In occasione dell’anniversario della nascita di Denis Diderot, avvenuta il 5 ottobre 1713, riscopriamo vita, opere e pensiero filosofico di colui che è considerato uno dei massimi esponenti e pensatori dell’Illuminismo. Insieme a D’Alambert, Diderot è riconosciuto come il padre dell’Enciclopedia, l’opera che segna l’epoca dell’Illuminismo e del trionfo di una ragione che con il proprio lume vuole debellare l’ignoranza e la superstizione.
Denis Diderot non fu solo l’estensore di molte voci dell’Enciclopedia: intelletto versatile e “spirito universale” oltre che filosofo fu poeta, romanziere, critico d’arte e matematico. Nella vastità dei suoi interessi esprime al meglio quel desiderio di rinnovamento che per gli illuministi avrebbe dovuto investire tutti i campi del sapere e della cultura.
La travagliata realizzazione dell’Enciclopedia, come la sua fama, lasciano talvolta in ombra la filosofia di Diderot, un pensiero originale che ci permette di cogliere il significato del termine deismo e l’efficacia di un metodo che rifiuta costantemente il dogmatismo.
La vita e le opere di Denis Diderot
Nato da una famiglia di ricchi artigiani, Denis Diderot (1713-1784) frequentò le scuole dei gesuiti e fu avviato alla carriera ecclesiastica che abbandonò presto per trasferirsi a Parigi, dove conseguì il titolo di Magister artium.
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Nella capitale francese entrò presto in contatto con i philosophes e conobbe D’Alambert, Condillac e Rousseau. Dapprima si occupò di traduzioni, rendendo in francese opere di storia, di medicina e alcuni scritti etici di Shaftesbury.
Nel 1746 inizia a lavorare all’Enciclopedia e pubblica i Pensieri filosofici, a cui seguono anche la Lettera sui ciechi e l’Interpretazione della natura. Nei decenni successivi, oltre a frequentare il circolo del barone d’Holbach, scriverà altre importanti opere filosofiche rimaste inedite, come la Conversazione fra D’Alambert e Diderot e Il sogno di D’Alambert.
Celebre è il suo soggiorno a Pietroburgo, alla corte di Caterina di Russia, tra il 1773 e il 1774, dove progetterà importanti riforme e diverrà consigliere personale della zarina che, poco dopo, acquisterà la sua biblioteca personale e gli concederà una pensione.
Il ruolo di Diderot nell’Enciclopedia
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Nata su iniziativa di un libraio parigino, animato dall’intento di tradurre un’enciclopedia inglese già pubblicata, l’Enciclopedia o dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, è la massima espressione dello spirito illuminista. Quest’opera di sterminata erudizione e dalla vicenda editoriale travagliata delinea l’ambito di esercizio e i limiti di una ragione che, nelle intenzioni degli illuministi, doveva rischiarare e rinnovare tutti i campi del sapere.
Questo anelito al rinnovamento è evidente anche dal sottotitolo: se sul versante scientifico e filosofico l’Enciclopedia si ispira senza dubbio alla fisica newtoniana e all’empirismo di Locke, proprio Diderot si spenderà molto – consultando personalmente artigiani e bottegai – nella stesura di quelle sezioni dedicate alle arti e ai mestieri, ovvero alle tecniche, che avrebbero dovuto collegare il sapere teorico alla pratica concreta, realizzando l’ideale baconiano di un sapere in grado di trasformare la natura e migliorare la società.
Insieme a Jean Baptiste Le Ronde D’Alambert, Denis Diderot è il curatore, ossia il coordinatore editoriale, dell’Enciclopedia; partecipa, però, alla sua redazione un vasto gruppo di filosofi e studiosi illuministi tra cui spiccano i nomi di Voltaire (letteratura e storia), Jacourt, d’Holbach (religioni), Quesnay, Turgot, Montesquieu, Rousseau (musica), Grimm e Helvétius.
Lungi dall’essere, come spesso si crede, il manifesto programmatico della rivoluzione, l’opera assume posizioni moderate e riformiste nelle voci dedicate alla politica e all’economia, e anche le voci teologiche, affidate a dei religiosi, si preoccupano di conciliare le nuove idee con l’ortodossia. Tra le sezioni più polemiche troviamo, invece, quelle dedicate ai temi filosofici, redatte dallo stesso Diderot e animate da un sincero spirito anticlericale. Un’evidente ansia di rinnovamento emerge anche nelle sezioni di che riguardano i principi della ricerca storica, che accolgono voci di grande rilievo, così come avviene nelle pagine dedicate alla matematica, alla fisica e alla meccanica, in molti casi firmate da D’Alambert.
