Donnarumma all’assalto
- Autore: Ottiero Ottieri
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2004
“Donnarumma all’assalto”, forse il libro più famoso di Ottiero Ottieri, rientra a pieno titolo in quel filone letterario in cui la narrativa abbraccia temi sociali ed economici legati allo sviluppo industriale a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, temi tra l’altro di cui si occuparono altri narratori di punta come Volponi, Bianciardi, Mastronardi.
Una grande azienda del nord - leggi Olivetti - apre un grosso stabilimento in provincia di Napoli, nello splendido golfo di Pozzuoli. Sono i piemontesi che tornano al Sud per realizzare il sogno - lavorare in fabbrica - degli italiani usciti dalla catastrofe bellica.
Il protagonista è un capo ufficio del personale a cui spetta il compito di assumere operai avvalendosi della psicotecnica, un metodo di selezione psico-attitudinale volto a scegliere i più adatti.
L’eterna piaga della disoccupazione, particolarmente sofferta al Sud, le condizioni di arretratezza e miseria in cui versa gran parte della popolazione della zona, portano a pressioni di ogni genere da parte di chi vuole essere assunto. Si arriva addirittura ad esplicite minacce sia al capo del personale sia al direttore.
Il tanto ambito posto di lavoro in fabbrica costituisce infatti per molti l’unica opportunità per esorcizzare lo spettro della fame e della povertà.
Pur di farsi assumere, c’è chi passa all’intimidazione come un personaggio del tutto particolare, entrato in scena a metà del libro: Antonio Donnarumma, classico disoccupato appartenente al sottoproletariato meridionale, il quale non pare voler sentire ragioni di seguire, come tutti gli altri, la trafila per sottoporsi a un colloquio di lavoro con, appunto, il capo del personale. Donnarumma, senza neanche avere presentato alcuna domanda scritta, pretende il lavoro, lo ritiene un proprio diritto, ha bisogno di faticare e basta.
Le esigenze della psicotecnica si scontrano con la drammatica necessità di un esercito di disperati, con i loro problemi economici, familiari, esistenziali.
Il metodo scientifico di selezione si rivela inadatto alla tragica realtà di chi cerca un’occupazione che permetta una quotidianità più dignitosa, per sé e la propria famiglia.
“Donnarumma all’assalto” è un po’ saggio documentaristico, raccontato in forma di diario - Ottiero Ottieri, negli anni Cinquanta, lavorò infatti all’ufficio del personale della Olivetti -, un po’ romanzo sociale, dove si delineano via via le figure di altri protagonisti come Accettura, Dattilo, Papa.
Il tentativo di rendere la fabbrica più a dimensione umana - Adriano Olivetti in effetti fu il primo, in Italia, a seguire questa politica -, dovrà fare i conti con gente affamata di pane e lavoro.
Ottiero Ottieri fa luce sugli aspetti meno esaltanti di quegli anni di crescita economica: il paese produce, si sviluppa, si arricchisce, cambia pian piano fisionomia, certo: tuttavia, al contempo si delineano problemi sociali nuovi, portati dal vento dell’industrializzazione.
In un primo momento, alla pubblicazione del romanzo si oppose un dirigente della stessa Olivetti. Adriano in persona ne permise invece l’uscita: tipico caso in cui c’è sempre qualcuno - ottuso - più realista del re.
“Donnarumma all’assalto”, edito nel lontano 1959, è un libro che sembra non invecchiare mai: un classico - dunque, senza tempo - della letteratura industriale.
Donnarumma all'assalto
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Questo romanzo, tipico -come ha messo in evidenza la recensione. del periodo tra gli anni cinquanta e Sessanta. quelli della trasformazione di un ’ italia agricola a una industriale, è passato sotto silenzio per molti anni , prima che fosse ristampato. Certamente l’argomento non è affascinante, lo stile può sembrare troppo semplice a chi ama la retorica ( e in Italia sono moltissimi), ma è interessante lo sguardo di un uomo del Nord nei confronti del Sud che stava cambiando in un Paese che ancora oggi fatica a definirsi Nazione. Veramente Ottiero Ottieri ha scritto un capolavoro.
Questo romanzo, tipico -come ha messo in evidenza la recensione. del periodo tra gli anni cinquanta e Sessanta. quelli della trasformazione di un ’ italia agricola a una industriale, è passato sotto silenzio per molti anni , prima che fosse ristampato. Certamente l’argomento non è affascinante, lo stile può sembrare troppo semplice a chi ama la retorica ( e in Italia sono moltissimi), ma è interessante lo sguardo di un uomo del Nord nei confronti del Sud che stava cambiando in un Paese che ancora oggi fatica a definirsi Nazione. Veramente Ottiero Ottieri ha scritto un capolavoro.