E’ andata così
- Autore: Meir Shalev
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2010
Una Nonna e un Aspirapolvere danno l’occasione a Meir Shalev per donarci una storia ricca di tenerezza ed ironia. Il racconto prende l’avvio da un esilarante episodio occorso all’Autore nella sua località natale, Nahalal, il primo moshav (villaggio agricolo cooperativo) sorto in Terra d’Israele nel 1921, del quale i suoi familiari sono stati tra i fondatori. Il titolo è tratto da una frase che sua Nonna materna Tonia ripeteva spesso; anzi l’espressione era, ed è, un intercalare asseverativo tipico di casa, riferito a questo o quell’evento sul quale, tra parenti, si sta discutendo. “E’ andata così”, parte la prima raffica, cui si contrappone, l’altrui ferma risposta: “No! Non è affatto andata così”.
Lo scrittore ci racconta la storia della sua famiglia, salita dall’Impero russo in Terra Promessa alla fine del 1800, a seguito della cosiddetta Seconda Aliyah. A partire dal diciannovenne (futuro) Nonno Aronne Ben Barak, originario di Makarov in Ucraina, giunto nella Terra dei Padri nel 1899, dapprima marito di Susanna Pekker, indi, morta lei di malaria nel 1920, di Tonia, sua sorella unilaterale, dal matrimonio con la quale nasceranno cinque rampolli, alle vicissitudini di questi ultimi, dei loro coniugi e discendenti, compreso lo scrittore, nipote amatissimo dalla Nonna. Il personaggio chiave è proprio Tonia, piccola di statura, ma dalla grande personalità; fanatica della pulizia, sì da suscitare i sogghigni dei compaesani, che la definiscono un tipo bislacco. Punto cruciale della vicenda è il rapporto di Amore / Odio tra Tonia e l’Aspirapolvere, donatole dal fratello maggiore del marito. Il cognato, per farsi perdonare di aver lasciato, a inizio ‘900, la natia Ucraina alla volta dei capitalistici USA, anziché impegnarsi a realizzare il sogno sionista in Terra di Israele, aveva regalato a Tonia questo strumento, massiccio e robusto, marca G.E. Di esso tutti favoleggiavano, in famiglia; poiché nessuno, a quanto pare, lo aveva mai visto, o forse sì, alcuni, una volta, ma nulla di preciso vi era su questo punto, perché….Perché il malcapitato Aspirapolvere, dopo un’iniziale perfetta intesa con la sua padrona, un giorno maledetto era incappato in una disavventura che lo aveva condannato ad una sorta di “ergastolo domestico”.
Che cosa mai era successo? Cercate di scoprirlo, leggendo il libro; ma briciole di mistero restano, qua e là.
Shalev ci consegna questo piccolo tesoro di misteri ed equivoci familiari, un romanzo sorprendente, ricco di colpi di scena e di particolari imprevedibili, tenuto insieme dal magico filo della delicatezza, dell’umorismo e della commozione. Mille particolari, anche autobiografici, da frugare e che non anticipo, per non guastare la sorpresa nel lettore. E l’incanto nella descrizione della vita al villaggio, dove Meir trascorse da bambino circa un paio d’anni e dove a lungo ritornava per le vacanze scolastiche: i ritmi della campagna, gli odori, i sapori…
È andata così (I narratori)
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