Delitto con inganno
- Autore: Franco Matteucci
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
A Valdiluce, c’è sempre lavoro per l’ispettore Santoni. A un anno da “Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco” (Newton Compton, 2016), Franco Matteucci torna in libreria con un nuovo thriller d’alta quota, “Delitto con inganno”, sempre nella collana Giallo Italia della casa editrice Newton Compton, febbraio 2017 (versione cartacea pp. 252, euro 9,90, ebook euro 2,99).
Lo scrittore e regista televisivo rimette in pista il personaggio tanto apprezzato nei titoli precedenti. Prima della vicenda del povero plantigrado e dei suoi cuccioli (era un orso femmina, infatti), Franco Matteucci aveva realizzato altre avventure del polizotto montanaro e sciatore, raccolto dalla casa editrice romana in un trittico nella Collana Superinsuperabili, “Tre indagini per l’ispettore Santoni” (luglio 2016).
Marzio Santoni lavora a Valdiluce e non capita a tutti di fare servizio nel proprio paesino d’origine, tanto più se minuscolo e lontano come il suo. Anzi, lassù in montagna, in quel luogo di vacanza così piacevolmente remoto, Lupo Bianco è la "Polizia", insieme al fidato Kristal Beretta.
Il soprannome si deve a un’avventura che aveva dimostrato precocemente il suo legame speciale con la vita all’aria aperta. A soli tre anni d’età, nonostante il freddo si era spinto fuori casa. Il soccorso alpino lo aveva trovato dopo tre giorni e tre notti di gelo. Era sotto un abete: un bimbetto trasformato in un pupazzo di neve, che al richiamo angosciato del soccorritore aveva spalancato gli occhioni, felice per l’esperienza che stava vivendo. Si era gridato al miracolo: solo un lupo avrebbe potuto sopravvivere in quelle condizioni estreme.
Per chi non lo sapesse, l’ispettore divide l’abitazione con il topo Mignolino, il riccio Arturo, il neoarrivato pipistrello Puppy e una colonia di formiche in una teca di vetro. Aveva una relazione con una campionessa del mondo di sci, Ingrid, ma dopo un anno di convivenza in Italia lei aveva fatto le valigie, sebbene l’addio si fosse poi trasformato in un arrivederci. Non a caso, la stampa rosa li ha appena paparazzati in una breve ma sentimentalmente "torrida" vacanza a Dubai.
Valdiluce, angolo di paradiso ma località amena tutt’altro che pacifica. Quindici anni prima vi si sono verificati due brutali omicidi: la lattaia, barbaramente assassinata e un pastore, sgozzato e appeso a un gancio dello skilift. Entrambe le uccisioni erano state commentate ironicamente e anche un po’ annunciate da Mister Coccoina, l’anonimo che dopo ogni evento aveva inviato alla Polizia messaggi formati coi caratteri ritagliati dal giornale locale e incollati con la popolare pasta adesiva.
Con singolare tempismo e con lo stesso mezzo a base di colla dal gusto di mandorle amare, lo stesso informatissimo sconosciuto aveva assicurato che la tredicenne Clara Meynet non aveva perso la verginità, come sosteneva, per un sanguinoso incidente con lo slittino, ma era stata stuprata dallo zio Walter, al quale era stata affidata dopo l’arresto dei genitori per aver ucciso un vicino di casa.
L’incantevole Clara era cresciuta bella come un angelo, bramata da tutti i maschi di Valdiluce. Ma lei aveva occhi solo per Marzio Santoni, un diciassettenne, biondo, occhi azzurri, bravissimo con gli sci, un campioncino locale. Peccato il carattere chiuso, ritroso, un po’ selvatico.
Lei fa di tutto per farsi notare, Lupo Bianco è impacciato, buono come il pane e leale. Hanno appuntamento a Prataccio, ma il ragazzo vi trova solo i vestiti di Clara, sparsi in giro. Sospettano di lui. Un untuoso commerciante lo accusa, ma dei bravi funzionari di Polizia distinguono il vero dal falso e discolpano Marzio. Anzi, il commissario Vallesi lo promuove da indagato a collaboratore nell’inchiesta e segnala le sue qualità di sciatore al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Dopo la carriera agonistica sugli sci, lo aspetta quella professionale nella Squadra Omicidi della Polizia di Stato.
Prima delle gare il giovane Santoni non ha smesso di cercare Clara, ma sembra scomparsa nel nulla.
Quindici anni appresso, la prima macabra scoperta. In una camera dell’Hotel Miramonti, ex grande albergo dismesso e ridotto a un rudere a Valdiluce, c’è sul pavimento il corpo del commissario Vallesi. È in un sacco a pelo rosso, da alpinismo, sbuca solo la testa, coperta in parte da un passamontagna. La bocca spalancata e gli occhi sbarrati lasciano intendere che negli ultimi istanti abbia sofferto tantissimo prima di morire.
Il dottor Franzelli, il medico condotto, sostiene di non avere mai visto un cadavere con la faccia tanto terrorizzata. Sembra una maschera dell’orrore.
“È come se avesse visto il diavolo in persona”.
Siamo a p. 128, ci si è arrivati correndo a velocità narrativa da Formula 1 e il mistero è ancora tutto da svelare. Franco Matteucci è un vero campione.
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