È finito il nostro carnevale
- Autore: Fabio Stassi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2007
“È finito il nostro carnevale” di Fabio Stassi in breve - Hemingway e Chaplin, Hitler e Che Guevara. Ci sono tanti personaggi tra i più importanti del secolo scorso in questo bellissimo romanzo. Un libro sull’amore e sull’umanità, sulla solidarietà e sulla libertà, il tutto seguendo lo svolgersi negli anni di uno dei campionati del mondo più avvincenti, quello di calcio.
Bellissimo. Questo il primo aggettivo che mi viene in mente dopo aver letto questo libro. Anzi questo è quello che pensavo mentre leggevo questo romanzo che diventava di pagina in pagina sempre più appassionante, di quella passione che ti nasce dentro quando si è di fronte a una gran bella opera e di un gran libro si tratta in effetti.
In questo romanzo picaresco, il protagonista racconta come è riuscito a rubare la coppa Rimet, facendo un resoconto di tutte le avventure che ha dovuto affrontare per impadronirsene. E mentre è tutto proteso verso il suo fine ultimo, si ritrova coinvolto in tutti i più grandi eventi che coprono gran parte del secolo scorso, quelli che coincidono con il periodo che va dall’inizio dei campionati del mondo di calcio all’assegnazione definitiva della coppa, dando così una vista generale su quello che questo periodo ha rappresentato per l’umanità, come l’ha influenzata, come ne ha modificato l’esistenza.
Un secolo pieno di guerre e dittature, ma allo stesso tempo di utopie e speranze, tutto questo mentre si giocano i campionati mondiali di calcio di cui una nostalgica e appassionata descrizione si trova in tutto il libro. La nostalgia, dopotutto, è uno dei sentimenti che saltano fuori dalla lettura di questo romanzo: nostalgia per un calcio che si è imbastardito così come per quegli ideali che si sono schiantati contro il muro della praticità; nostalgia per un amore che è e rimarrà eterno. Già, l’amore, perché è sempre una questione di amore:
- l’amore per una donna, quello che in fondo scatena il susseguirsi delle varie vicende narrate,
- l’amore per la Libertà, quella con la ’L’ maiuscola,
- l’amore per un sentimento di uguaglianza e solidarietà sociale.
Una scrittura sobria per una lettura piacevole per un romanzo assolutamente da leggere. Si incontrano tanti personaggi tra i più importanti del secolo scorso, come Hemingway e Chaplin, Hitler e Che Guevara, Vinicius de Moraes e Django Reinhardt. Stassi riesce a dimostrare, e lo afferma lui stesso, come la vera unicità delle persone sta nella molteplicità e non in quella millantata “purezza” che indica la miseria di una sola appartenenza.
Tante le belle frasi che ci sono in questo libro. Ne riporto giusto un paio.
L’infanzia è la protesta più radicale alla forma adulta del mondo. No, non chiamatela innocenza. I bambini non sono né innocenti né puri. Ma hanno questa cosa qui: sanno riconoscere la giustizia.
La guerra non merita nessun racconto. È una cosa troppo sporca e troppo umana.
È finito il nostro carnevale
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