Demon Copperhead di Barbara Kingsolver

Meritato il premio Pulitzer 2023 per Barbara Kingsolver, la scrittrice americana autrice dei numerosi romanzi che con Demon Copperhead sta ottenendo un grande successo anche in italiano, tradotto da Laura Prandino per Neri Pozza.
Il libro racconta la vita di un bambino nato in una casa mobile da una giovane donna drogata, sola, soccorsa all’ultimo istante da una famiglia di vicini, i Peggot, che avranno un ruolo centrale nel lungo racconto.

Siamo nel territorio degli Appalachi, tra boschi e miniere di carbone, in una parte degli Stati Uniti, tra Tennessee e South Virginia, povera, disadorna, spopolata. Seguiamo le vicende narrate in prima persona dal ragazzino dai capelli rossi come il rame, dal nome Demon, che poi diventerà Damon o Diamond, a seconda dei contesti terribili nei quali si troverà ad attraversare un’infanzia e un’adolescenza tra famiglie affidatarie, assistenti sociali, situazioni quasi insopportabili.
Dopo la morte della madre, una tossica che ha sposato un uomo violento, Stoner, manderanno Demon a vivere in campagna dove un gruppo di altri sfortunati orfani vivranno schiavizzati da un turpe vecchio agricoltore: lo Svitato, Tommy, Fast Forward, il più grande, un personaggio carismatico, a cui i più piccoli si riferiscono come a un modello.
La prima infanzia trascorsa con la famiglia Peggot, dividendo la stanza con il loro nipote, che resterà per lui un fratello, come la zia June, un’infermiera che lascia la casa paterna per trasferirsi a Knoxville, la città più vicina, e che sarà sempre un punto di riferimento per Demon a cui lei stessa si sente legata. La vita del ragazzo si avvia verso esiti negativi quando, ritrovata la nonna Betsy, viene inviato presso la famiglia di un coach di football, che ne nota le buone capacità atletiche e lo mette in squadra. Nella casa ricca, dove si mangia ogni giorno e si vive con agio, c’è la figlia del coach, Angus, che segnerà in modo positivo la sua vita; ma durante un match con la squadra sempre vincente, Demon ha un brutto incidente che gli massacra un ginocchio: verrà curato con oppioidi per mesi, tanto da diventarne dipendente; ormai è un drogato e insieme alla ragazza Dori, di cui si è innamorato, vive un lungo periodo di vera dannazione.

Il racconto di questi ragazzi che vagano in cerca di pasticche che vengono fornite da ditte farmaceutiche delinquenziali è al centro della riflessione della scrittrice, che denuncia, attraverso la storia miserabile di Demon e dei suoi amici una condizione sociale di degrado, al centro degli Stati Uniti, ai limiti della tollerabilità.
Nel romanzo ci sono anche figure positive, ad esempio il prof Mr Armstrong, nero ed emarginato a sua volta, che incoraggia Demon negli studi; sua moglie Ms Annie, un’artist bianca cha ha saputo leggere in Demon una grande capacità espressiva nelle strisce che disegna e che poi gli daranno un incentivo a vivere e a lavorare; June, una sorta di madre a cui il ragazzo farà sempre riferimento.

Un romanzo lunghissimo, in cui vengono affrontati tanti nodi sociali, familiari, economici, nei quali ancora oggi molti Stati americani si dibattono con gravi problemi sanitari irrisolti. Un’America sconosciuta, la Lee County, dove il posto più frequentato è il Walmart, dove prevale ancora una distinzione forte città-campagna, in mezzo a scenari naturali senza confini, mentre Demon cerca da sempre di raggiungere l’oceano, che non ha mai visto e che gli appare come una chimera.
Lunghi viaggi in macchine per lo più vecchie e scassate, come nella grande tradizione “on the road”, lungo le strade che sembrano non portare in alcun luogo, cittadine piccole e lontane, tranne la metropoli Nashville, dove la “montanara” Angus troverà un mondo più ricco e culturalmente stimolante, e potrà suggerire a Demon ormai adulto una via di riscatto tramite la sua arte, che è piena delle esperienze oltremodo drammatiche della sua ancor giovane vita.

Il romanzo di Dickens, il celeberrimo David Copperfield, è stato fonte d’ispirazione per l’autrice di questo romanzo bello, a volte difficile per i troppi rivoli e le troppe vicende dei numerosissimi personaggi, protagonisti e comparse, tanto che il lettore rischia di perdersi.
Lo stile asciutto, il tono mai compassionevole, il linguaggio infarcito delle espressioni dello slang del quotidiano di ragazzi deprivati, ignorati, maltrattati, ci raccontano ancora una volta un continente che riusciamo a incontrare solamente attraverso le pagine degli scrittori.