Donato Carrisi è uno scrittore, sceneggiatore, giornalista e criminologo italiano. Come scrittore esordisce nel 2009 con “Il suggeritore” (Longanesi), grazie a cui vince il Premio Bancarella dello stesso anno. Al romanzo d’esordio fanno seguito: “Il tribunale delle anime” (Longanesi, 2011), “La donna dei fiori di carta” (Longanesi 2012) e “L’ipotesi del male” (Longanesi, 2013), uscito ad aprile.
Grazie alla specializzazione in “criminologia e scienza del comportamento”, dopo la Laurea in Giurisprudenza, i suoi romanzi hanno un realismo tale da farne dei piccoli capolavori, secondo l’opinione dei sostenitori più appassionati. Non è un caso che Donato Carrisi abbia ottenuto un grande successo negli USA, con apprezzamenti di autori come Ken Follett e Michael Connelly.
Donato Carrisi è diventato nel giro di poco tempo uno degli autori più letti, anche all’estero, si è inserito nel club degli amanti del noir e del thriller quasi con prepotenza, ha catturato i lettori con uno stile sobrio, asciutto e diretto ed è diventato una scommessa interessante nel panorama letterario italiano.
Le caratteristiche dei romanzi di Donato Carrisi
Carrisi riesce a costruire storie articolate, quasi reali (perché gli eventi traggono spunto da fatti accaduti davvero), dal ritmo incalzante, che appassionano sin da subito chi legge, spingendolo a proseguire nella lettura tra tensione, mistero e buio, quel buio dove si annida il male, con tutte le sue sfumature, e dove si muovono i suoi personaggi, non supereroi, ma anime spesso fragili, umane.
Le indagini descritte sono minuziose e dettagliate, i suoi lettori parlano addirittura di “storie 3d” grazie alla facilità con cui è possibile immedesimarsi nello scenario descritto. Non è difficile sentir parlare dei suoi libri come dei film e non è da escludere che il sogno di molti lettori, ovvero vedere sul grande schermo le storie di Carrisi, non diventi realtà.
Lo stesso autore ha annunciato che quasi sicuramente dal “Suggeritore” verrà tratto un film ad una condizione: che sia rispettoso del film che i lettori hanno già creato dentro loro, leggendo le pagine dei suoi libri.
Un’altra caratteristica particolare dei romanzi di Donato Carrisi è l’assenza di riferimenti geografici. La storia c’è, ma non si sa dove si svolge, perché questa scelta?
“Voglio che i miei libri siano dei labirinti, da cui si può uscire solo all’ultima riga dell’ultima pagina”.
La passione per il genere thriller
La “passione per il male” e per il thriller nasce in Carrisi dopo la lettura de "Il ragno" di Michael Connelly, vero battesimo per l’autore.
“I thriller piacciono perché ci permettono di vedere il nostro lato oscuro, ma poiché certi difetti non possiamo guardarli direttamente e ci serve il filtro di uno specchio, ecco che i libri ci fanno da specchio e in questo senso funzionano benissimo”.
L’ipotesi del male
Con “L’ipotesi del male” Donato Carrisi è tornato ad esplorare il male con gli occhi di un personaggio che gli ha portato tanta fortuna, Mila Velasquez. E’ un caso che la protagonista sia una donna? Forse no.
“Le donne fanno le storie, senza un personaggio femminile sarebbe impossibile raccontare una grande storia, gli uomini sono sempre a servizio, nei miei romanzi, delle donne”.
In questo libro vengono ripresi personaggi e ambientazioni de “Il Suggeritore” (ma l’autore non ama parlare di sequel, piuttosto di un “libro gemello”), quattro anni dopo. Qualcosa è cambiato. Qual è il tema del libro?
“C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella nostra vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle […] Ma se d’improvviso queste persone scomparse... tornassero? E non solo: se tornassero non per riprendere la propria vita, non per riallacciare contatti perduti, non per riannodare i fili di un’esistenza spezzata... Ma tornassero per uccidere?”.
In una nota alla fine de “L’ipotesi del male”, Carrisi ha rivelato che per raccontare questa storia ha voluto immedesimarsi nel buio, “scomparire”:
“La mia fuga però è durata appena poche settimane, il tempo necessario per focalizzare il romanzo. Ovviamente, chi mi sta più vicino ne era informato e non ho mai davvero tagliato il cordone ombelicale che mi legava alla mia vita precedente. Ciononostante, ho spento il cellulare, ho abbandonato temporaneamente i miei indirizzi e-mail e i profili sui social network. Improvvisamente, sono stato proiettato in un mondo parallelo”.
E per i fan che si chiedono: ci saràun seguito de “L’ipotesi del male”? Ecco la riposta:
“In realtà non è un problema che mi pongo mai, quando scrivo lascio sempre finali aperti perché non mi piacciono le storie chiuse. Voglio che la vicenda prosegua prima di tutto nella testa del lettore; in fondo i libri che ci piacciono di più sono proprio quelli che contengono una musica segreta che continua anche quando li abbiamo chiusi”.
Esiste un legame tra il male e la voglia di scomparire? Chi scompare è davvero una vittima? Perché si scompare? Soddisfa le tue curiosità guardando l’intervista dell’AGI a Donato Carrisi, che spiega la sua “Ipotesi del male”.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Donato Carrisi spiega la sua “Ipotesi del male”
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Gialli, Noir, Thriller News Libri Donato Carrisi
Lascia il tuo commento