Dove è sempre notte
- Autore: John Banville
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2007
“I miei libri sono sempre il più realistici possibile, ma naturalmente sono interamente inventati... Più invecchio e più mi sembra che lo scrittore di romanzi sia un sognatore con una grande disciplina. Ho inventato storie per tutta la vita, ma trovo che sia ancora un processo profondamente misterioso. Da dove vengono, queste persone immaginarie che sembrano avere vita propria? Li ho evocati con l’immaginazione, e non sembrano esistere al di fuori delle parole, eppure sembrano molto reali. Molto strano”.
Si rimane sempre colpiti dallo charme e dalla raffinatezza di John Banville, lo scrittore irlandese definito dalla critica il Simenon d’Irlanda e più volte candidato al Nobel. Lo scrittore, del quale l’Editore Guanda ha voluto fortemente pubblicare in Italia tutti i suoi romanzi, ha dichiarato qualche anno fa di aver letto e amato alcuni nostri autori italiani che lo hanno indirizzato verso la scrittura poliziesca: Sciascia, Gadda e Camilleri.
Ma veniamo alla trama del romanzo “Dove è sempre notte” che, in pieno stile Banville, non delude gli amanti di quest’autore. La suggestiva storia noir si svolge negli anni cinquanta tra la vecchia Dublino e Boston, la città del New England con la maggiore concentrazione di irlandesi immigrati negli anni della grande carestia. Il dottor Quirke è uno stimato anatomopatologo, vedovo da anni di Delia, la giovane moglie appartenente alla ricca famiglia americana dei Crawford, morta di parto insieme alla neonata. Quirke è oggi un uomo di circa cinquant’anni, malinconico e solitario; cerca consolazione frequentando assiduamente i fumosi pub dublinesi al termine delle sue intense giornate di lavoro.
“A Quirke il McGonagle’s piaceva soprattutto in prima serata, quando c’era soltanto qualche cliente abituale. Si stava molto tranquilli seduti lì, sulla panchetta di velluto rosso macchiato che odorava di carrozze ferroviarie, a dare una scorsa ai giornali e sonnecchiare, confortati dal whisky, dal fumo delle sigarette e dalle prospettive delle lunghe e pigre ore prima dell’orario di chiusura.”
Cresciuto in un orfanotrofio, venne adottato dal giudice Griffin, un uomo molto importante e stimato nella buona borghesia di Dublino. Quirke è cresciuto con Mal, il vero figlio del giudice, affermato neonatologo e marito di Sarah, sorella di Delia e il suo vero grande amore taciuto e rimpianto da sempre. Dopo una festicciola in ospedale il nostro protagonista scopre il cognato Mal mentre compila di nascosto una cartella nel suo ufficio per una giovane ragazza portata all’obitorio. Il nome della ragazza è Christine Falls e la causa della morte, avvenuta dopo un parto, è stata falsificata da Mal. Quirke comprende da subito che c’è da indagare, sembra infatti essere la storia di una ragazza sedotta e abbandonata, uno dei tanti tradimenti di cui Mal si è macchiato. Nel frattempo, a Boston, alla giovane coppia Claire e Andy Stafford viene affidata una bambina dall’istituto St Mary’s, una fondazione benefica del ricchissimo suocero di Quirke, che aiuta i piccoli orfani e le giovani madri in difficoltà. Iniziando per caso ad investigare sul caso Christine Falls, Quirke si troverà ad affrontare scioccanti verità in una storia di misteri, di omertà, di potere e di vittime innocenti.
Un tema sociale tanto antico quanto attuale: nel romanzo viene citata La Lavanderia della Madre di Misericordia, resa famosa nel film di Peter Mullan “Magdalene” (Leone d’oro a Venezia, un invito a chi non l’avesse visto), il posto dove negli anni ’50 e ’60 nella cattolicissima Dublino venivano portate le ragazze madri e nel quale dovevano lavorare finché non avessero espiato il peccato. Un atto di accusa per le umiliazioni imposte a tante ragazze e che in nome di una intolleranza religiosa pativano innumerevoli sofferenze.
Il lettore è quindi catturato dalla trama del romanzo ma soprattutto da Quirke, che con il suo soprabito scuro, il cappello a tesa larga e la sigaretta in bocca è un personaggio al quale ci si affeziona da subito e che in maniera lucida e disincantata conduce alla risoluzione del caso.
“Quirke non si considerava un uomo audace e neppure coraggioso, forse. Il fatto era che il suo coraggio, fisico e morale, non era mai stato messo alla prova, e lui aveva sempre dato per scontato che quella prova non ci sarebbe mai stata. Guerre, delitti, violente rapine, i giornali erano pieni di queste cose, ma sembrava che tutto accadesse altrove, in una specie di mondo parallelo regolato e gestito da una specie umana diversa, più violenta, decisamente più formidabile e viziosa delle persone con cui aveva a che fare normalmente.“
Dove è sempre notte: I misteri di Quirke (I casi di Quirke, anatomopatologo Vol. 207)
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