È così che si fa
- Autore: Giulia Rossi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2019
Ci sono libri che ti rimangono nel cuore perché sanno regalarti emozioni vere e sembrano essere loro a sceglierti, piuttosto che tu a farlo, in un determinato momento della tua vita nel quale sei alla ricerca di una storia che ti doni serenità e ti riconcili con essa.
Raccontare È così che si fa, il romanzo d’esordio di Giulia Rossi, potrebbe sembrare abbastanza semplice, dato che tutto sommato la storia lo è, almeno a una lettura superficiale, ma in realtà ci sono tante sfaccettature, sfumature e risvolti che rendono più complessa l’intera vicenda.
Si tratta innanzitutto di un ottimo libro per la bontà della struttura narrativa, la qualità della scrittura e la profondità dello sguardo sul mondo, qualità molto difficili da trovare in un’opera prima, specialmente se a scriverla è un’autrice giovane.
Il romanzo, ambientato ai nostri giorni, inizia raccontando un evento scatenante che avviene nel mese di maggio e attorno al quale ruota tutta la storia, per poi tornare indietro svelando ai lettori in vari momenti quanto di importante avvenuto in passato, in particolare nell’ottobre precedente.
Il protagonista della vicenda è il giovane professore di storia e filosofia Federico Gastaldi, che riesce a ottenere una supplenza annuale in un liceo classico di un’imprecisata città di provincia del Veneto, una buona opportunità professionale per un insegnante precario. Federico ama il suo lavoro, che ha scelto rinunciando al posto nell’azienda di famiglia, un calzaturificio, diretta da suo padre, del quale in futuro con ogni probabilità sarebbe diventato il successore. È sposato da alcuni anni con Vittoria Nicoletti, dalla quale aspetta un figlio, dopo diversi tentativi infruttuosi di realizzare il sogno di diventare genitori.
La vita di Federico sembra cominciare a prendere una buona piega, nonostante l’incertezza sul futuro dovuto alla situazione economica, quando avviene un fatto importante destinato a cambiare la sua vita e quella delle persone a lui più vicine: un pomeriggio d’ottobre, nel quale è tenuto a tenere un corso di approfondimento per aiutare gli studenti dell’ultimo anno a trovare argomenti per la tesina, in vista della maturità, decide subito dopo la fine della lezione di accompagnare in un bar, situato nei pressi della sua scuola, una sua studentessa, Matilde Bianchi, in attesa che il tempo migliori.
Infatti piove a dirotto e lei è sprovvista di ombrello. Federico accetta senza problemi, pensando che l’incontro possa essere di breve durata e sottovalutando la preoccupazione di sua moglie, giunta all’ultimo mese di gravidanza, che proprio quel giorno lo aveva chiamato dicendo di essere preoccupata per il bambino.
Federico e Matilde si perdono invece in una lunga e appassionata conversazione, incentrata soprattutto sui progetti futuri di lei e dal cui entusiasmo il professore rimane affascinato. L’incontro si conclude con un timido tentativo della giovane studentessa di baciare sulle labbra il suo professore, il quale riesce a sottrarsi pur con qualche difficoltà, perché in parte attratto da lei.
Federico legge in ritardo i numerosi messaggi che sua moglie gli ha inviato sul cellulare e si precipita in ospedale dove Vittoria nel frattempo è stata trasportata d’urgenza in ambulanza, per complicazioni legate al parto. Da quel momento la vita del giovane professore precipita: si susseguono problemi di ogni genere, da quelli più drammatici, fino ad altri risolvibili ma comunque gravi, che portano il principale protagonista del romanzo a provare un forte senso di colpa dovuto al ritardo di quel giorno, fino a condurlo alla depressione.
Dopo numerosi colpi di scena, si arriva all’epilogo della vicenda con il fiato corto e con il desiderio di capire se Federico, con il cerchio che a poco a poco si stringe, possa cavarsela oppure se sia costretto, messo alle strette, a confessare di essere lui l’autore della famigerata lettera. Un finale emozionante da non svelare, non scontato e che per questo motivo merita di essere letto.
