Cronofagia e media. La gestione e il consumo del tempo fra cinema, arti visive, tv e web
- Autore: Vincenzo Estremo, Federico Giordano e Maria Teresa Soldani
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Il distopico si attesta come genere realizzato: da un lato la vetrinizzazione dell’essere umano, dall’altro la capillare informatizzazione dei dati con l’obiettivo del controllo digitale della persona. Davanti e dentro gli schermi sopravviviamo come progenie reificata di un perenne Truman show (Peter Weir, 1998). Come moltitudine mediatizzata dalla culla alla tomba, mercificata da un capitalismo cognitivo che trasfigura il binomio essere e tempo (Martin Heidegger) nel binomio unico di essere a tempo, un tempo condizionato dalla videocrazia. La nuova carne cronemberghiana - cioè la carne ibridata col virtuale televisivo (David Cronemberg, Videodrome, 1983) - è alienata, esponenzialmente alla pervasività di rappresentazioni quali immagini pubblicitarie, cartellonistica stradale, videogiochi, piattaforme streaming e youtube, che incidono su tempo (per sottrazione) e risorse intellettive. L’obiettivo perseguito del neoliberismo digitale: colonizzare il nostro tempo di vita attraverso la conquista della nostra attenzione, spingendo le nostre risorse attenzionali verso i loro confini fisiologici (Tiziano Bonini). Per esempio, dormire sempre meno per guardare e quindi consumare sempre di più. La bulimia temporale è tipica di ogni medium, a maggior ragione dei media digitali, data la diffusione e la fruizione alla portata di tutti. Negli Stati Uniti d’America l’utente-tipo trascorre ogni giorno davanti al televisore domestico 4 ore e 42 minuti. Nel mondo più di un miliardo di persone fruisce quotidianamente dei video di youtube e nel 2022 gli utenti Netflix hanno raggiunto la cifra ragguardevole di 250 milioni. Numeri da capogiro che servono a restituire i connotati di un’umanità ipnotizzata: la dipendenza protesica dagli smartphone (smart video più che telefoni) ne simboleggia la comprova.
Si intitola Cronofagia e media. La gestione e il consumo del tempo fra cinema, arti visive, tv e web (Meltemi 2024) il saggio di tenore apocalittico curato da Vincenzo Estremo, Federico Giordano e Maria Teresa Soldani, che raccoglie dieci analisi accademiche sull’argomento, esplicitate da un sottotitolo che lascia pochi dubbi sulla trasversalità dell’indagine.
Si è trattato, del resto, di un’invasione ad ampio raggio e di un’ascesa rapidissima: l’accelerazione tecnico-scientifica ha alterato tempo e spazi della medializzazione e a logica dell’entertainment propagandata dai media digitali ha consentito il tracimare della società dello spettacolo (Guy Debord) nel quotidiano (schermi urbani, gamification, digital projection art ecc.), ipertrofizzando la fruizione mediale attraverso piattaforme sempre accessibili.
L’aspetto che sfugge giocoforza ai vetero-prigionieri di una caverna platonica estesa all’interno pianeta è che artefice del mutamento è un turbo-capitalismo mimetico, subdolo, pervasivo e pericoloso, in quanto in gara persino coi tempi biofisici dell’umanità.
Come i primi lavoratori all’alba del capitalismo, biasimiamo tendenzialmente per prime le macchine più vicine, più tangibili, e più manifestamente colpevoli di sottrarci il tempo che dedichiamo a loro. I cronofagi prendono, innanzitutto, la forma degli oggetti dai quali dipendiamo: il cellulare o lo smartphone, il computer o il tablet, la televisione, la macchina fotografica, la telecamera. Ma nuovi prodotti ne confondono le funzioni, come se, nell’economia futura, il servizio fosse soltanto il pretesto per stabilire ed estendere il rapporto fondamentale tra le nuove imprese e i consumatori: il togliere tempo, dove tempo va inteso come un lavoro perpetuo e a pagamento dell’immaginazione. Dietro l’oggetto cronofago, di cui misuriamo l’influenza sul nostro tempo, si nasconde il marchio cronofago, a cui sacrifichiamo il nostro tempo senza contarlo.
Dopo una lunga introduzione e una prima parte concentrata su teoria e prassi della cronofagia mediatica (La cronofagia dei media oggi: teoria e metodi), la seconda parte del volume (Strategie della cronofagia: cinema, serie, piattaforme e videogioco) ibrida il discorso politico con l’analisi specifica delle espressioni mediatiche attraverso le quali si declina: automatizzazione del lavoro, capitalismo cognitivo, vetrinizzazione della vita online, dipendenza televisiva, sorveglianza, controllo sociale, discriminazione algoritmica, economia dell’attenzione e predazione del tempo libero.
Alla società controllata a vista della distopia orwelliana si sono aggiunte le attuali società alienate dalla commistione fra il tempo del lavoro e il tempo della vita (Sortie de susine, Metropolis, Fantozzi). Quest’ultimo fattosi sempre più esiguo, finiamo con l’essere assediati da media sarcofagi, cassa di risonanza del consumo di merci e de profundis corale dell’umanità. Il saggio è di caratura basica, da prendere alla lettera, parola per parola.
Cronofagia e media. La gestione e il consumo del tempo fra cinema, arti visive, TV e web
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