Dove finisce Roma
- Autore: Paola Soriga
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2012
Guardando su Google si vede come il romanzo dell’esordiente Paola Soriga, sorella di Flavio, giovane scrittrice sarda ma ormai romana, abbia davvero convinto, viste le numerosissime positive citazioni del suo romanzo.
Pubblicato nel 2012 da Einaudi, Dove finisce Roma racconta dal punto di vista di chi non c’era la Resistenza romana con gli occhi di una giovanissima Ida, la ragazzina “sardegnola” che giunge nella capitale alla vigilia della Seconda guerra mondiale, al seguito della sorella maggiore Agnese, sposa di un fascista, Francesco, che cadrà poco gloriosamente sotto le bombe angloamericane del 19 luglio 1943.
Ida, giunta a Roma dodicenne, vive nel quartiere di Centocelle, esplora la città con paura e timidezza, soprattutto i quartieri ai margini della città storica, conosce nuove persone, vive di nostalgia per genitori e sorelle rimaste in Sardegna, e soprattutto per la figura idealizzata del suo professore di lettere, del quale era rimasta affascinata, anche se era stata costretta a lasciare la scuola e i libri che lui le donava.
La storia privata di Ida si intreccia indissolubilmente con la grande Storia: l’amica Micol, bionda, ricca e bella, ma ebrea, sparisce un giorno insieme ai genitori di fronte ad un’attonita e terrorizzata Ida che la vede allontanarsi in una misteriosa macchina nera. La fame, le bombe, la morte del cognato, la solitudine, l’amore infelice per Antonio, dai ricci neri che la illude ma poi la evita, spingono Ida verso chi sceglie di ribellarsi alla violenza dei tedeschi occupanti: il suo entrare come staffetta nella Resistenza ha qualcosa di naturale, le appare come un percorso scontato e per nulla eroico. Ida ha solo diciotto anni, una grande amicizia solidale con la compagna Rita, affetto e fiducia nel parroco, don Pietro, condivisione con gli amici del quartiere. Portare nella borsa volantini e proclami le sembra normale, finché un giorno, ricercata ed inseguita, si nasconde in una grotta di pozzolana, vicino alle fosse dell’Ardeatina dove, ormai si sa, sono stati sepolti i 335 dopo l’attentato di via Rasella... Ida resta isolata per qualche giorno, affamata, spaventata, infreddolita e solo Rita, sua antica compagna di giochi, la raggiunge in quel posto, un tempo nascondiglio infantile, ora buco spaventoso e le offre cibo e calore. Sembra un gioco, quello delle due ragazze, ma invece è il clima atroce della città occupata, dove, fino all’ultimo giorno della presenza dei tedeschi, continuano gli attentati feroci e le vendette.
Tutta la storia dei nove mesi di “Roma, città aperta” vengono raccontati dalla Soriga con lo sguardo inconsapevole ma fermo di Ida. Il bombardamento di San Lorenzo, l’arrivo del papa benedicente, la razzia degli ebrei dal ghetto dopo l’inutile raccolta dei famosi 50 chili d’oro, l’attesa spasmodica degli americani vicini ma ancora troppo lontani, il desiderio di continuare a vivere, malgrado tutto, l’amore, l’amicizia, l’attaccamento alla propria terra, tutto viene raccontato dalla Soriga con delicatezza, leggerezza, profonda conoscenza della psicologia di una adolescente alle sue prime esperienze.
La ragazza, Ida, si chiama come la protagonista de La Storia, il grande insuperato affresco di Elsa Morante, e per certi versi la ricorda. La lingua sarda, che si affaccia, a noi sconosciuta, in alcune pagine del testo, ci racconta il rimpianto di aver lasciato l’isola per il continente che è comune a tutti i sardi.
Un libro bello, poetico, gentile, scritto da una giovane donna venuta molto dopo le esperienze della Resistenza, di cui sembra parlare come una vera testimone... L’erede della Viganò, l’autrice quasi dimenticata de “L’Agnese va a morire”?
Dove finisce Roma
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