E non disse nemmeno una parola
- Autore: Heinrich Böll
Alle porte della nascente mentalità neocapitalista e del consumismo di massa, si affaccia la schiettezza esacerbata di Heinrich Böll, che incontreremo successivamente, con crescente preponderanza, in “Opinioni di un clown”, una feroce e spietata satira sui nuovi costumi tedeschi.
“E non disse nemmeno una parola” pone le basi di una nuova presa di posizione su alcuni temi fondamentali che hanno caratterizzato l’intera opera di Böll, ossia il rapporto con la Chiesa e col neocapitalismo. Il ricordo indelebile degli orrori vissuti durante la seconda guerra mondiale costituiranno, quindi, un punto fermo dei suoi scritti, e se vogliamo anche la chiave di lettura dei suoi personaggi fortemente caratterizzati.
Un romanzo a due voci alternate che vedremo convergere in un unico richiamo disperato, i pensieri di Fred si alterneranno a quelli di Käte, gli uni seguiranno gli altri, una flebile rincorsa che ci accompagnerà fino alla fine. Ambientato nella Germania del secondo dopoguerra, in una Germania devastata e svilita dalle atrocità del nazismo che si è lasciato dietro una generazione di disillusi sopraffatti dalla noia. Questa condizione costituisce terreno fertile per la crescente propaganda consumista, causa di un ulteriore impoverimento dei valori. Striscioni pubblicitari e insegne luminose si manifestano in maniera opprimente per tutta la città. Fred si sente soffocato da questo scenario, fugge dalla propria famiglia perché non in grado di accettare la condizione di povertà e miseria in cui si trova. La mancanza di intimità tra i due coniugi sfocia nell’insofferenza più radicata.
L’insofferenza di Fred trova rifugio nell’alcool, nelle slot machine e nella violenza, quella violenza che ha sempre sdegnato e intollerato. Dall’altra parte Käte accetta la volontà di Fred, senza dire nemmeno una parola, rimane accanto ai suoi figli, soffre per la loro artificiosa pacatezza e diligenza, soffre per la lontananza dal marito, ma allo stesso tempo ne è sollevata. L’allontanamento fisico e spirituale dalla religione, costituisce un’ulteriore presa di coscienza che conduce Fred ad aprire gli occhi verso una corruzione che va sempre più contaminando l’ambiente ecclesiastico della realtà in cui vive. La narrazione culmina con l’incontro tra Fred e Käte, scandito da un susseguirsi di rivelazioni reciproche, la conferma di un amore che non si è mai affievolito, ma che non può impedire l’ennesima separazione. Separazione destinata a dissiparsi, per far posto ad una verità implacabile.
“Era una donna non più giovane, ma bella, vedevo le sue gambe, la gonna verde. La consunta giacchetta bruna, vedevo il cappello verde, ma soprattutto il profilo mesto e soave, e per un attimo – non so quanto durò – il cuore cessò di battere. La vedevo attraverso due lastre di vetro, vedevo che stava guardando gli abiti esposti ma intanto pensava a qualcos’altro.. sentii che il cuore tornava a battere, continuavo a guardare il profilo di quella donna, e a un tratto seppi che era Käte.”
E non disse nemmeno una parola (Mondadori) (Oscar scrittori moderni Vol. 314)
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