Fino ad ora Edgar Allan Poe, col suo I delitti della rue Morgue, era ritenuto il capostipite della letteratura poliziesca. Pubblicato nel 1841 questo libro rappresenta il primo esempio di racconto “giallo”, primato mai messo in discussione, fino a quando non salta fuori quasi dal nulla (o meglio dalle ricerche di Ugo Cundari) un racconto di Dumas (L’assassinio di Rue Saint-Roch) uscito a puntate su L’indipendente tra il dicembre del 1860 e il gennaio del 1861. Questo racconto è identico a quello di Poe. Ma dov’è il problema? L’americano pubblica il suo racconto nel 1841, il francese nel 1860. La risposta su chi può essere accusato di plagio sembra chiara, ma forse le cose non sono così semplici come possono sembrare andando a sbirciare le sole date di pubblicazione. Leggendo infatti l’introduzione che Dumas fa allo strano caso che si accinge a raccontare (lo stesso che racconta Poe), dice di aver avuto come ospite a casa sua nel 1832 proprio lo scrittore americano. Verità o menzogna? Aveva motivi di mentire? Dov’era Poe in quel periodo? A queste domande prova a dare una risposta Ugo Cundari nella postfazione al libro di Dumas. E quello che salta fuori è davvero interessante e quanto mai curioso.
UN GIALLO NEL GIALLO
La postfazione al libro di Dumas merita di essere letta almeno quanto lo merita il racconto in sé. Tanti gli spunti interessanti e come detto salta fuori qualcosa di quanto mai curioso. Ma cosa salta fuori? Tanto direi e comunque abbastanza da aprire un caso letterario che si dipinge di giallo. E c’è veramente di tutto in questo mistero letterario:
- ci sono le troppe coincidenze, come il fatto che proprio nel periodo in cui Dumas diceva di aver ospitato Poe, di quest’ultimo non si hanno notizie, tutte le sue biografie presentano un buco relativamente a quel periodo
- troppe le cose che non tornano, come il fatto che, come tutti i biografi mettono in rilievo, Poe non è mai stato in Europa in età adulta, mentre da più fonti sembrerebbe che lo scrittore abbia partecipato addirittura a delle guerre nel vecchio continente
- c’è una lettera scritta, acquistata, sottoposta a verifica di autenticità e poi scomparsa
- c’è addirittura una società segreta della quale il francese e l’americano sembra facessero parte.
Una vicenda che diventa più misteriosa man mano che ci si addentra nei suoi meandri. Una vicenda che fa emergere ulteriori enigmi quando si cerca di venire a capo di uno di essi. Una vicenda che diventa poi più interessante se si tiene conto di quello che c’è in ballo e cioè la risposta alla seguente domanda:
A CHI SPETTA L’ONORE DEL PRIMO ESEMPIO DI ROMANZO GIALLO?
Come in tutti i contenziosi, c’è chi si schiera dalla parte di Poe e chi simpatizza per Dumas, ovviamente.
Qui non si vogliono prendere le parti né dell’uno né dell’altro. Si vuole solo dare risalto a una faccenda enigmatica, mettere in evidenza quello che sempre c’è stato nel mondo letterario, ossia il plagio, dare nutrimento alla nostra innata curiosità e alla nostra voglia di mistero, soprattutto quando al centro di essa ci stanno i libri. Sottolineare quanto ci sia alle volte dietro la pubblicazione di un libro.
E quale migliore scenografia per il primo romanzo giallo della storia se non quella di essere avvolto nel mistero creando così un giallo nel giallo?
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dumas e Poe: un misterioso plagio?
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Curiosità per amanti dei libri Storia della letteratura
Lascia il tuo commento