Due belle sfere di vetro ambrato
- Autore: Giorgio Caponetti
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2013
Arrivare alla scrittura e in particolare alla narrativa è stato un lungo percorso per Giorgio Caponetti, esperto di pubblicità e di tutto ciò che riguarda il mondo dei cavalli, tanto da divenire addirittura professore di una materia poco nota, l’ippologia. Proprio dai suoi numerosi e vari interessi, dalle sue curiosità di intellettuale, nasce questo delizioso romanzo, dal titolo accattivante, pubblicato da Marcos Y Marcos nel 2013.
”Due belle sfere di vetro ambrato” è una storia ambientata a Venezia ai nostri giorni ma anche nel 1457, che racconta una vicenda relativa alla nobile famiglia veneziana dei Pavari del Canal, un po’ vera, molto romanzata, dove personaggi storici e artisti famosi si mescolano con altri di pura invenzione dando vita ad un affresco originale e gustosissimo.
Trama
Il professor Alvise Pavari, nel suo sontuoso palazzo sul Canal Grande ormai quasi disabitato, sta preparando una conferenza che terrà all’Accademia reale di Stoccolma, dinanzi allo stesso sovrano svedese, dal titolo “L’arte del cavallo e del cavalcare nel Rinascimento europeo”. Alvise è stato sposato, ma ora è solo e solitario. Giunge inaspettatamente ad occupare uno dei suoi piccoli appartamenti una bellissima russa, Eva Kant (proprio così!), esperta a sua volta di cavalli, ottima amazzone, che cerca nei tesori di casa Pavari segni di materiali organici, residui del passato, capaci di clonare il magnifico cavallo su cui è raffigurato Bartolomeo Colleoni nella splendida statua del Verrocchio che si trova a Campo Zanipolo, a Venezia. Alvise è incuriosito e affascinato dalla bella Eva e la segue nel suo spericolato programma di ricerca biologica dei resti del cavallo, appartenuto alla famiglia Pavari e che era stato modello dell’artista toscano. Qui la storia diventa un thriller, con tanto di ladri, colpi di scena, sorprese di ogni tipo, ma a capitoli alterni Caponetti ci racconta il passato dei Pavari, il loro incontro con il grande condottiero Bartolomeo Colleoni, noto per essere fornito, secondo la leggenda, di tre testicoli, la mescolanza dovuta al tradimento della moglie del fondatore della dinastia, Pavaro, il cui figlio, Bartolomeo Pavari, era certamente il figlio del grande capitano di ventura, avendone ereditato l’eccezionale anomalia fisica.
Incontriamo dunque i dogi della Serenissima, Leonardo da Vinci, giovane disegnatore gay di sanguigne strepitose di cavalli al galoppo, innamorato del giovane Bartolomeo, il grasso Verrocchio. Il vecchio condottiero ha lasciato una gran somma di denaro a Venezia, a patto che gli venga costruita una statua equestre grandiosa e di questo viene incaricato Bartolomeo junior, che passerà tremendi guai prima che il progetto sia portato a compimento, molti anni dopo.
Il romanzo che scaturisce da queste due storie è davvero molto godibile: l’autore, colto e raffinato, non fa mai pesare la sua grande erudizione e ci intrattiene sul mondo dei cavalli con eleganza e leggerezza, mescolando con consumata abilità di narratore leggende e fatti storici, pure invenzioni e stereotipi, in un’appassionante cavalcata dal Rinascimento ad oggi…
Un libro insolito e originale, un modo diverso per raccontare una pezzo di storia italiana poco descritta, anche se i cavalli sono così gran parte dello scenario artistico della cultura rinascimentale fino quasi ai nostri giorni. Il fascino della narrazione sta anche nel racconto della vita quotidiana a Venezia, allora e ora, tra ombrine di vino bianco, pasti raffinati in osterie popolari, corse in laguna verso itinerari non turistici, e visite in Arsenale, dove la Repubblica Serenissima aveva costruito la sua potenza navale, accompagnata però da cavalli purosangue che potessero accompagnare le campagne di conquista in terraferma: la fortuna economica degli antenati di Alvise era nata proprio da quell’impresa commerciale, l’allevamento dei cavalli di razza.
L’autore ringrazia alla fine tutti gli intellettuali veneziani che l’hanno aiutato nella stesura del testo (linguisti e antiquari, esperti di vetro e di fusione del bronzo): un lavoro collettivo, ma soprattutto un romanzo davvero interessante.
Due belle sfere di vetro ambrato
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