Una notizia è giunta a rattristare il mondo della cultura, a confermare la già diffusa opinione che di artisti versatili, come quelli di una volta, non se ne formeranno più. A 90 anni, compiuti lo scorso 18 marzo, ci lascia il regista e scrittore di origini bergamasche Giulio Questi.
È morto nella sua casa di Roma mercoledì 3 dicembre 2014 colui che aveva lavorato con registi del calibro di Valerio Zulini e Franco Rosi, autore a sua volta di tre film: “Se sei vivo spara” del 1967; “La morte ha fatto l’uovo” del 1968; “Arcana” del 1972.
Quentin Tarantino ne era rimasto conquistato, citandolo in “Kill Bill 2”, riprendendo in una frase il titolo del famoso western con Tomas Milian e firmato alla regia da Questi, “Se sei vivo spara!”. Memorabile la sua lunga collaborazione col famoso montatore, nonché amico, Franco Arcalli.
Giulio Questi scrittore
Forse la parte più interessante, per chi ama i libri, è la sua attività di scrittore. Ex partigiano, ha scritto un libro di racconti sulla Resistenza, uscito a maggio 2014 per Einaudi, dal titolo “Uomini e comandanti”, a tale opera è stata dedicata una retrospettiva al Torino Film Festival, al quale Questi aveva partecipato. Era infatti tornato da poco a Roma, dopo un soggiorno di una settimana a Torino.
Ancora più recente è “Se non ricordo male - Frammenti autobiografici raccolti da Domenico Monetti e Luca Pallauch”, edito da Rubbettino, opera in cui si raccontano le sue rocambolesche avventure.
Ho fatto il partigiano nelle valli bergamasche, ho preparato carte d’identità false per gli ebrei, ho venduto armi, ho bocciato le poesie di un giovane Pasolini, ho fatto da guida a Le Corbusier, ho incontrato Orson Wells, ho diviso la povertà con Marco Ferreri e i ricordi di guerra con Fenoglio, sono stato aiuto regista di Zurlini, Ettore Giannini e Rosi, ho lavorato nella famosa Lux Film di Gualino e Gatti, ho bocciato i provini della Loren e della Koscina.
Insomma, non si è fatto mancare proprio niente.
Così lo saluta Emanuela Martini, la direttrice del Torino Film Festival:
Che tu avessi humour, cultura e umanità si capiva dai film, lunghi e corti, che hai realizzato, dalle invenzioni con cui hai anticipato decenni di cinema successivo, dalla tua instancabile voglia di raccontare, con parole e immagini, il mondo che vedevi cambiare dall’osservatorio di casa tua. Ma essere partecipi di queste qualità dal vivo è stato un regalo enorme che hai fatto agli spettatori del Torino Film Festival.
Un’instancabile voglia di raccontare differenzia i “grandi” dalle “effimere presenze” nel mondo dello spettacolo. Per questo Torino ha risposto con entusiasmo alla sua partecipazione, confermando di non averlo mai dimenticato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: È morto Giulio Questi, regista e scrittore citato da Tarantino
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