Due settimane in settembre
- Autore: Robert Cedric Sherriff
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2022
Fazi pubblica nella collana “Le strade” il romanzo Due settimane in settembre (2022, titolo originale The Fortnight in September, traduzione di Silvia Castoldi) di Robert Cedric Sherriff (Hampton Wick, 6 giugno 1896 – Esher, 13 novembre 1975), scritto dallo scrittore e sceneggiatore inglese nel 1931.
“Cominciò a venirmi voglia di prendere una di quelle famiglie a caso e costruire la storia immaginaria della loro vacanza annuale al mare”.
Quante volte allungati sul lettino, vista mare, ci siamo divertiti a osservare i nostri vicini di ombrellone? Molte. La famiglia giovane con pargoli al seguito, che fanno avanti e indietro dalla spiaggia alla riva, bagnandosi felici e riempiendosi di sabbia, le attempate signorine super abbronzate, costumi chic che non rinunciano a prendere l’ultimo raggio di sole e la coppia di anziani perfettamente complementari, che si passano i fogli del quotidiano. Fotogrammi di serenità vacanziera, da ripensare con nostalgia durante le prime piogge autunnali.
Nelle pagine della sua autobiografia No Leading Lady (1968), Robert Cedric Sherriff racconta come un giorno, all’improvviso, aveva avuto l’idea di scrivere un romanzo. L’autore si trovava a Bognor, cittadina della contea del West Sussex, in Inghilterra. Seduto sul lungomare a guardare la folla che passava, lo scrittore osservava quella fiumana interminabile di persone, iniziando a scegliere famiglie a caso e a immaginare le loro vite di tutti i giorni. Era iniziata così la genesi del romanzo Due settimane in settembre, con protagonista la famiglia inglese degli Stevens: marito e moglie, la figlia adulta Mary che lavorava per una sarta, il figlio Dick appena assunto in un ufficio di Londra e un altro più piccolo, Ernie che andava ancora a scuola, fotografata durante i suoi annuali quindici giorni di vacanza a Bognor.
Un resoconto giornaliero della vacanza, dall’ultima sera trascorsa a casa prima di partire fino al giorno in cui gli Stevens facevano i bagagli per il viaggio di ritorno. Da questa vacanza il padre traeva speranze per il futuro grazie a quel breve periodo di libertà da un lavoro monotono, i figli incontravano l’amore e l’avventura, la madre, che aveva paura del mare, si sforzava di far credere agli altri che si stesse divertendo. Una volta edito, il romanzo ebbe ottime critiche e un’entusiasta reazione da parte dei lettori: la prima edizione andò esaurita in una settimana. L’idea di Robert Cedric Sherriff si era rivelata vincente, evidentemente chi leggeva tendeva a identificarsi con le vicende vacanziere della famiglia Stevens.
“Erano sempre andati a Bognor – fin da quando, durante la luna di miele, gli occhi chiari della signora Stevens avevano intravisto per la prima volta il mare”.
Per la luna di miele i neo coniugi Stevens avevano alloggiato presso i signori Huggett in St Matthews Road in un villino chiamato Vistamare, perché dalla finestra del bagno si vedeva la cima di un lampione del lungomare. Gli Stevens erano tornati l’anno dopo, e da allora in poi tutti gli anni, ogni settembre per venti anni di seguito, con la pioggia e col bel tempo, col caldo e col freddo. Quindici giorni per non pensare alla quotidianità della vita di città, per staccare e rilassarsi, per evadere con la mente e fare solo pensieri positivi. Quindi giorni in vacanza al mare, che cosa c’è di meglio al mondo?
Alla fine della lettura, capiamo perfettamente per quale motivo il Premio Nobel per la Letteratura Kazuo Ishiguro abbia scelto proprio questo libro per superare il difficile periodo del lockdown:
“Non riesco a pensare a un romanzo che più di questo sia in grado di risollevare il morale. La bellezza della dignità che si trova nella vita di tutti i giorni è stata raramente catturata in modo più delicato”.
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