…Di lotta e di cura…
- Autore: Maria Chiara Risoldi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Il patriarcato, la discriminazione di genere, la retorica del machismo, fino ai femminicidi, le forme più patologiche della violenza degli uomini sulle donne, esercitata da mariti, fidanzati, compagni ed ex partner che considerano di loro proprietà mogli, fidanzate, compagne ed ex partner.
Sono temi affrontati con lucidità e tanta motivazione femminista in un testo recente, ennesima denuncia di un male sociale che non smette di procurare danni, di fare vittime, di seminare dolore: la prevalenza del genere maschile, singolare e plurale. Non del maschio alfa, ma del bambino mai cresciuto che purtroppo vive sotto i muscoli di tanti di noi. Maria Chiara Risoldi ne ha fatto il motivo conduttore e il contenuto del romanzo ...Di lotta e di cura..., liberamente ispirato all’attività trentennale della Casa delle Donne di Bologna, pubblicato da Iacobelli Editore di Roma (febbraio 2023, collana Frammenti di memoria, 144 pagine).
È una problematica dannatamente attuale, messa a fuoco nel racconto di una vicenda di militanza etica, politica, solidaristica, quella del centro antiviolenza bolognese, nato alla fine del Novecento, ancora e più che mai attivo contro una piaga che tutt’oggi la cronaca ci riporta sotto gli occhi, quotidianamente e dolorosamente.
Sarebbe bello se fosse archeologia,
osserva nell’introduzione Maddalena Vianello, esperta di politiche di genere e dirigente dell’Assessorato alle pari opportunità della Regione Lazio.
Aggiunge che il lavoro di Maria Chiara Risoldi non ha lo sguardo ancorato al passato, ma racconta “una storia viva”, alla scoperta degli strumenti maneggiati quotidianamente per fronteggiare il maschilismo e demolire la violenza di genere, un fenomeno fatalmente contemporaneo. È anche “un romanzo terribilmente avvincente”, conclude.
A Bologna, la Casa delle Donne per non subire violenza è uno dei centri (263, con 242 case rifugio, secondo dati del 2021) che offre i servizi antiviolenza più avanzati in Italia. Il racconto narrato in questo libro prende in considerazione il percorso nel capoluogo emiliano e la voce narrante è quella di Francesca, universitaria venticinquenne (medicina e chirurgia), femminista, spettatrice fin da bambina delle violenze domestiche. Esercitate in casa, quasi sempre in cucina, come gran parte di quegli abusi.
Mio padre ha sempre picchiato mia madre
così testimonia Francesca davanti al tribunale dei lettori. Alla piccola bastava guardarlo negli occhi per capire che stesse per scatenarsi. Sembravano freddi, inespressivi, di vetro, come quelli di una bambola. Poi diventavano di fuoco, quando esplodeva. Fissava la moglie e con voce gutturale le rovesciava addosso la ragione della punizione che stava per infliggerle. Un giorno si trattava della tuta da stirare, un altro delle scarpe da pulire, serviva solo un pretesto.
Il racconto prosegue così:
Mamma si accartocciava
tanto da diventare più piccola della figlia. Balbettava qualcosa, ma non riusciva mai a finire la frase perché con un pugno sul tavolo il marito faceva saltare piatti e bicchieri, poi la prendeva per i capelli con la mano sinistra e col palmo e il dorso della destra la schiaffeggiava. Lei non si difendeva. Lui continuava finché la bambina non urlava, con tutte le forze e correva a fare scudo al corpo della madre. Allora usciva, sbattendo la porta.
Mamma sparecchiava
la metteva a letto, rincalzava le coperte senza parlare, le dava un bacio distratto. Andava a pulirsi il sangue dal volto.
I personaggi della storia e le loro azioni sono frutto della fantasia e della più che trentennale esperienza professionale in psicoterapia, con la collaborazione-supervisione nel Centro. Tutto il resto appartiene alla realtà.
Per gli eventi dal 1991 al 2011, l’autrice dice di avere utilizzato Un posto per ricominciare. Un ventennio con la Casa delle donne, di Chiara Cretella. Per quelli dal 2012 al 2021, si è basata sulle testimonianze raccolte sul sito ufficiale.
Da quelle pagine digitali, si ricava un profilo della Casa di Bologna, progettata da un gruppo di femministe, attrezzata per accogliere e aiutare le vittime di violenza. In forma di associazione senza scopo di lucro, s’impegna dal 1990 contro ogni forma di violenza di genere e promuove attività legate al cambiamento culturale, alla sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno ai danni di donne e bambine/i.
Nel 2010 ha ottenuto il riconoscimento giuridico.
Nel Centro d’accoglienza pubblico di via dell’Oro 3 a Bologna, le donne trovano ascolto e sostegno. Offre diversi servizi: informazione e consulenza legale; accompagnamento ai servizi socio-sanitari; colloqui telefonici; incontri individuali; gruppi di sostegno; uno sportello di orientamento e accompagnamento al lavoro; sostegno alla genitorialità per madri e coppie di genitori le cui figlie minorenni subiscono violenza dal partner; sostegno psicologico ai minori vittime di violenza.
Nelle Case rifugio, le donne trovano ospitalità durante il percorso di uscita dalla situazione di violenza, sole o con i figli minori. L’Associazione ne gestisce tre, per 21 posti letto. Assicura inoltre 8 alloggi di transizione per donne e minori; Casa Save e Casa Ri-Uscire, con ospitalità in pronta accoglienza per situazioni in emergenza (un totale di 17 posti); Casa Proseguire, ad alta valenza educativa (6 posti).
Dal 1995 è attivo il Progetto Oltre la strada: accoglie donne straniere vittime di tratta per la prostituzione e lo sfruttamento lavorativo. Dispone di una struttura residenziale protetta (12 posti letto) e di un appartamentino di seconda accoglienza, per gestire il percorso d’inserimento sociale, legale, sanitario e lavorativo.
A tutte viene garantita la riservatezza. I servizi offerti sono gratuiti.
... Di lotta e di cura...
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