile,
lasciando al terrore del risveglio il sollievo del mattino.
Il romanzo descrive questo mondo, ma con uno sguardo rivolto in particolare alle
problematiche di una famiglia, alle soglie di una separazione. Il tutto ricondotto nello sguardo
delicato e sensibile, ma non per questo meno coinvolto, di una figlia, un’adolescente, come lo
è Margherita, la quale affronterà la situazione a suo modo, andando alla ricerca del padre che
ha abbandonato la casa, in un viaggio non privo di pericoli, ma che le consentirà di
fronteggiare il dolore, diventando adulta. Un viaggio verso l’ignoto alla ricerca del padre, che
riporta con sé tutta l’incoscienza tipica del periodo adolescenziale, con un richiamo
mitologico a Telemaco alla ricerca di Ulisse.
Attraverso quel mistero verso le tante domande insolute che la vita ci pone (e da cui è tratto il
titolo del romanzo), si snoda la trama dello stesso, con la consapevolezza che la vera bellezza
scaturisca dal dolore, proprio come avviene nella creazione di una perla, esito doloroso di un
effetto di difesa che il mollusco attua contro il predatore.
Un’altra costante presente e consequenziale, se vogliamo, al filone scelto, è la figura del
professore. Un professore che è diverso dai canoni; giovane e sognatore, innovatore e
propositivo, anticonvenzionale, devoto al proprio mestiere e che riesce a far amare per questo
la scuola ai suoi allievi. Colui che tutti avremmo voluto avere o che qualcuno può riconoscere
dai suoi ricordi liceali. Un professore in cui credo possa identificarsi l’autore stesso, a
giudicare da un’analoga passione verso il mondo dell’insegnamento, che traspare nella
scrittura.
Il romanzo riprende uno spaccato di vita che ci comprende, quello della scuola, omaggiando
inoltre quel periodo della vita da ricordare, l’adolescenza, coi suoi pro e contro, e ricordando a
noi tutti che dietro quei banchi ci siamo stati.
Siamo e continueremo ad essere, infatti, studenti della vita.
Maria Grazia Di Dio, 28/12/2012