Due o tre cose che so di Lei
- Autore: Giovanni Rossi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Se a “rumore” si sostituisce “notizia”, si capisce perché il dott. Giovanni Rossi da Mantova non abbia potuto resistere all’impulso di scrivere ai giornali, per protestare contro l’attenzione in negativo che la stampa riserva alle notizie di malasanità (e non solo). Si mettono in evidenza gli ospedali ostetrici che fanno registrare picchi sospetti di parti cesarei e questo va bene, ma perché non segnalare, allo stesso tempo, quelli che fanno registrare record positivi di parti naturali?
Giovanni Rossi è anche l’autore di un lungo e ispirato pamphlet, scritto col cuore a difesa della psichiatria, “Due o tre cose che so di lei. Ricettario per la Salute Mentale”, pubblicato dall’Editoriale Sometti di Mantova, a maggio 2018 (254 pagine 15 euro).
Salute Mentale, scritto volutamente con le maiuscole, tanto per il sostantivo “salute” che per l’aggettivo “mentale”, così da dare più rilievo all’insieme dei due.
Giovanni è uno psichiatra e psicoterapeuta, oltre che un partigiano della salute mentale. È attivista militante per la psichiatria, come lo considera il suo Editore. Ha diretto il Distretto Socio Sanitario di Modena e il Dipartimento di Salute Mentale di Mantova. È stato consulente della sezione panamericana dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e docente a contratto di psichiatria sociale e psichiatria clinica, nell’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha fondato il Club “No Restraint”, che provvede alla presa in cura senza ricorrere a mezzi di contenzione meccanica o spaziale.
Scrive da anni sul blog “Salute Rock”, è volontario nell’associazione “Mi Riguarda” e nella web radio Rete 180, “la voce di chi sente le voci”. È nata nel 2003, su iniziativa di pazienti e operatori del Centro Psicosociale di Mantova ed è stata la prima radio della salute mentale in Italia, seguita da una ventina di altre. Ha vissuto un’esperienza straordinaria, in condizioni economiche progressivamente difficili, sempre più trascurata dagli enti locali. Fin dalla nascita delle radio libere negli anni Settanta, del resto, le leggi del mercato sono state inesorabilmente. Dopotutto non ci si può che misurare con la realtà: fare bene non fa bene a chi fa del bene.
Radio Rete 180 non ha voluto limitarsi a parlare di salute mentale, ha cercato d’essere realizzata soprattutto da persone con problemi o che li hanno avuti. Dopo il distacco dai servizi psichiatrici, Rete 180 è autonoma. Per una fase si è costituita come circolo Arci, per poi confluire nell’associazione di volontariato “Mi Riguarda”.
E questo è lui. La lei del titolo è la Salute Mentale, “riservata e silenziosa”, scrive Giovanni, che ne prende le misure da oltre quarant’anni, guarda caso da quando opera in Italia la Legge 180, che ha rivoluzionato la psichiatria in Italia e il trattamento dei pazienti psichiatrici, sotto la spinta “rivoluzionaria” di Basaglia.
Quelli della mia generazione che raggiungevano Trieste, dove si stava chiudendo il manicomio, entravano in contatto con una straordinaria esperienza collettiva di trasformazione, ma anche con la formidabile forza positiva di un uomo instancabile
Ha scritto dello psichiatra e neurologo Franco Basaglia (1924–1980), riformatore della disciplina psichiatrica in Italia e ispiratore della legge legata al suo nome, che ha rivisto il sistema degli ospedali psichiatrici nel territorio.
Non bastava chiudere, ricorda Rossi, occorreva sapere cosa aprire, anche perché la salute mentale ha due sorelle: “sofferenza e quasi salute”. Ha concepito il libro come un ricettario per il lettore e propone il suo menu come un cuoco stellato, dagli antipasti per riconoscere le false piste, ai contorni (storie e vicende in linea col tema), fino alla specialità della casa, la risposta alla domanda: cos’è la salute mentale? Un diritto di tutti, dell’essere umano e delle sue fragilità. Tuttavia è inafferrabile e soprattutto è stata inafferrata, nel tempo, a danno di tanti sventurati. Alcuni pensano che la salute mentale sia indefinibile, altri che ci sia e basta, altri ancora che si noti solo la mancanza. C’è chi ritiene che nasca immacolata e col tempo si corrompa, chi è convinto che sia un prodotto della maturità e chi la identifica con un organo del corpo: avere o non avere cervello, a condizione che la salute mentale ci sia o che manchi.
Dovremmo cercare di scoprire e capire da dove viene. Tuttavia non sempre ne abbiamo voglia. La mancanza di tempo, la fretta, sono comodi alibi. Preferiamo prendere una via breve, o illuderci che ci sia.
È evanescente e complicata. Quando tace, non ci si pensa e si tira avanti.
C’è una cosa, per il dott. Rossi, che distingue un cuoco da uno psichiatra. Lo chef assaggia il cibo che metterà in tavola per i commensali. Fa esperienza per primo dell’effetto che farà.
In questo ricettario della salute mentale propongo un menù di assaggi, di cui ho fatto esperienza personale. Sono le due o tre cose che so di Lei.
Due o tre cose che so di lei. Ricettario per la salute mentale
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