Detective in cerca d’autore di Anthony Horowitz

Sta ottenendo largo favore tra i lettori Detective in cerca d’autore (Rizzoli, 2023, trad. di Francesca Campisi), il romanzo di Anthony Horowitz, uno scrittore inglese poliedrico, anche autore di pièce teatrali e serie tv.

"The world is murder" è il titolo originale del libro che ha come protagonisti due personaggi: il narratore, un autore di bestseller, soprattutto gialli, Anthony/Tony, che si imbatte in un non-simpatico non-amico, l’ex poliziotto Hawthorne, che gli chiede di partecipare con lui a un’indagine. Lo scrittore potrà scriverne poi un resoconto che verrà pubblicato come romanzo e gli introiti saranno equamente divisi. Il rapporto fra i due è tempestoso e sembrano non capirsi, anche perché si trovano in mezzo ad una situazione molto complicata: la signora Diana Cowper, sessantenne madre di un noto attore inglese, attualmente ad Hollywood, va una mattina a prenotare il proprio funerale presso una nota agenzia funeraria della capitale inglese. La donna dà istruzioni precise sulle modalità con le quali vuole essere accompagnata all’ultima dimora. Tornata a casa, poche ore dopo verrà trovata morta, strangolata con il cordino di una tenda. La polizia pensa a un furto, mentre Hawthorne capisce subito che la storia è molto più ingarbugliata.

Ecco allora i due novelli Sherlock e Watson impazzire di fronte alle scoperte che man mano li portano a comprendere quanti misteri erano sotterrati e dimenticati nella vita di Diana, di suo figlio, della bella nuora e di molti altri personaggi che nel corso della narrazione compaiono nella incalzante narrazione. Abilissimo l’autore a tenere in tensione i lettori che vengono trascinati in una serie di scoperte e di rivelazioni assolutamente inattese.

Grande giallo di stile britannico, personaggi ben costruiti, ambientazione efficace, dialoghi divertenti e scoppiettanti. Libro fortemente consigliato, colto, piacevole, pieno di citazioni. "Uno dei mystery più avvincenti dell’anno", secondo la definizione dell’autorevole Wall Street Journal: giudizio decisamente condiviso.