Cuore primitivo
- Autore: Andrea De Carlo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2014
A Canciale, un paesino posto tra il mare e l’Appennino ligure, si svolgono le vicende di “Cuore primitivo”, l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo.
E’ la storia di Craig Nolan, famoso antropologo inglese, e di Mara Abbiati, scultrice il cui soggetto sono i gatti, anzi le gatte lavorate in pietra. Attraverso la tecnica del flashback il lettore rivive l’intensità dei loro primi momenti d’amore e di passione, sentimenti oramai consolidati ma anche un po’ mutati perché la coppia è sposata da ben sette anni e solitamente risiede in Inghilterra. Il ritorno a Canciale, dove è nato il loro amore, è, però, per i protagonisti, un obbligo e un piacere al contempo. Là, in estate, dopo un’intensa pioggia, Craig, non più magro e aitante come anni prima, si avventura sul tetto che mostra notevoli cedimenti ma cade provocando a sé e alla struttura ulteriori danni che vanno subito riparati anche perché la casa non può rimanere in quelle condizioni e marito e moglie, a parte il periodo di convalescenza per il famoso antropologo, devono presto far ritorno a Cambridge.
Terzo incomodo nella vita della coppia è Ivo Zanovelli, colui che si offre di riparare il tetto in tempi brevi, a prezzo stracciato ma con dettagli di pagamento un po’ fuori dalla regolarità.
La coppia reagisce ai nuovi lavori al tetto della casa in maniera diversa. Mara si adegua al rumore fatto dagli slavi, gli operai facenti parte del gruppo diretto da Ivo, mentre Craig, infastidito dal continuo viavai, si fa astioso e irritabile.
Craig e Ivo: due uomini diametralmente opposti: il primo preciso, dotato di estrema capacità di analisi, viaggiatore e conoscitore del mondo anche in luoghi reconditi ma solo con mezzi pubblici perché non in possesso della patente, quindi profondo ma poco pragmatico, l’altro a suo agio in moto, a pieno contatto di manubrio, marce e freni per andare, correre. Alla passione per la libertà Ivo unisce un grande senso pratico ed umano che gli permette di controllare, giorno per giorno, i lavori fatti da quegli uomini stranieri dal carattere, talvolta, poco comprensibile, a volte amici ma presto pronti a divenir rissosi. In mezzo a tutti c’è Mara che ama scolpire nel tufo e non nel marmo coma fanno invece solitamente gli artisti importanti, che veste in maniera un po’ troppo sportiva ma ha una presenza più che gradevole, a tratti sensuale, e ad ogni suo gatto dà un aspetto particolare, spesso selvaggio e quasi vivo.
In breve il tetto viene riparato e, nel frattempo, le vicende dei tre protagonisti s’intrecciano. Ognuno svela un po’ di quel lato primitivo che porta in sé e che Craig Nolan, quale antropologo descrive minuziosamente nel suo ultimo libro , “Cuore primitivo” appunto. Craig stesso non si rivela così algido come di solito viene descritto un uomo del Nord ma gestisce le proprie passioni in modo diverso dagli altri due protagonisti. Il finale riserba alcuni colpi di scena anche se da un tipo come Ivo, un po’ fuori dagli schemi e anche dalla legge, qualcosa ci si aspettava.
De Carlo opta per una conclusione a metà fra il romanzo rosa e una svolta che molti lettori potrebbero considerare impossibile. Non sta solo nel finale, però, il significato del romanzo bensì nell’intero dipanarsi degli eventi. La storia, in sé e per sé, è semplice ma narrata con la capacità di uno scrittore come Andrea De Carlo che alterna registri diversi passando dal linguaggio scientifico – psicologico di Craig agli intensi sguardi e gesti di Mara fino ai dialoghi ridotti all’essenziale, non ricercati, linguisticamente fin troppo semplici di Ivo che sono la rappresentazione scritta dei protagonisti nel loro intimo.
Craig Nolan, quando affronta la tematica del “Cuore primitivo” nel proprio libro, non sbaglia affermando che il suo pulsare supera limiti di tempo e di spazio. E’ ciò che avviene anche nel romanzo ove il cedimento di un tetto è la metafora della storia di una coppia.
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Un intreccio perfetto e armonioso di quotidianità, di imprevisti, di sogni, di desideri inespressi ma così potenti da permettere quel cambiamento esistenziale che nella sua irruenza si trasforma nella scelta più istintiva, appunto quella di un " cuore primitivo".
Nelle pagine di De Carlo si snoda la vita di coppia, con i suoi colori, le sue tensioni, le profonde incoerenze e i tanti compromessi. Respiriamo con Mara quella libertà che la solleva così selvaggiamente dai troppi pensieri. Quei pensieri che invece sono parte di Craig e ne costituiscono l’anima rendendolo terribilmente astratto e distaccato.
L’istintività di Ivo sembra colmare il vuoto che ormai c’è fra i due e riesce a delinearsi con tratti quasi rozzi fino a raggiungere una tenerezza disarmante.
Tutto si sfracella per poi trovare una rinnovata dimensione. Profonda e vera.