Dimore di campagna inglesi
- Autore: Vita Sackville-West
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2016
“Dimore di campagna inglesi” (Elliot 2016, titolo originale English Country Houses, traduzione di Maria De Pascale) è la breve monografia, impreziosita da illustrazioni in bianco e nero, che ripercorre le tappe della storia delle ville inglesi, redatta nel 1941 dalla poetessa e scrittrice inglese Vita Sackville-West (Knole House, 9 marzo 1892 - Castello di Sissinghurst, 2 giugno 1962) ed edita ora dalla casa editrice romana Elliot.
“Verde, placida Inghilterra”, grande isola verde dappertutto, nei mari, nei boschi e nei campi, abitata da una popolazione di “indole rurale”. È questo il senso del raffinato volumetto dell’autrice, famosa per la sua relazione tempestosa con Virginia Woolf, per i suoi scritti sul giardinaggio (dal 1946 al 1961 scrisse una rubrica settimanale sul periodico britannico The Observer) e per la realizzazione del Giardino del Castello di Sissinghurst nel Kent ora di proprietà del National Trust.
“Non c’è in nessun’altra parte del mondo qualcosa che sia esattamente paragonabile alla dimora di campagna inglese”.
Infatti la “country house” è nella sua essenza parte della campagna, anzi ne è parte integrante come se fosse un suo naturale sviluppo. Ciò prescinde dalla maestosità o dalla modestia della dimora, che riesce sempre ad adeguarsi perfettamente all’ambiente circostante. Vecchia, tranquilla Inghilterra cui non piace la guerra non avendola mai conosciuta in casa come altri Paesi europei, perché va ricordato che la dimora inglese deve molto alla pace relativa che quest’isola ha goduto al suo interno sin dalla conquista da parte di Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia, grazie alla vittoria nella battaglia di Hastings del 14 ottobre 1066. Sackville-West decide di trattare l’argomento in un ordine
“per quanto possibile cronologico ma senza impormi delle regole ferree e insormontabili”
iniziando a rivolgere la sua attenzione ai castelli ma non disabitati, “le rovine non facevano per me”. Nel castello di Berkeley, nel Gloucestershire, che si affaccia sulle marcite color verde brillante del fiume Severn, appartenuto con orgoglio alla stessa famiglia per ottocento anni, il sovrano Edoardo II fu assassinato nel 1327 dopo cinque mesi di reclusione con la connivenza del padrone che lo ospitava. La prima traduzione inglese della Bibbia è stata fatta qui da John Trevisa, vicario del posto e cappellano privato di Lord Thomas Berkeley, quando il castello, le cui origini sono databili al Secolo XI, aveva già duecento anni. Il castello di Leeds si trova in una piccola valle del Kent, fra Maidstone e Canterbury.
“Cigni neri passano sotto gli archi del castello con solennità e grazia, facendo sembrare le pallide mura grigie ancora più pallide”.
Inoltre il fatto che l’acqua passi sotto gli archi, fa del castello di Leeds una Venezia del Kent. Ciò che colpisce, sottolinea l’autrice, è che in Inghilterra la tradizione dei castelli è continuata per anni dopo che la loro necessità a scopo difensivo era cessata. Le abitudini di vita si stavano modificando, la casa stava diventando sempre più abitazione e sempre meno roccaforte, grazie alla pace e alla tranquillità dell’epoca Tudor (periodo compreso fra il 1485 ed il 1603), che stava sostituendo la violenza dei tempi precedenti. Nello stesso periodo, differenziandosi dal piccolo castello, si stava sviluppando una nuova tipologia che avrebbe trovato la sua piena espressione nelle sontuose case della nobiltà Tudor, come Hardwick Hall nel Derbyshire. È sorprendente come Vita Sackville-West in poche pagine abbia saputo raccontare la storia di una Nazione che si identifica completamente e con orgoglio con il suo territorio.
“Una casa che è ancora la dimora di uomini e donne è una cosa vivente che ancora non ha perso la sua anima”.
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