Tra le immancabili pedalate del professor Federico Gastaldi sulla sua comoda anche se un po’ cigolante bicletta, che lo accompagna nei suoi spostamenti quotidiani, la storia scorre con un buon ritmo, mantenendo viva l’attenzione sulla psicologia dei personaggi e la loro introspezione, creando un’atmosfera di sana riflessione, a tratti malinconica, in altri momenti più spensierati, ma sempre densa di significato.
È così che si fa di Giulia Rossi: un’analisi dei personaggi
Un discorso a parte meritano i personaggi di questo romanzo che l’autrice ama uno per uno e non giudica mai, invitando anche i lettori a fare altrettanto. Sono tutti ottimamente caratterizzati al punto che ci si affeziona più o meno a tutti, secondo i propri gusti, ma nessuno risulta davvero antipatico, proprio come Giulia Rossi desidera, pur avendo ciascuno i suoi innegabili difetti che non vengono nascosti al lettore e tutti utili ai fini del corretto sviluppo della storia e in perfetta sintonia con essa.
Eccone alcuni tra i più significativi.
- Federico Gastaldi, personaggio principale, ha poco meno di quarant’anni, è un idealista che ama insegnare e crede sia importante educare i ragazzi facendo emergere le loro qualità migliori,in fondo è quella che comunemente si definisce una brava persona,ma fragile da un punto di vista psicologico, testardo,ingenuo,passionale e molto insicuro,tutte caratteristiche che lo portano a compiere una serie di errori che lo trascinano in un vortice dal quale sembra non poter più uscire spingendolo verso il baratro fino a sfiorare la tragedia.Perde la testa per una ragazzina non perché sia un immaturo, o peggio ancora un approfittatore che vuole sfruttare i sentimenti di una persona così giovane per trarne un piacere personale,dato che nel corso della storia decide di fare l’amore con lei, completando in questo modo il tradimento verso sua moglie. L’uomo vede forse in lei un esempio di vitalità, di giovinezza, di gratitudine per tutto quello che la vita le dona. Qualità che anche lui aveva alla sua età, ma che gli adulti e le circostanze della vita gli hanno perdere. Si tratta di qualcosa di più di una semplice infatuazione legata anche all’attrazione fisica che prova per la ragazza,ma di un sentimento sincero reso tuttavia complicato da poter coltivare in una relazione di coppia tra due persone per tante ragioni.
- Vittoria Nicoletti, la moglie di Federico è all’incirca sua coetanea, è una donna decisa,dal forte senso pratico e disillusa dalla vita,che svolge un lavoro che detesta ma che le serve per vivere,ama sinceramente suo marito e vorrebbe da lui ricevere più attenzioni, così decide di iniziare una dieta per perdere peso,pur non avendone davvero bisogno, che diventa per lei quasi un’ ossessione. Il modo diverso di concepire la vita e la perdita del bambino,finiscono però con il tempo per allontanarli l’una dall’altro.
- Matilde Bianchi è una diciottenne all’ultimo anno di liceo, bella, intelligente, innamorata e sensibile. Si mette in una situazione più grande di lei con un uomo sposato e che ha circa vent’anni più di lei,ma non agisce con cattiveria,ma si lascia trasportare dalla situazione come spesso sono soliti fare gli adolescenti, idealizzando il suo professore per il suo metodo di insegnamento che la appassiona e vedendo in lui una figura adulta solida a cui appoggiarsi, anche se a questo si aggiunge anche l’attrazione fisica che prova per lui, quindi un innamoramento vero. La sua visione spensierata, forse in parte egoistica, della vita sentimentale deve però fare i conti con una realtà che non può ignorare ma che la porta a maturare attraverso questa esperienza.
- Giovanna Bertoli, grande amica di Federico, sua collega al liceo classico,e ancor prima sua compagna di scuola alle superiori, insegna italiano ed è la principale confidente del protagonista ma anche lei viene tenuta all’oscuro del segreto del suo amico per quasi tutto il romanzo. La sua prontezza nel prendere le decisioni, l’amore per il suo lavoro e la sua umanità la rendono uno dei più belle figure all’interno insieme al protagonista e alla giovanissima Matilde.
