Il 2021 è l’anno in cui ricorre il VII centenario dalla morte di Dante Alighieri o Alighiero, battezzato come Durante di Alighiero degli Alighieri e noto con il solo nome Dante, nato tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265 a Firenze e morto a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321.
Oggi, 25 marzo, è il “Dantedì”, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita lo scorso anno dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, il quale, presentando le iniziative dedicate a Dante, ha dichiarato:
“È un anno particolare. Speravamo di essere usciti dalla pandemia, invece la stiamo ancora attraversando. Anche su questo Dante ci aiuta. A sentirci una comunità nazionale con una forte identità, a sentirci uniti. Inoltre, ci insegna ad aver fiducia. Teniamo a mente l’ultimo verso dell’Inferno… che ci sia da monito e da speranza: ‘uscimmo a riveder le stelle’. Credo che tutti siamo in attesa di poter ‘riveder le stelle’, ascoltare musica, tornare nei teatri e nei cinema, non appena sarà possibile farlo insieme”.
Sarà quindi un Dantedì speciale quello odierno, che vedrà un evento simbolico, la lettura di Roberto Benigni di un canto della Divina Commedia al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che verrà trasmesso in diretta alle 19.15 su Rai1.
Dante nostro padre di Marcello Veneziani
Quale migliore occasione di questa per leggere Dante, nostro padre. Il pensatore visionario che fondò l’Italia (Vallecchi 2020, pp. 219) di Marcello Veneziani, antologia critica delle pagine in prosa di Dante, che racchiudono la concezione del mondo del Sommo Poeta e svelano il suo pensiero su temi a lui cari come l’amore, la patria, la sapienza, la lingua e la politica.
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Per la prima volta in un solo volume vengono raccolte le pagine di Dante Alighieri, scelte dalla Vita Nova (Donne ch’avete intelletto d’amore), la prima opera di Dante dedicata all’Amore, che si compone di prose e canzoni; dal Convivio, opera matura di Dante esiliato che edifica il suo monumento di sapienza su cui fonda la sua missione di poeta e visionario; dal De Vulgari Eloquentia, atto d’amore nei confronti dell’Italia e della madrelingua; da Monarchia, la grande opera politica di Dante; dalle Epistole — dell’epistolario di Dante sono giunte a noi tredici lettere scritte in latino, in larga parte percorse dal sentimento di un esule che ama Firenze e inveisce contro i fiorentini, ma non risparmia neanche la Chiesa, nutrendo nostalgia non solo della città natia, ma dell’Italia finalmente unita in un solo regno; Questio de situ et forma aqua et terre.
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Pagine immortali, scelte da Marcello Veneziani, già autore di saggi di filosofia, cultura politica e storia delle idee, il quale nel 2018 ha ricevuto il Premio “Pax Dantis”, fanno comprendere che Dante è non solo il padre della lingua italiana, ma soprattutto “nostro padre”, perché ci aiuta a sentirci una comunità nazionale con una forte identità soprattutto in questi mesi duri, ormai un anno che stiamo attraversando, fiduciosi, certi di tornare alla fine “a riveder le stelle”.
Nell’ampio ed esaustivo saggio introduttivo, l’autore ricostruisce l’opera e la personalità di Dante, animato da vis polemica e visionaria, ponendo l’accento sulla sua concezione teologica, profetica, filosofica e politica. Dante, Sommo Poeta, profeta del futuro e dell’Italia risorgimentale, critico del tempo in cui visse, che vedeva come la corruzione dello spirito medievale. Dante pensatore celeste, fondatore d’Italia, profeta, filosofo, teologo politico, esule, lo scrittore e il testimone originario dell’Italia nostra, ma soprattutto è il nostro princeps, l’apice solitario in cui si incrocia il mondo classico, l’Imperium romano, il pensiero antico, la cristianità. È il ponte tra l’antichità e la posterità, ma anche tra l’umano e il divino, tra il sacro e la storia. Autentico pontifex, facitore di ponti, come si diceva nell’antica Roma e poi nella tradizione cattolica, ma al tempo stesso è il precursore tradito, disatteso, inascoltato.
“Il maestro che non ebbe discepoli”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dantedì: leggere “Dante, nostro padre” di Marcello Veneziani
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