Domani avremo altri nomi
- Autore: Patricio Pron
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2021
“Lei aveva detto semplicemente: ’Dobbiamo parlare’. […] Qualche ora dopo, anche Lui era incorso nel cliché, ma si pentiva della domanda che le aveva fatto, non perché fosse un luogo comune, ma per la risposta di Lei, che avrebbe preferito non sentire. ’Hai un altro?’, le aveva chiesto. E Lei aveva risposto di sì.”
Lei, Lui, Madrid, per parafrasare il titolo di una canzone di Brunori Sas; la scena sembra quella del più classico dei film romantici, con quelle due paroline “dobbiamo parlare” che solitamente lanciano presagi funesti sulla rottura dell’equilibrio all’interno di una coppia e la fine di una storia d’amore. Comincia così Domani avremo altri nomi di Patricio Pron (SUR, 2021, traduzione di Francesca Lazzarato), vincitore del Premio Alfaguara; con una separazione dolorosa che spinge uno dei due protagonisti a riversare il proprio dolore sugli oggetti che hanno segnato anni e anni di vita condivisa, a sfogare la rabbia generata dalla perdita sui libri e su tutte quelle cose che hanno simboleggiato fino a quel momento la presenza dell’altro al proprio fianco.
“Metà delle pagine dei libri che Lei gli aveva regalato giacevano ormai sul pavimento, separate dal resto grazie al semplice metodo di strappare una pagina su due, secondo quello che gli pareva il modo più appropriato di suddividere i beni: se avesse potuto – pensava –, avrebbe tagliato a metà il letto, il tavolo, tutte le sedie, gli scaffali, le lampade, i bicchieri, i piatti, il lavello, le piante. Doveva esserci un modo per separare anche i ricordi, così che, di tutto ciò che avevano fatto insieme e gli era accaduto, a Lui ne restasse solo la metà, perché il peso gli riuscisse più leggero.”
Sembrano scene già viste, istantanee riprese da secoli di cinematografia sentimentale, tuttavia Patricio Pron riesce con questo testo ad andare oltre. Il racconto di una relazione all’apparenza comune, la scelta di connotare i personaggi semplicemente con un Lui e un Lei – senza ulteriori riferimenti – rientrano nel piano di una ricerca di universalità nella quotidianità. La storia dei due protagonisti infatti trascende la stretta ambientazione romanzesca e nel turbinio di riflessioni e divagazioni ci consegna una storia di profonda attualità.
Lui, uno scrittore di non-fiction in cerca di ispirazione, Lei un’architetta divisa fra carriera e desiderio di maternità, sono i filtri con cui Pron indaga il valore delle relazioni intrecciandole con incursioni sociologiche e analisi sulle dinamiche lavorative. Editoria, sentimenti, precariato, tutela dei diritti compongono così il groviglio di riflessioni – non sempre ben amalgamate, tuttavia – di questo libro. La scrittura di Pron mostra una notevole dose di realismo portandoci infine all’interno del variegato universo delle App di Dating online: la ricerca ostinata da parte di entrambi di un compagno o una compagna con cui ricominciare, di una persona che possa allontanare quanto più possibile l’assenza ingombrante del proprio ex, la paura di restare soli e di sentirsi inadeguati; sono questi gli altri elementi e le immagini che in controluce emergono dalla scrittura di Pron, il quale è stilisticamente molto realistico nel toccare con mano le dinamiche relazionali e sessuali della contemporaneità e nel rivelare quella che, in fondo, altro non è che una galleria di narcisi, una collezione di figurine che scrolliamo distratti su di uno schermo, senza un reale contatto con la realtà, nel vano tentativo di rimettere insieme i pezzi di un vaso frantumato.
“Intorno a sé […] vedeva persone che continuavano a provarci, giocando sui cellulari al gioco della selezione e dello scarto con cui ammazzavano il tempo in attesa di qualcosa di simile a una probabilità; compivano scelte in pochi secondi, a partire dalla scarsa informazione offerta da una fotografia o da un paio di righe. Come poteva venirne fuori qualcosa di buono?, si chiedeva.”
Per quanto infatti i tentativi di porre una barriera fra noi e l’altro si facciano sempre più intensi, essi finiscono quasi sempre col produrre risultati improbabili, facendo crollare le menzogne autoimposte. Si torna sempre dove si è stati bene, questa è la realtà. Dal dramma della separazione iniziale ne esce fuori quindi un racconto di speranza che fa della potenza dei ricordi il suo punto di riferimento:
“Non aveva mai pensato che gli oggetti potessero essere così carichi di riferimenti, quasi tutti privati o condivisi solo con Lei: ciascuno era una sineddoche, una piccola cosa che parlava di un’altra più grande della quale faceva parte, e che era stata la loro relazione”.
Domani avremo altri nomi è la storia dunque di come amare rappresenti la capacità di aprirsi all’altro, di comprenderne le debolezze e le insicurezze. Di come l’amore e la forza dei ricordi siano la radice di tutto, le fondamenta con cui costruire delle relazioni che ci spingano, anche dopo le cadute, a ricominciare, a dare un nome nuovo allo stare insieme, a guardare con occhi nuovi colui o colei con i quali abbiamo deciso di condividere le nostre emozioni. Di come l’amore sia la forma più alta di rispetto e di ascolto che possiamo regalare, perché “conoscere l’altro significa inevitabilmente far propria la sua storia, se l’altro desidera raccontarla”.
Domani avremo altri nomi
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