Cose che non si raccontano
- Autore: Antonella Lattanzi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2023
Mai avrei immaginato di entrare così in connessione con una persona non del mio stesso sesso, di sentire nelle viscere e nel cuore una sensazione nuova e non ridete, come fossi diventata donna per poche ore.
Chi scrive è sempre abbastanza metodico nelle sue letture e bara con la scusa che per capire un libro, un romanzo non deve andare di fretta. Sta di fatto che l’ultimo romanzo di Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi, 2023), l’ho bevuto in fretta.
Non era prevista una pausa. Nemmeno quella solita dove mettiamo un ePub, che dopo centocinquanta pagine ti dice “fai riposare gli occhi”, fermati un momento.
Questo è un romanzo autobiografico, che non può raccontare sul serio tutta la vita reale, non fosse altro perché nella realtà non possiamo anticipare un evento molto doloroso di cui daremo contezza poi quasi alla fine del libro.
La scrittrice non ha bisogno di rispettare la linearità. Questa donna di nome Toni, perché Antonella non le piace, che molto giovane ha voluto abortire due volte perché voleva iniziare a scrivere, a pubblicare, era a caccia di conferme e di voglia di abbandonare la sua città, Bari, per andare dappertutto in giro, in viaggi e in altre città italiane per avere una visuale più aperta, capire meglio le cose, per affittare un appartamento senza l’aiuto dei genitori. E le cose, in effetti, vanno per il verso giusto, anche se ogni tanto Toni pensa che le sconterà vivendo quelle due gravidanze non portate a termine.
Infatti prima dei quarant’anni trovi un compagno che fa il regista e la tua parabola come scrittrice e sceneggiatrice va bene ed è ora di avere anche una famiglia, dei figli, con l’uomo che ami. Anche se è tardi e ci sono problemi e devi assumere farmaci e pilotare la vita sessuale verso determinati giorni, per poi correre in farmacia e capire se alla fine ne sarà valsa la pena. i tentativi vanno spesso a vuoto, quasi sempre a dir la verità.
Lattanzi lo scrive meglio:
Perché, invece di fare sogni felici di madri e figli e abbracci e allattamenti e passeggini, tu facevi incubi in cui perdevi il tuo lavoro...non posso, mi devo muovere, devo poter lavorare. Perché la mattina ti svegliavi e avevi paura? Perché avevi terrore di perdere la tua scrittura? Perché non eri felice?.
Col nuovo compagno, anche se è entrata in quella età che i dottori dicono “difficile”, Toni vuole un’occasione per diventare mamma anche per riscattare quei due aborti. Antonella Lattanzi mette in evidenza una cosa che alcune forze politiche non vogliono capire, ovvero che si rimane orfane di sé stesse, quando decidi di porre fine a una gravidanza. L’aborto è l’ultima scelta e le donne lo sanno che le cicatrici rimangono sottopelle.
Toni comincia a prendere una quantità smisurata di farmaci per essere più fertile, mentre il mondo intorno diventa un luogo disabitato perché la pandemia da Covid-19 ha liberato strade, chiuso negozi, ci sono coprifuochi continui, una guerra al virus casa per casa.
Nel frattempo lei è pronta a ricevere il liquido seminale di Andrea, il compagno e nell’attesa vedono di soppiatto una coppia gay che è riuscita a unirsi civilmente proprio col Covid impazzito. Niente eroismi, i due abitano a due passi da loro.
Due ovuli sembrano resistere, ma niente, poi Toni li perde. In questa fase del libro, e anche più avanti il colore predominante diventa il rosso scuro, come il sangue che esce da Toni, quando torna il mestruo perché non è incinta e poi per la tragedia che la sta attendendo.
Ci riprovano con altri sistemi che prevedono sempre iniezioni sottopelle e un orario rigido che attiene ai rapporti intimi. Sono così stanchi e sfibrati e addolorati che non sempre rispettano le scadenze sessuali: d’altra parte li lascia così insoddisfatti farlo perché un medico ha prescritto che quando ci si trova in "condizioni favorevoli", bisogna fare sesso, che diventa un atto squallido, di cui si vergognano. Infatti ognuno poi decide di lasciare il letto. Spesso è proprio Toni che dorme esausta sulla poltrona, non può fisicamente andare nel letto matrimoniale, se vuole dormire.
Alla fine ci riescono ed è l’unico momento felice del libro. Lei riprende a fare presentazioni del suo ultimo romanzo, Andrea va sul set. Restano entusiasti anche viene comunicato loro che Toni aspetta due gemelli. Il resto non si può svelare, perché sembra quasi che questa coppia debba scontare un peccato fatto verso Dio.
Ci sono pagine così forti, che come ho già scritto: un uomo per sopportare tale "sofferenza" in quelle pagine precise si deve trasformare in donna, se non fa per "finta" questo cambio di sesso molla il libro e non lo riprende più per finirlo.
Lo stile di Antonella Lattanzi è duro, le parole sono pietre, anche nei pochi momenti di serenità. Alla scrittrice riesce bene incastrare le visite ospedaliere, chi accompagna le pazienti in questi ospedali silenziosi, perché siamo nell’ inverno del 2021 quando erano appena iniziate le somministrazioni del vaccino anti-Covid e l’Italia sembrava un inferno in cui Toni doveva passare per forza, tra medici, anestesisti, facendo anche due tamponi al giorno, perché era necessario sapere se le donne in attesa fossero positive al virus.
Un libro intenso e in qualche modo bello, perché alla fine se noi uomini e donne vogliamo tutto, carriera, soldi, figli sani, possibilità di viaggiare, è perché qualcuno ci ha detto che ci meritiamo il nostro “pezzo di felicità”.
Cose che non si raccontano
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