Demelza
- Autore: Winston Graham
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2017
“Demelza” (Sonzogno, 2017, traduzione di Matteo Curtoni e Maura Parolini) è il secondo episodio, redatto nel 1946, della Saga di Poldark appartenente ai dodici romanzi della fortunata serie del noto e prolifico romanziere inglese Winston Graham (1908-2003). I volumi, ambientati tra il 1783 e il 1820, con 40 edizioni internazionali e milioni di copie vendute, rappresentano dei veri e propri classici tra i romanzi storici. Per la prima volta in Italia la casa editrice Sonzogno pubblica la traduzione integrale dell’intera saga che ha avuto due adattamenti televisivi di straordinario successo, entrambi prodotti dalla BBC: la prima volta nel 1975, con una serie tv trasmessa anche in Italia, la seconda nel 2015.
“Un romanzo della Cornovaglia, 1788-1790”
come recita il sottotitolo del volume, ha inizio con la nascita di Julia, la figlia del capitano Ross Poldark e di sua moglie Demelza.
“C’era qualcosa di profetico nella tempesta che si scatenò la notte in cui nacque Julia”.
Anche durante i primi dolori del parto Mrs Poldark non riusciva a non pensare che, appena dodici mesi prima, fosse ancora solo una domestica nella dimora dove ora stava per dare alla luce il nuovo erede dei Poldark. Da quando aveva sposato Ross, quest’uomo così aristocratico riservato e irraggiungibile dal volto forte, intenso e segnato dalla cicatrice, la posizione di Demelza a Nampara era cambiata.
“Ti amo, Demelza. Siamo stati talmente felici insieme, e lo saremo ancora. Non dimenticarlo mai, mia cara. Mai”.
Ross aveva cercato di rassicurare sua moglie, dicendole che per lui era importante solo lei, meno che mai Elizabeth, la sua antica fidanzata mai dimenticata, la fatiscente proprietà e la miniera causa di numerosi fastidi. Quindi
“getterei tutto al vento per te, e lo sai, lo sai”.
Un’alba selvaggia e stranamente immobile si stava levando su Nampara quando il capitano Poldark era tornato a casa insieme al dottor Choake, il quale dopo aver visitato la partoriente aveva sentenziato che il bambino non sarebbe arrivato prima dell’ora di cena. Quando si era fatto giorno Ross guardando fuori dalla finestra della camera, aveva visto che le onde grosse si erano spezzate, e ora il mare era punteggiato di frangenti ornati di bianco che s’incrociavano confusi, senza una direzione, scontrandosi e frantumandosi in inutili spruzzi. Se sulla terraferma il vento si limitava per ora a soffiare in raffiche regolari, sul mare già si notavano qua e là piccoli vortici d’aria malevola e smarrita rincorrersi veloci sull’acqua. La figlia dei Poldark sarebbe nata in quella “giornata selvaggia” priva del canto degli uccelli nella quale il vento produceva una grandinata di foglie, erba, terra e ramoscelli. Non era un semplice fortunale, ma una tempesta improvvisa colma di pioggia,
“come se la forza di una rabbia crescente rimasta intrappolata per un mese dovesse scatenarsi nel giro di un’ora”.
Se nel primo episodio della serie il protagonista è un uomo orgoglioso in cerca di riscatto, nel secondo volume tutta la scena è per Demelza, carattere brillante e volitivo. La sua personalità illumina il suggestivo paesaggio della Cornovaglia, le cui descrizioni già da sole valgono la lettura del romanzo, nato dalla potente fantasia dello scrittore, famoso anche per il thriller “Marnie” portato sul grande schermo da Alfred Hitchcock.
“Era una signora, la moglie di Ross Poldark, che discendeva da un’antica stirpe del luogo. I suoi figli, come Julia, avrebbero portato il nome dei Poldark, avrebbero avuto a disposizione una bella casa, soldi a sufficienza, radici, un’educazione adeguata e un retaggio culturale”.
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Sicuramente più maturo del primo volume, il secondo romanzo di Graham , ha come protagonista la moglie plebea di Ross: Demelza. L’autore descrive bene l’evoluzione sociale e psicologica di questa ragazza venuta dal niente, ma Ross stenta a capirla preso ancora da Elizabeth.
Per completare quanto detto nella recensione, rilevo l’entrata in scena di un nuovo personaggio, il dottor Enys , e come sottotrama la sua storia disperata con Keren, la moglie insoddisfatta del minatore Mark
Daniel. Devo dire che Keren è stata molto maltrattata dall’autore, senza una giustificazione per il suo comportamento. Ma forse era anche l’epoca...
Un bel romanzo quindi, ricco di spunti.