Crepuscolo di un idolo. Smantellare le favole freudiane
- Autore: Michel Onfray
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2013
Ci ho messo un po’ a finirlo: il saggio è consistente, inoltre mi sono imposto di leggerlo senza fretta. Ero curioso di sapere, fra l’altro, degli attrezzi speculativi utilizzati da Michel Onfray per decostruire pezzo a pezzo l’impianto scientifico della psicoanalisi, e quanti morti e feriti avrebbe lasciato stavolta sul campo (delle idee). Già il titolo del libro manifesta la portata polemica - “Crepuscolo di un idolo. Smantellare le favole freudiane” (nella nuova edizione TEA, 2013) - e per quanto mi riguarda già la “Presentazione dell’autore” mi ha messo addosso i brividi come nemmeno il peggiore dei bau-bau scaturigine delle mie paure inconsce (per restare in tema). Leggete di seguito, senza dimenticare - s’il vous plait - che qui si sta scrivendo di Sigmund Freud, mica del professorucolo saltato d’amblè dalla nostra memoria liceale:
“Freud si pretendeva scienziato. Falso: avanzava come un conquistador senza fede né legge, scambiando i propri desideri per realtà. Freud dedusse la propria teoria dalla pratica clinica. Falso: essa procede da un’autobiografia esistenziale che estende perentoriamente il suo tropismo incestuoso all’intera umanità. Freud curava usando la psicoanalisi. Falso: con la cocaina, l’elettroterapia, la balneoterapia, l’ipnosi e l’uso nel 1910 del mostruoso ‘psicoforo’, le sue tecniche terapeutiche erano una corte dei miracoli. Freud riusciva a guarire. Falso: falsificò scientemente i risultati per mascherare i fallimenti del suo dispositivo analitico. Il divano cura non oltre i limiti dell’effetto placebo. Freud era un liberatore della sessualità. Falso: la sua opera legittima l’ideale ascetico, la fallocrazia misogena e l’omofobia (…)”.
In altre parole un filosofo invece che uno scienziato, un affabulatore istrionico-narcisista, ossessionato dal successo piuttosto che lo sperimentatore rigoroso per il quale si spacciava, un abile “stregone postmoderno”: questo in pillole sarebbe Freud secondo Onfray. Peraltro abilissimo nell’attingere (senza mai ammetterlo) da pensatori passati e presenti e farne “remake” psicoanalitici a suo uso e consumo. E se non vi fidate delle mie parole provate a scorrere la "lista nera" degli antesignani sui quali poggerebbero alcuni must psicanalitici tramandati alla storia come originali.
Il campo è limitato alla sola filosofia antica, elenco completo a pagina 55:
“Empedocle e la sua teoria della coppia amore/odio & pulsione di vita/pulsione di morte (…), la base ontologica del ‘conosci te stesso’ socratico & la necessità dell’introspezione e dell’autoanalisi nella costruzione del sé; numerosi punti di contatto, nonostante i dinieghi, tra ‘La chiave dei sogni’ di Artemidoro & il metodo simbolico dell’Interpretazione dei sogni; la tecnica di Antifonte di Atene che curava patologie facendo parlare la gente (…) & il famoso dispositivo analitico del trattamento attraverso la parola a pagamento (…)”.
Tutto parrebbe concorrere, insomma, alla veridicità della tesi di partenza di questo "Crepuscolo di un idolo": l’impalcatura mistificatoria sulla quale Freud ha congegnato la teoria “scientifica” dell’inconscio (& derivati psicoanalitici vari) è, invece, mera appendice della psicologia, con ulteriori ed evidenti debiti nei confronti dell’autobiografismo psicopatologico, della letteratura e della filosofia.
Senza temere il faccia a faccia con i testi e i carteggi freudiani, Michel Onfray fa con il padre istitutore del Verbo Psicanalitico ciò che aveva fatto con le religioni nel sacrosanto “Trattato di ateologia”: ne smaschera e ne rivela, cioè, le contraddizioni, consegnandoci un testo tanto coraggioso quanto controcorrente e imprescindibile, non fosse altro per la capacità con cui riesce a guardare oltre il Mito (Freud) e la sua Chiesa (la Psicoanalisi). Sono quasi cinquecento pagine (al prezzo abbordabilissimo di 11 euro) ma si leggono con reiterato e autentico interesse. Chapeau.
Crepuscolo di un idolo. Smantellare le favole freudiane
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