Crash di James G. Ballard

Scritto dal fantascientifico James G. Ballard nel 1973, “Crash” è un libro che torce le budella e fa politica mettendo in guardia dal pericolo del nuovo mondo tecnologico. Un romanzo che non racconta una storia, ma la psicopatologia dell’uomo moderno, incapace di bastare a se stesso, che non riesce a risolversi nell’atavico rapporto con la natura.

Per riconquistare emozioni, per realizzarsi e vivere, i malati personaggi di “Crash” sfiorano e cercano la morte, la studiano voyeuristicamente desiderando incidenti automobilistici. Mutilazioni, lesioni profonde, sangue, cicatrici, umori e urina sono le immagini grottesche che questa microsocietà di psicopatici incoscienti ricerca con ossessione, per trovare motivazione all’esistenza. Lo scienziato televisivo Vaughan è la figura macabra e carismatica che inizia il gioco scellerato della caccia al disastro stradale. Scatta foto ai derelitti e alle carcasse del paesaggio urbano, per nutrire la disfunzione della suo equilibrio. È una devianza che si accresce come virus e intossica senza scampo l’indifeso circolo della sua comunità. Discepolo d’elezione colui che si adatta a narratore: il regista pubblicitario James Ballard. Smascherate le depravazioni di Vaughan ne rimane oscuramente ammaliato e senza porre questioni etiche passa all’emulazione. La soddisfazione è esclusivamente sessuale, non c’è amore, ma solo automartirio e flagellazione.
La violenza pornografica delle scene provoca il disgusto a chi non può accettare l’annichilimento della personalità umana.

La celebrazione dell’irrazionalismo futurista è portato allo stremo: gli incubi che Ballard descrive sono moniti scioccanti sui rischi della civiltà. Il paradiso dell’Eden è ben lontano. La filosofia terrifica che lo scrittore inglese partorisce lascia poco spazio alla speranza. La pulsione alla morte vince sopra ogni attesa intellettuale e spirituale. La fusione con la macchina non crea un ibrido evolutivo, una nuova specie umana, semplicemente attesta con shock la sua volontaria soppressione.