Dammi tutto quello che hai
- Autore: James Lasdun
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2014
James Lasdun, professore di scrittura creativa in un college americano, racconta in “Dammi tutto ciò che hai” (Bompiani, 2014), la destabilizzante esperienza accaduta proprio a lui, divenuto oggetto delle attenzioni morbose e ossessive di un’ex alunna. E’ purtroppo una storia vera, accaduta, in gran parte, via mail, così intensa e così forte da turbare sia l’autore che chi legge.
James Lasdun, insegnante anglo-americano ebreo, marito e padre felice, tiene, nel 2003, un seminario per scrittori: tra gli studenti c’è anche Nasreen (nome che l’autore sceglie per non rivelare l’identità della donna), una trentenne all’apparenza riservata che risente molto del suo passato a Teheran, argomento riguardo al quale si cimenta nello scrivere. Nasreen cattura l’attenzione del suo insegnante per le doti creative e la buona qualità dei suoi scritti che potrebbero risultare degni, almeno in futuro, di una qualche pubblicazione. Il suo atteggiamento e la sua figura al corso sono normali, anzi piuttosto seri. Capelli scuri, viso dai lineamenti fini, carnagione olivastra e un semplice abbigliamento fatto di jeans e di giacche dal taglio un po’ femminile o un po’ militare costituiscono l’aspetto con cui la giovane donna si presenta e ciò la rende una studentessa come tante, forse un po’ più matura per età. Dopo il diploma il professore pensa che non la rivedrà più e questo si verifica per due anni.
Nel 2005 Nasreen si fa nuovamente viva inviando a Lasdun una mail per chiedergli di leggere la bozza del suo romanzo ormai terminato. James non dà particolarmente peso al messaggio e indirizza Nasreen verso il suo agente, Janice Schwartz, che avrebbe potuto interessarsi a quel lavoro. Da qui ha inizio una corrispondenza cordiale anche se già i primi messaggi rivelano nella giovane una vivacità mai notata al corso. Dapprima le risposte di Lasdun sono gentili.
“Nella vita regolata che faccio – vicino a Wooodstock , New York, ma in campagna - non mi capita spesso di incontrare gente nuova e ancor meno gente con la quale ho qualcosa in comune che potrebbe svilupparsi in una vera amicizia”.
E’ questo ciò che il professore immagina di trovare: uno scambio interpersonale di conoscenze e opinioni. Le mail continuano e Lasdun fa presto ad accorgersi che, in realtà, Nasreen lo sta apertamente corteggiando. Dopo aver presentato a Janice il proprio manoscritto, Nasreen continua ad inviare all’ex-insegnante messaggi cui allega foto con espressioni e atteggiamenti inquietanti.
Da qui in poi ha luogo un vorticoso susseguirsi di mail cui, inizialmente, il professore in breve risponde ma che poi inizia a cestinare perché il loro tono cambia radicalmente. Sono un’infinita quantità di missive a carattere prima seduttivo, poi erotico ma, al contempo, anche antisemita. Lasdun, per non peggiorare la situazione, risponde in maniera garbata ma ciò sembra irritare la donna ancor di più. Gli scritti assumono un tono di minaccia e cominciano ad essere coinvolte in tutto ciò anche le persone che collaborano con il docente così come amici e familiari. Quel che colpisce positivamente è l’atteggiamento di estrema fiducia della moglie: la coppia è il perfetto connubio di un uomo e una donna molto simili, garbati, educati, equilibrati nonostante la continua esasperazione. Ormai si è giunti a quello che viene definito “cyberbullismo” fatto di vero terrorismo verbale attraverso il web. La violenza di Nasreen non si arresta. Lasdun chiede anche l’aiuto dell’FBI ma il caso non è considerato importante poiché egli non riceve minacce di morte.
Tutto è narrato nel libro suddiviso in quattro parti in alcune delle quali il professore lascia spazio a riflessioni letterarie così come a quelle sui sistemi di comunicazione.
“Con Internet il negoziato con la realtà ha cominciato ad abbandonare l’area del fatto verificabile per tornare al pettegolezzo e alle cose sentite dire ... C’è ancora un io privato ma, per chiunque debba interagire con il mondo, c’è questa nuova strana proiezione di sé ed è sempre più attraverso questa proiezione che gli altri ti conoscono e ti giudicano”.
Questo è un capitolo che fa molto riflettere: internet, quella rete a cui la maggioranza della popolazione della Terra accede, è utilissima ma altrettanto pericolosa. L’uso di Internet può rivelarsi come un’arma a doppio taglio perché attraverso il web si possono ampliare le conoscenze e stringere amicizie ma si può venire anche a contatto di persone quali Nasreen che, purtroppo, sono borderline o psicologicamente disturbate e quindi recano a volte danno a chi mantiene rapporti con loro e in realtà le conosce solo virtualmente. E’ ciò che avviene anche al professore che viene offeso e calunniato dalla donna su Wikipedia, Amazon, The Guardian e cerca, quindi, nella letteratura e nel credo religioso, una risposta. Vola perciò in Israele e viene a contatto con quella cultura cui era più vicino suo padre e che egli, in parte, ha abbandonato.
Non riesce a far completamente chiarezza ma comincia, da solo, a trovare qualche soluzione. Si servirà della stessa tecnologia usata dalla donna ma anche dell’arma che egli sa meglio usare: la scrittura. Da tutto ciò nasce questo libro–denuncia che coinvolge il lettore perché ben scritto e purtroppo, in alcuni casi, tristemente vicino alla realtà.
Dammi tutto quello che hai
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