- Il professor Silvani che insegna religione,forse uno tra i personaggi più severi e radicali che a tratti lo fanno risultare troppo moralista. La sua sua visione della vita dominata da convinzioni religiose troppo ferree che non ammettono più di tanto un pensiero diverso dal suo,quasi a voler dividere il mondo in maniera troppo schematica tra buoni e cattivi anche tra i ragazzi e con il quale Federico a volte si scontra,ma in fondo anche lui ha la sua dose di umanità e non può essere etichettato come personaggio negativo.
- Il padre di Federico, Ernesto Gastaldi, grande lavoratore,uomo onesto e di buon cuore rimasto vedovo abbastanza presto che farebbe di tutto per vedere suo figlio felice e che accetta con serenità la sua decisione di prendere una strada professionale diversa da quella che egli aveva immaginato per lui. La crisi e il fallimento della sua azienda lo avviliscono moltissimo e lo costringono a vivere da solo in un’abitazione molto umile con tanto rammarico.
- Mariano, il bidello del liceo,simpatico,attento e curioso,sempre intento a leggere ogni giorno a leggere e commentare le notizie di cronaca sul giornale interpellando Federico con il quale ha un ottimo rapporto basato sulla stima e il rispetto reciproco.
- Andrea Gaspari,compagno di classe di Matilde, innamorato di lei ma non ricambiato, si dimostra un ragazzo maturo per la sua età, un amico sincero e leale.
- Don Marco Cristofori, prete di strada,grande amico del protagonista da tanti anni e al quale Federico si rivolge ogni tanto per un conforto spirituale, pur non essendo religioso ma che vede in lui con la sua apertura mentale,il suo altruismo e la sua capacità di essere vicino al prossimo,un testimone credibile di quella fede cristiana che non sente di avere ma della quale ha rispetto.
È così che si fa di Giulia Rossi: la struttura del romanzo
È così che si fa viene narrato in terza persona ma con il punto di vista dei vari personaggi mai trascurato e sempre tenuto nella giusta considerazione. Il registro linguistico utilizzato a tratti risulta colloquiale, adatto ai lettori molto giovani e per questo molto moderno,in altri momenti invece risulta più ricercato e raffinato nello stile di questa autrice molto attenta a saper coniugare le diverse esigenze che un romanzo ben scritto a volte richiede. La storia risulta nel suo insieme comunque molto scorrevole e piacevole senza cadere mai nella retorica o nella banalità,come capita talvolta nella narrativa contemporanea.
Tanti sarebbero le frasi e i passaggi del libro da citare per la loro efficacia,poesia e sensibilità, giusto dare al lettore la possibilità di scegliere quelli che preferisce.
La presenza di citazioni importanti come ad esempio quelle di un passo tratto dal libro La macchia umana di Philip Roth che precede l’inizio di questo romanzo o una di Anna Magnani all’interno del testo conferma l’ottima formazione dell’autrice e il suo rivolgersi ai grandi personaggi della cultura contemporanea contribuisce a tenere alto il profilo della storia, pur mantenendo la giusta dose di umiltà.
Il sottotitolo che compare in copertina:
Ogni storia è un’eccezione a una regola che non esiste.
Rimane una delle frasi più significative del romanzo ed è un invito a non generalizzare e a considerare le mille sfumature di ogni situazione senza condannare le persone per i loro sbagli. Il titolo del libro è tratto da un passo del testo che recita:
"Perché quanto il vento soffia forte, è così che si fa."
Questo romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice Nord nel 2019 e come detto si tratta dell’opera prima di Giulia Rossi, al quale ha fatto seguito la pubblicazione de Il club dei perdenti nel 2022, sempre con lo stesso editore.
In questo primo libro la scrittrice decide di non ambientare la storia in una città identificata in modo esplicito, a differenza della sua seconda opera ambientata dichiaratamente a Mestre, ma si può dedurre che il teatro della vicenda sia lo stesso.
