Donare il tempo. La moneta falsa
- Autore: Jacques Derrida
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
Cos’è il dono? Quali sono i legami tra il dono, il tempo, l’oblio e l’economia? “Donare il tempo. La moneta falsa” di Jacques Derrida è un testo filosofico, edito da Raffaello Cortina, che chiarisce a fondo questa intensa ma ambigua tematica.
I quattro capitoli attraverso cui il libro si snoda ripercorrono il ciclo di conferenze tenute all’università di Chicago nel 1991. L’autore chiarisce il paradosso che vi è nel parlare del tempo e del dono, e dello strano rapporto che queste due impalpabili dimensioni hanno con l’economia. Il dono, se ce n’è – ci suggerisce Derrida – è proprio quell’elemento che interrompe l’economia stessa. Esso, rientrando in ciò che possiamo definire aneconomico, annienta tutti i legami con l’economia monetaria e si presenta come “l’impossibile” che, per rimanere tale, ha bisogno di dissolversi. La reciprocità, lo scambio o il semplice fatto di riconoscere il dono sono azioni che ne annullerebbero l’essenza fondante. Per tale motivo non deve sussistere alcun equivalente simbolico che possa distruggere “l’impossibilità” del dono. Se il donatario o il donatore non rispettassero la natura dell’oggetto con cui hanno a che fare, sarebbero coinvolti in una “temporalizzazione del tempo” che demolirebbe l’oblio strutturante del dono in questione. Si tratta del double bind di cui parla il filosofo francese. Un doppio legame, dunque, che altera tutte le convinzioni riguardanti il dono e la sua incorporea dimensione.
Quando doniamo? Quando ci troviamo nelle condizioni ottimali per poterlo fare? Il primo capitolo “Il tempo del re” traccia la giusta via da seguire per districarsi all’interno di questo tortuoso e stimolante libro, che vuole spingere il lettore ad attraversare la dimensione temporale di “Un dono senza presente”. Ed è così che si giunge al secondo capitolo. Derrida, analizzando il racconto La moneta falsa di Baudelaire, evidenzia una frase chiave per la comprensione del proprio testo. Il dono è come “cercare mezzodì alle quattordici”, ossia è come impegnarsi nel cercare qualcosa che non si può trovare né nel luogo in cui si cerca né nel tempo in cui lo si fa. Tale frase non può che indurre Derrida a parlare della follia della ragione economica che sottostà ad una labirintica dimensione che non conosce domicilio. Infatti, il dono si presenta come ciò che non ha luogo e attraverso cui si genera la follia dell’impossibile. Come si può desiderare di donare l’impossibile? Risulta particolarmente avvincente il passaggio in cui l’autore rivolge la propria attenzione al Saggio sul dono di Marcel Mauss.
Nel terzo capitolo (“La moneta falsa. Poetica del tabacco”) e nel quarto (“La moneta falsa. Dono e contro-dono, la scusa e il perdono”) Derrida si preoccupa di analizzare ulteriormente il racconto di Baudelaire facendo emergere alcuni importanti aspetti legati all’economia dell’elemosina, alla mendicità, al perdono e al pentimento.
La lettura di quest’opera permette di inoltrarsi all’interno del necessario mondo del dono e di capire se sarà mai possibile donare una “moneta vera”.
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