Dall’ombra alla luce di Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi non parla d’arte, produce arte; non cura un trattato artistico ma pura poesia; non scrive, commuove; in quasi 600 pagine non ci annoia mai, ci appassiona; non analizza le opere, da loro nuova vita. E in questo Vittorio Sgarbi è un genio, un maestro, nessuno può dire niente. Questo è lo Sgarbi che vorremo sentire, il critico non il politico, il poeta non l’attaccabrighe.

Per fortuna, anno dopo anno, ci delizia con una nuove opere letteraria di grande valore artistico,cartaceo, critico e contenutistico. Siamo arrivati al capitolo IV della collana Il tesoro d’Italia che, iniziata nel novembre 2013, analizza la riproduzione artistica italiana dalle origini a Tiepolo (fino ad ora ma, data la fortuna dell’opera, la prospettiva è quella di far continuare le pubblicazioni ancora a lungo e, magari, perché no, arrivare fino ai giorni nostri).
Questo volume, il primo pubblicato dalla nuova casa editrice La nave di Teseo si caratterizza subito per la ricercatezza della carta e per l’ottima qualità delle immagini (nonché per le foto dei particolari e dei dipinti presi in questione) e porta come sottotitolo “Da Caravaggio a Tiepolo” appunto, “Dall’ombra alla luce”.
Tanti gli artisti presi in questione, non tra i più importanti e conosciuti anzi, spesso perfetti sconosciuti le cui opere però possono essere considerate al pari di quelle di Caravaggio o di Rubens; tra essi Rosa da Tivoli (le sue capre sono meravigliose), Orazio Gentileschi, Artemisia Gentileschi e poi ancora Caroselli, Gherardo delle Notti, Lorenzo Lotto, Sassoferrato, Cagnacci, Franceschini, Simon Vouet...

Fantastica l’introduzione di Paolo Di Paolo

“Credevo di sapere cos’è l’Italia: non lo sapevo abbastanza. È stato come risvegliarsi davanti alla sua natura di scrigno contenente infiniti scrigni, davanti auguri in esauribilità e prodigiosa dotazione di bellezza”.

Lasciatevi dunque trasportare dalla magia incontaminata di questo volume.