Chi scrive ha letto i due romanzi in ordine opposto rispetto alla loro uscita,ma quello che colpisce è che questo libro d’esordio di questa brava scrittrice non appare affatto acerbo e non ha nulla da invidiare a Il club dei perdenti.
A livello personale risulta anzi ancora più emozionante per la capacità straordinaria di questa giovane autrice di condensare in esso con abilità una profondità delle tematiche affrontate, qualità di scrittura e intensità della storia, sia dal punto dell’intreccio narrativo che da quello puramente emotivo. Giulia Rossi tiene i piedi ben piantati per terra nel raccontare le sue storie,perché concreta,al passo con i tempi e sensibile ai problemi reali della gente al giorno d’oggi, come la precarietà nel mondo del lavoro,il potere dei mezzi di comunicazione di massa e in particolare dei social network e la complessità delle relazioni sentimentali,ma al contempo con lo sguardo rivolto al cielo, cioè tenendo sempre viva l’aspirazione a una vita migliore, sia in ambito sentimentale che in quello spirituale.
C’è un’attenzione al dolore e ai problemi delle persone autentica,mai calcolata per accattivarsi il consenso di chi legge,ma il dolore non è il fine ultimo per il quale siamo al mondo, quindi si può porre rimedio alle sofferenze interiori rialzandoci dopo una caduta e agli errori riscattandoci con delle buone azioni. Questo libro nonostante i mille dubbi e interrogativi che solleva, infonde speranza e quindi fa stare bene.
L’autrice
Giulia Rossi è nata, cresciuta e vive a Mestre, alle porte di Venezia. Si occupa attualmente di comunicazione e formazione digitale.Ha frequentato il liceo classico Foscarini a Venezia e si è laureata in filosofia all’Università Ca’Foscari.
In un panorama letterario contemporaneo troppo spesso caratterizzato da personaggi che strizzano l’occhio al pubblico trattando temi ripetitivi o a volte troppo pesanti, trovare una scrittrice capace di narrare storie con leggerezza ma non con superficialità, parafrasando Italo Calvino,sia davvero una bellissima scoperta e come tale meritevole di essere valorizzata, seguendone con interesse il suo percorso come autrice che si prospetta davvero interessante. Giulia Rossi ambienta i suoi romanzi in una sorta di microcosmo, quello del Veneto e in particolare della sua amata Mestre,senza mai creare uno scenario provinciale bensì universale perché raccontato in modo talmente efficace da risultare simbolo di quel teatro nel quale si sviluppa la vita di ciascuno e per questo i luoghi descritti diventano familiari anche per coloro che non li conoscono. La sua letteratura ha un respiro internazionale pur nella sua precisa collocazione geografica per l’universalità dei temi trattati. Il suo sguardo sul mondo è lungiramente e per questo affascina,intrattiene ed emoziona.
Questo libro è consigliato a tutti quindi amano l’ottima letteratura,pur in apparenza rivolgendosi ai lettori più giovani per alcuni temi trattati e il contesto scolastico italiano odierno, davvero ben rappresentato,che fa da cornice a gran parte del romanzo. Infatti anche il pubblico adulto può trovare in esso tanti spunti di indiscutibile importanza trattati con maturità.
Un libro intelligente, caldo, intenso questo È così che si fa attraverso il quale si riflette su alcuni dei principali temi culturali e sociali dell’Italia contemporanea,ci si commuove, ci si lascia andare a qualche sana risata, si parteggia per uno o più personaggi, si soffre e ci si identifica nelle vicende umane narrate, in un’atmosfera molto realistica ma mai materialistica dove i sogni e le emozioni sono al centro della storia.
Giulia Rossi è un’autrice di spessore e di talento che meriterebbe più visibilità e che viene voglia di leggere e rileggere perché attraverso le sue pagine si respira
un’esperienza di vita vissuta, di grande umanità e gioia di vivere.
Il senso di gratitudine provato per una lettura così coinvolgente, testimonia in modo vivido il valore di questo romanzo straordinario pur nella sua semplicità che ci spinge ad amare la vita e a provare a essere persone migliori.
È così che si fa
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