Dammi mille baci
- Autore: Eva Cantarella
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Tutti a scuola abbiamo studiato il famoso carme di Catullo sui baci e abbiamo pensato che a Roma fosse un sentimento puramente romantico e soprattutto privo di implicazioni sociali. Non è così.
A Roma c’erano regole rigorose sull’amore e il matrimonio, sulla condizione della donna e dei giovani. Cominciamo con il dire che tutto era calato in una dimensione molto patriarcale. Era il pater familias, il maschio più anziano che decideva della sorte dei maschi minorenni e delle donne della famiglia. Una matrona libera come la Lesbia di Catullo era un’eccezione ed era moralmente riprovata.
In "Dammi mille baci" di Eva Cantarella si racconta del matrimonio che avveniva in età adolescenziale per le donne ed era combinato dalla famiglia. Le donne andate spose non avevano alcuna libertà e nessuna possibilità di divorziare contrariamente a quanto si pensa mentre il marito poteva ripudiare la moglie semplicemente con le parole "Prendi la tua roba e vattene".
L’adulterio era un crimine passibile con la morte sia per la donna che per l’amante.
Ma neanche gli uomini erano del tutto liberi.
Prima del matrimonio potevano avere rapporti solo con schiave, prostitute o attrici, in seguito era proibita la presenza di una concubina libera (almeno formalmente).
Una cosa che stupirà chi pensa a una tolleranza degli antichi riguardo l’omosessualità è il fatto che essa a Roma, a differenza della Grecia, era consentita solo con gli schiavi o con gli attori (uomini considerati effeminati), ma mai tra cittadini romani. Soprattutto era considerata uno spregio nei confronti dei nemici che la subivano come dimostrazione della superiore virilità dei Romani.
Nell’opera segue una seconda parte in cui vengono riportate storie d’amore, come quella tra Enea e Didone, in cui l’uomo romano viene esaltato come destinato alla gloria e non all’amore oppure la punizione della vestale Oppia, che era stata condannata per aver violato il voto di castità. Dagli esempi emerge una morale prettamente patriarcale e maschilista in cui le donne sono presenti come passive compagne del marito o vedove inconsolabili.
Il Cristianesimo non permette più all’uomo di ripudiare la moglie, ma ribadisce la sottomissione femminile al marito e considera la più alta virtù femminile la purezza sessuale.
L’autrice alla fine ci dice che questo modo di pensare ha influenzato la morale mediterranea fino a tempi recenti e non è del tutto morta.
Libro piacevole, ben scritto e documentato, è una lettura per conoscere una realtà su cui abbiamo sempre avuto troppi pregiudizi.
Dammi mille baci
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