Dexter il devoto di Jeff Lindsay

Dexter Morgan, medico legale. E assassino seriale.
In effetti le due professioni sono collegate, la scelta sembra esser quindi dettata dal buon senso.
Ma perché Dexter ha quest’impulso? Da quando lo domina? Da cosa nasce?
Sin da bambino ha avuto desideri, pulsioni, istinti a dir poco primordiali. E li ha seguiti.
Soltanto suo padre Harry è riuscito a capirlo, a educarlo. A salvarlo.
Incanalare energia negativa verso qualcosa di buono non è mai facile, il male è talmente affascinante da rischiare di prendere il sopravvento in ogni istante.
Punire chi è malvagio, salvare vite innocenti, anche se in modi che definire efferati sarebbe riduttivo.
Le regole di Harry, l’unico modo che ha Dexter per non impazzire, per dare un senso alla sua vita, una parvenza di normalità che non lo condanni alla gogna pubblica, vera e propria spada di Damocle che penderà sempre sul suo capo.

Lo so, detta così Dexter potrebbe sembrare un santo, un vendicatore che lavora dalla parte del bene e che merita lodi e protezione.
Non dimentichiamo, però, che la gente tende a emulare i propri eroi, e non so quanto sarebbe un bene, in questo caso…
In “Dexter il devoto” (Mondadori, 2009, collana Oscar, pp. 251, euro 9,50) di Jeff Lindsay il protagonista si troverà sulle tracce di un pericoloso criminale, il dottor Danco, un simpatico personaggio che si diverte a tagliuzzare le proprie vittime, lasciandole però in vita.
Ma non sarà l’unica difficoltà, per il nostro Dex, poiché il sergente Doakes, che gli sta alle costole da tempo immemore, sembra aver capito qualcosa…
Come finirà, questa volta?

Un libro con un ritmo incalzante, una storia che ci sembrerà di conoscere ma che ci rivelerà colpi di scena a profusione.
Piccola nota: la traduttrice di quest’opera è la bravissima Cristiana Astori, che ha tradotto magnificamente la serie di libri di Dexter ma ha anche scritto opere che ho letto davvero con piacere.
Se amate la serie tv… beh, vi avverto che ci sono differenze decisamente sostanziali, tra libro e pellicola. Per me, in questo caso, vince il libro. Ma non è una grande novità, giusto?