Il primo volume dell’Enciclopedia verrà dato alle stampe nel 1751 e attirerà subito le critiche dei gesuiti e più in generale del clero; le pubblicazioni dei primi diciassette volumi proseguiranno fino al 1765. In quest’arco di tempo gli attacchi a questa sterminata operazione culturale si moltiplicheranno fino a portare D’Alambert a desistere dall’impresa.
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Diderot rimane così unico direttore dell’opera e conosce in alcuni periodi l’amaro gusto del carcere; nonostante un decreto di condanna del Parlamento che investe sia gli scritti di Helvétius che la stessa Enciclopedia, riesce però a pubblicare i successivi undici volumi di illustrazioni dove comparivano le controverse tavole dedicate alle arti e ai mestieri.
Nel 1772 la pubblicazione dell’opera è conclusa e le 71.000 voci dell’Enciclopedia posso, finalmente mostrare l’intento di questa sovraumana impresa: le scienze, ma anche le arti e i mestieri, si influenzano reciprocamente sono strettamente correlate tra loro, il sapere non prevede compartimenti stagni e tutto concorre e contribuisce alla conoscenza.
La filosofia di Denis Diderot: deismo e materialismo
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I Pensieri filosofici permettono di cogliere il significato del deismo, la posizione che quasi tutti gli illuministi assumono riguardo alla teologia. Qui Diderot attacca tanto l’ateismo quanto le religioni tradizionali - in particolare il cristianesimo - bollate come superstizioni. Diderot, in altri termini, crede che in ogni religione sia presente un nucleo di verità razionali che possono essere accettate mentre vanno rifiutati dogmi e riti, che considera come tutto irrazionali.
C’è un dio, per Diderot e per gli illuministi, ma non è il dio biblico, della Torah o del Corano; è piuttosto un dio “orologiaio” come attesta la nuova fisica galileiana e newtoniana: solo un intelletto superiore può aver architettato le leggi che regolano e che fanno muovere questo grande marchingegno che è il mondo. Date le leggi, il mondo, poi, procede anche senza dio: questi potrebbe anche non esserci e sicuramente non si cura degli uomini e non ha in serbo per loro un piano di salvezza; anche la provvidenza per gli illuministi è pura superstizione. Vanno, quindi, ridimensionati anche i profeti, che sono solo uomini e personaggi storici, mentre l’altro nucleo di verità, che nelle religioni va salvato e valorizzato, è il messaggio morale, come già aveva affermato Spinoza.
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Ora, però, il pensiero di Diderot evolve nel corso degli anni e nella Lettera sui ciechi e nell’Interpretazione della natura, il filosofo presenta una visione materialistica dove la realtà fisica trova in sé stessa la sua origine: essa è solo materia in continuo movimento e sviluppo e la presenza di un ordine, attestato dalle leggi di natura, non permette di afferma che ci sia anche un (dio) ordinatore. Come già aveva affermato Spinoza, questo dio sembrerebbe coincidere con la stessa natura e sarebbe, per Diderot, un’anima del mondo, una sensibilità diffusa (e non un intelletto infinito) che si manifesta nei vari gradi della materia.
Questa non va intesa, però, come una professione di ateismo: anche in una delle sue ultime opere Diderot attacca questo atteggiamento, criticando Helvétius. Si tratta piuttosto di un tentativo e di un’ipotesi di carattere generale e la formulazione di ipotesi, di congetture, la generalizzazione sono proprio il fulcro di un metodo che, allo stesso tempo, ben si attaglia sia alla fisica che alla metafisica.
La ragione e la scienza per Diderot
La ragione, per Diderot, è la guida più affidabile dell’essere umano e se essa contraddice i sensi, è alla ragione che ci dobbiamo comunque affidare, con buona pace dei sensi. La ragione non è, però, solo una guida, il suo compito è anche quello di sollevare dubbi e di esercitare uno scetticismo radicale che, soprattutto di fronte alla religione, può produrre solo benefici perché riesce a mostra anche i limiti della ragione stessa. La ragione studia i fatti e si esercita su di essi ma solo se formula ipotesi di carattere generale assicura il vero progresso nella scienza, nelle arti e nella filosofia.
La filosofia di Diderot, animata dal nobile proposito di liberare gli uomini dalle loro catene, diviene emblema dell’Illuminismo: le evoluzioni di un pensiero quanto mai lontano dal dogmatismo sono la cifra migliore di un desiderio di rinnovamento e di verità che pervade tutta l’Enciclopedia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Denis Diderot: vita, opere e pensiero del padre dell’Enciclopedia
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