Diario di un parroco del lago
- Autore: Gianni Clerici
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2017
Gianni Clerici, una delle firme più celebri del giornalismo sportivo italiano e non solo, tra i massimi esperti di tennis, è anche un raffinato scrittore. Ora torna nelle librerie con “Diario di un parroco del lago”. Il titolo riecheggia un po’ Georges Bernanos, con il suo “Diario di un curato di campagna” qui, però, non troviamo un diario scritto con cadenza ordinata e quotidiana ma riflessioni che narrano, in specie, la vita di un piccolo paese sulle rive del lago di Como nel secondo dopoguerra.
Giovanni Castelli è il parroco, l’io-narrante: non ha ancora trent’anni e proviene da una famiglia facoltosa, proprietaria di una delle maggiori seterie comasche, pensando ai genitori, ricorda l’uno
“deluso per la mia scelta religiosa (…) invece di aiutarlo nei commerci che non sono fatti con l’unico scopo del guadagno ma anche di far del bene, e distribuire la giustizia”.
e l’altra
“La mamma, impegnatissima e soddisfatta dei suoi bridge, delle sue attività benefiche di donna delle Orsoline, e della Società per i Gatti abbandonati”.
La guerra si è conclusa da poco, e il giovane viene assegnato a una piccola parrocchia a Lezzeno, sulle rive del lago, ove
“un importante attrattiva del lago è la quantità di belle case che si raggruppano intorno alle coste. Si può credere che da nessun’altra parte si possa trovare un tale Paradiso di sereno riposo”.
La miseria e la fame sono condizioni usuali, al punto che il contrabbando di sigarette è l’attività principale di sostentamento delle famiglie:
“significa, per chi lo pratica, un’attività simile alle altre, a tutti i duri lavori che servono per sfamarsi, restare in vita, “tirare innanz”, come si dice qui”.
Sono storie che avvengono fuori dalla vista: nella notte, nelle “bricolle” (i sacchi dei contrabbandieri), nel confessionale, in case di gente taciturna, su “battell”, (piccole barche), tra una sponda e l’altra. Il parroco compie, sempre, nei confronti dei suoi parrocchiani, un’opera di mediazione. Si caccia, a volte senza volerlo, sempre in mezzo: fra uomini e donne, fra genitori e figli, fra contrabbandieri e finanzieri, fra notabili e gente minuta. Sono semplici scene che dipingono una comunità variegata dove la gente è molta ma spesso restia, silenziosa, vive di reticenze, e di
“si è sempre fatto così”
immutabile, ferma, a tratti anche ostica. Sono fotogrammi di una pellicola unica: la storia di un uomo di chiesa e della gente di paese che gli si affeziona e gli si stringe attorno. Dunque una galleria di personaggi semplici ma, in quanto tali, unici, molto ben caratterizzati, anche grazie all’impasto linguistico dialettale che conferisce alla narrazione un tono realistico e fascinoso.
Diario di un parroco del lago
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