Donna Tartt con “Il Cardellino”, pubblicato in Italia da Rizzoli, vince il premio Pulitzer 2014 per la narrativa. Non solo si aggiudica il prestigioso premio statunitense, considerato onorificenza nazionale, ma si prevede addirittura che il libro venga presto adattato per il grande schermo.
La scrittrice americana, nata nel 1963, ha esordito nel 1992 con “Dio di illusioni” e dieci anni dopo è tornata in libreria con “Il piccolo amico”.
La sua peculiarità è che, pubblicando una volta ogni dieci anni, alimenta l’attesa dei suoi lettori.
“Il Cardellino”, uscito a marzo in Italia, è stato definito
“stupefacente, dickensiano e ipnotico”.
È la storia di Theo Decker, ormai adulto, che in un lunghissimo flashback racconta la sua vita, mentre si trova prigioniero in un albergo di Amsterdam. Egli inizia dall’infanzia, da quando era un ragazzino di tredici anni, abbandonato dal padre, ponendo l’accento sull’evento che gli ha cambiato la vita: una bomba piazzata da alcuni terroristi al Metropolitan Museum che ha ucciso sua madre.
In questo romanzo forte è l’impronta di Charles Dickens, di cui l’autrice è grande ammiratrice.
“Ho letto così tanto di Dickens mentre crescevo che adesso questi libri sono più dentro che fuori di me”,
ha confessato in un’intervista, riferendosi a quando da ragazza ha lavorato in una biblioteca ed ha letteralmente “divorato” i romanzi dell’Ottocento.
Ha vinto “Il Cardellino” dunque, un inno a New York, città bellissima ma anche crudele. La storia non è concepita come un thriller, anche se presenta snodi inaspettati, poiché comprende un mix di generi letterari con cui l’autrice “gioca” sapientemente.
Il protagonista del libro, “adottato” dopo la morte della madre dalla famiglia di un amico e incompreso come Oliver Twist, intreccia la sua esistenza con quella di un quadro famosissimo, “The Goldfinch”, (Il cardellino), capolavoro dell’arte olandese del Seicento, di Carel Fabritius, uno degli allievi più dotati di Rembrandt. Questo dipinto è l’unica cosa che gli ricorda la madre e che gli conceda un po’ di serenità.
“Il Cardellino” è stato definito come un catalogo delle paure e dei traumi dell’Occidente dopo l’undici settembre. È un preghiera sul potere che ha l’arte. La bellezza non potrà certo salvarci, ma rendere più lieto il nostro passaggio su questa terra.
Questo l’intento dell’autrice.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Donna Tartt vince il Premio Pulitzer 2014 per la narrativa
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