E il mio cuore trasparente di Véronique Ovaldé

Come si può conoscere così male la persona con cui si vive? È questo l’inquietante interrogativo che porta Lancelot, correttore di bozze dall’indole pigra e malinconica, alla ricerca di un’insospettabile verità.
L’aveva sposata trovando il coraggio di rompere il matrimonio precedente, un’unione sulla quale l’abitudine aveva preso il sopravvento spegnendo ogni alito di vita, un’assuefazione spesso somigliante alla tranquillità e alla sicurezza.
Eppure non aveva esitato a lasciarla la sua precedente moglie, per andare a vivere con Irina, donna stravagante e capricciosa, che l’aveva colpito così nel profondo, già nel vero senso della parola con uno stivale lanciato da una finestra aperta, in un giorno di primavera.
Così diversa da sé, dall’umore volubile e la spiccata femminilità, Lancelot se ne innamora pazzamente lasciando che tutta la bizzarra modalità di Irina riporti colore alla sua vita, della quale però continua a restare spettatore fino a quando una notte viene contattato dalla polizia: Irina è stata trovata morta in un auto sconosciuta, in fondo a un lago ghiacciato.
Lancelot non crede alle sue orecchie: l’aveva appena accompagnata all’aeroporto per uno dei suoi viaggi professionali, fotografa di specie animali nei luoghi più disparati del globo.

Intrigante, ironica e struggente questa storia raccontata dalla brava Véronique Ovaldé è un viaggio all’interno dell’animo umano dove i personaggi, tutti un po’ fuori le righe, non temono di mostrarsi nella loro singolarità in un misto di forza e debolezza.
E il mio cuore trasparente (Minimum Fax, 2010) è una storia d’amore ambientata in un freddo paese del Nord Europa che tocca momenti noir, trasportando il lettore in un mondo interiore dove è facile riconoscersi attraverso l’ambiguità della natura umana.

Il segreto di Irina scoperto da Lancelot - in un crescendo di eventi che lo ribattezzano ad una rinnovata inimmaginabile esistenza - metterà a nudo l’ingenuità dell’amore, un candore che raggiunge il lettore attraverso la delicata poetica sull’illusorietà dei sentimenti umani.

L’ineluttabilità del destino, con la sua impeccabile ironia, è forse l’aspetto più inquietante e seducente che la vita riserva all’essere umano: una scelta casuale o il lancio accidentale di uno stivale dalla finestra - eventi in realtà mai casuali o accidentali - possono cambiare radicalmente il corso di intere esistenze.