Dieci minuti per uccidere di Francesco Caringella

“Dieci minuti per uccidere” (Newton Compton 2015) di Francesco Caringella è “Un grande thriller”, come recita il sottotitolo del volume, del giudice del Collegio di garanzia della giustizia sportiva e Presidente della Commissione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, barese d’origine e romano d’adozione. Dopo “Il colore del vetro” e “Non sono un assassino”, che ha avuto un notevole successo di pubblico e critica, vincendo anche il Premio Roma e il Premio Lomellina in giallo, il magistrato/scrittore conferma talento e bravura traendo ispirazione da quei gialli “della camera chiusa”, nei quali sono eterni maestri scrittori del calibro di Edgar Allan Poe (il racconto “I delitti della Rue Morgue”, 1841), S. S. Van Dine (“La strana morte del Signor Benson”, 1926), John Dickson Carr (Le tre bare, 1935) e Agatha Christie (“Dieci piccoli indiani”, 1939).

“Il pericolo era dietro di me, a pochi centimetri. Prima che potessi avere paura un suono soffocato ha vibrato nella mia testa”

Le lancette del grande orologio sopra il camino del salone sono a metà tra l’una e le due. L’imprenditore pugliese Antonio De Santis si trova all’interno della propria abitazione, nel suo studio, seduto sul divano Chester, ascoltando la magia della musica proveniente dal sassofono caldo di John Coltrane. È un istante eterno fatto di un attimo, in cui il jazz raggiunge la perfezione

“in cui tutto diventa volgare di fronte alla scintilla divina sprigionata dall’arte”

Anche il cane Nox, un grosso retriever nero, il muso poggiato ai piedi del suo padrone, le orecchie morbide distese sul collo, si sta godendo immobile le note.

“Aveva più di quindici anni, ma mi fissava sempre con gli occhi innamorati di un cucciolo”

Terminata la musica “nata per farsi beffa della morte”, nell’aria un silenzio pieno di parole, ecco che un fruscio si è diffuso dalla tenda alle spalle della poltrona. Il cane ha ringhiato, fiutando il pericolo. Per un attimo De Santis ha sentito freddo, un misto di paura e di sorpresa. L’imprenditore si è ripreso subito, scacciando “quel rumore strano dalla mia testa”. La finestra è chiusa, la porta sbarrata dall’interno. “Nessuno può essere entrato in casa”, riflette De Santis, sicuramente il vento, battendo sulle finestre sta generando l’illusione di una presenza. L’uomo ha calmato Nox con una carezza, immergendosi di nuovo nella musica. Ancora una volta il sassofono di Coltrane si sta librando in volo con la sua voce pastosa, punteggiata dai commenti gravi del contrabbasso e da quelli frenetici della batteria.

“Uno spostamento d’aria mi ha spalancato all’improvviso gli occhi. C’era qualcosa di diverso dal solito nella parete di legno di fronte a me: l’anta segreta della boiserie era socchiusa”

Strano, molto strano: durante la serata De Santis era entrato più volte nella stanza senza notare niente di anomalo. Chi poteva aver aperto lo sportello delle armi? La chiave è custodita in uno dei compact disc di Antonio. Solo i suoi familiari conoscono il nascondiglio e nessuno di loro ha mai mostrato interesse per quegli arnesi. Tante le domande che si affollano nella mente di De Santis ma non c’è il tempo per afferrare l’unica risposta possibile. Ecco giungere il rumore ovattato della morte: non un boato, ma un sibilo, un morso addolcito dal silenziatore.

“Sono stato scaraventato per terra a faccia in giù. Nox ha abbaiato minaccioso per alcuni secondi. Poi ha smesso, all’improvviso. È scesa la quiete, fuori e dentro”

In questo thriller ad alta tensione narrativa, la vittima, osservata di nascosto dal suo assassino protetto dall’oscurità, comprende di avere ancora solo seicento secondi di vita. Istanti preziosi che serviranno al protagonista sia per fare un rapido bilancio della propria vita sia per improvvisarsi detective del proprio omicidio.

“Non c’è dolore nella campana che annuncia l’ultimo giro di giostra. C’è la sorpresa delle visite non annunciate, un odore di foglie morte, una notte piena di silenzi. Avevo aspettato tutti i giorni quel momento. Si nasce solo per imparare a morire”