Doppler. Vita con l’alce di Erlend Loe

In una realtà quotidiana dove tutti, nonostante le difficoltà, possono permettersi una vita agiata e di benessere, un cittadino norvegese decide di mettere in discussione tutto ciò, allontanandosi dal benessere e ritirandosi nell’ozio e nei suoi pensieri. Cosa accade alla mente umana quando non manca nulla e l’agio la fa da padrone?!? Tra i desideri, che anche il protagonista del romanzo riporta, vi è la necessità di dedicarsi a sé stessi, a semplici azioni quotidiane e trovare qualcuno con cui condividere una vita di poche esigenze materiali. Lasciati moglie e figli, l’avventura del norvegese di mezza età comincerà al fianco di una giovane alce, che diventerà sua compagna di vita e fidata confidente.

Doppler. Vita con l’alce (Iperborea, 2007, traduzione di Cristina Falcinella) racconta la lontananza dalla quotidianità di un tempo, dai comfort e dai famigliari che dopo alcune settimane inizierà a risultare ostica: in fondo, le comodità di una casa lontana dai boschi possono rendere tutto più semplice. Pertanto insorgerà nel protagonista un desiderio di ritorno al passato, con una maggiore consapevolezza per ciò che è autentico e fondamentale.

La narrazione di Erlend Loe, in perfetta sintonia con le opere tipiche del nord Europa, si propone per essere un invito all’azione. Lasciarsi sopraffare dal fato e da ciò che potrebbe capitare induce l’uomo a provare una profonda sensazione di impotenza. L’azione, il mettersi in gioco e il provare ad apportare un significativo cambiamento di rotta, invece, possono aiutare lo stesso a uscire da uno stato di profonda inquietudine e depressione per lungo tempo.