Dario Fo è una delle personalità più autorevoli ed eclettiche del Secondo Novecento: attore, scrittore, autore, giullare e uomo di teatro, nonché Premio Nobel per la Letteratura nel 1997.
Dario Fo è morto il 13 ottobre 2016, all’età di 90 anni ed è uno dei possibili autori per le tracce della prima prova della Maturità 2017 proprio a causa della sua recente scomparsa.
A prescindere da questo aspetto, è interessante conoscere la biografia e le opere di questo autore, uno degli artisti più grandi del ’900 italiano, che insieme alla moglie Franca Rame ha scritto e messo in scena spettacoli teatrali che affrontavano in modo satirico e lucido i principali eventi di attualità.
Un’opera teatrale immensa, la sua, che ha influenzato e cambiato i canoni del teatro dell’epoca, influenzando anche la drammaturgia contemporanea, attraverso lo studio e la riscoperta della tradizione teatrale del passato. Vediamo la sua vita e le opere più importanti.
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Dario Fo: biografia ed opere
Dario Fo è nato a Sangiano (provincia di Varese) il 24 marzo 1926 in una famiglia tradizionalmente antifascista: il padre è un ferroviere, mentre la madre è una contadina.
Quando è molto giovane si trasferisce a Milano dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Brera, per poi iscriversi alla facoltà di Architettura del Politecnico, ma che decide di lasciare senza conseguire la laurea.
Nei primi anni della sua attività teatrale, Fo adotta la tecnica dell’improvvisazione, inventando sul momento storie che racconta in chiave satirica.
Nel 1952 comincia a collaborare per la Rai, scrivendo e recitando testi per la trasmissione radiofonica del Poer nano. I monologhi realizzati in questa occasione verranno poi portati in scena al Teatro Odeon di Milano.
Nel 1953, dalla collaborazione con Franco Parenti e Giustino Durano, due importante personalità del teatro italiano, nasce Il dito nell’occhio, spettacolo di satira politica e sociale.
Nel 1954, sempre la Rai, scrive Sani da legare, uno testo che parla delle abitudini quotidiane degli italiani e che viene censurato pesantemente. Proprio a causa delle censure imposte, Dario Fo decide di interrompere la collaborazione.
Nel 1959 crea insieme alla moglie una compagnia teatrale che porta il suo nome, subendo anche in questo caso molte censure dalle istituzioni. Scrive Canzonissima per la televisione, ma poi decide di tornare al teatro con la compagnia Nuova Scena, la cui attività teatrale si propone di creare un teatro innovativo, ma che rimanga popolare.
All’inizio degli anni ’70 (1969-1970) porta in scena quella che è la sua opera più famosa: Mistero Buffo, in cui porta avanti il tema della ricerca delle radici della cultura popolare ed inventa il cosiddetto Grammelot, una lingua che mette insieme dialetto padano, neologismi (nuovi termini) e linguaggio medioevale e antico.
Questo nuovo linguaggio è fortemente espressivo, integrato con la gestualità e la mimica di Fo, tanto che lo porta anche all’estero, senza che questo perda d’impatto.
Nel 1969 fonda il Collettivo Teatrale la Comune e mette in scena Morte accidentale di un anarchico, che scrive dopo la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.
Nel 1977 torna in TV con interventi sempre molto provocatori e satirici sulla realtà italiana e i temi di attualità più importanti.
Nel 1997 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura che suscita polemiche (come è avvenuto recentemente con Bob Dylan) sul fatto che Fo possa essere effettivamente ritenuto un letterato o uno scrittore.
Negli anni successivi continua a scrivere spettacoli e ad impegnarsi in battaglie politiche e sociali, tra cui quella in favore di Adriano Sofri - un militante di Lotta Continua dalla vicenda giudiziaria molto discussa che lo portò ad essere incarcerato e condannato a 22 anni insieme a Bompressi e Pietrostefani, nonostante l’assenza di prove sulla sua colpevolezza - e sulla cui vicenda scrisse anche uno spettacolo teatrale dal titolo Marino libero, Marino innocente.
Dopo essersi avvicinato alle posizioni del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ed aver sostenuto la sua attività politica, muore il 13 ottobre 2016, all’età di 90 anni.
Dario Fo: il Premio Nobel e le opere più importanti
Come abbiamo detto, nel 1997 Dario Fo riceve il Premio Nobel per la Letteratura, conferito dall’Accademia di Svezia “perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
L’attore decide di sfruttare la cerimonia per portare avanti un’altra battaglia sociale, diventando volto della campagna lanciata dal Comitato Scientifico Antivivisezionista contro la Direttiva sulla brevettazione di organismi viventi proposta dal Parlamento europeo.
Come abbiamo anticipato, la sua opera più importante è il Mistero Buffo, uno spettacolo capace di adottare un linguaggio universale (il Grammelot) nonostante fosse un misto di dialetti e lingue arcaiche italiane.
Non va dimenticato, poi, Morte accidentale di un anarchico in cui Fo ripercorre la storia di Giuseppe Pinelli, l’anarchico volato giù da una finestra del quarto piano del Commissariato di Polizia durante un interrogatorio e di cui non sono ancora chiare le motivazioni del gesto.
Negli anni di Piombo, le opere teatrali di Dario Fo si rifanno sempre di più agli eventi di cronaca e attualità, affrontando temi spesso scottanti in modo provocatorio.
La sua vita, dunque, è stata all’insegna della lotta politica e sociale, attraverso la sua genialità che ha cambiato ed influenzato il teatro a lui contemporaneo e degli anni a venire.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dario Fo: biografia e opere. Cosa sapere per prepararsi alla Maturità
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