Egitto magico religioso
- Autore: Boris de Rachewiltz
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Senza la riedizione da parte della casa editrice Terra di Mezzo l’ottimo saggio Egitto Magico Religioso (pp.256, 2008, nuova edizione 2022) dell’accademico egittologo Boris de Rachewiltz sarebbe caduto nell’oblio. Era stato pubblicato nel 1961 da Boringhieri.
Il libro, una chicca per gli appassionati del settore, è la testimonianza suffragata da archeologia ed etnologia di come gli Egizi siano stati i nostri veri precursori in campo spirituale. Per esempio il dio Osiride muore e rinasce come pure accade nel rito della messa cristiana. Contiene una grande quantità di immagini.
Nessun popolo come gli antichi Egizi ha manifestato l’ansia di immortalità, il desiderio di equipararsi agli dei nella perennità dell’anima e dell’io. La mummificazione, della cui pratica l’autore fornisce dettagli accurati, è stato lo strumento che, secondo loro, rendeva possibile l’eternità.
Quest’ultima nelle prime dinastie e per millenni venne riservata soltanto al faraone, ritenuto divino, poi anche ai feudatari. Finalmente verso la fine del terzo millennio a. C. il diritto all’immortalità si estese al popolo, ma ci fu sempre la distinzione tra rituali aristocratici e pratiche “democratiche” più semplici e più povere. Il diritto alla sopravvivenza fu ottenuto non senza aspre rivolte e lotte politiche.
Soltanto con il Cristo si avrà una religione veramente universale, il possesso del Regno per tutti gli affamati di giustizia, rispettosi dell’ordine cosmico, il Logos, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza.
Magia e religione in Egitto erano in pratica indistinguibili; una, la teologia, costituiva la teoria, l’altra, la magia, il corpus fattuale di mezzi per raggiungere la condizione divina. La magia era un fattore di potere sociopolitico in mano ai sacerdoti.
La religione egizia non è sintetizzabile, il pantheon delle divinità è enorme, ma c’è un mito da sfatare: non si tratta di politeismo bensì di monoteismo. Si era sviluppata coscientemente la visione del Dio Unico, Nether Ua, che prendeva molti nomi a seconda delle aree geografiche di cui era signore: Ra o Atum a Heliopoli, Ptah a Menfi, Amon a Tebe.
Ne dà certezza il bellissimo Inno ad Amon in cui Amon è definito:
"Padre degli dei, creatore degli uomini e degli animali… Solo Uno e Unico dalle molte mani”.
Nel primo millennio a.C. tra le iscrizioni del faraone Amenemope si trova la similitudine tra il dio e l’argilla lavorata dall’artigiano:
"L’uomo è argilla e paglia e Dio è il suo modellatore.”
Nel Papiro Magico di Torino si legge:
“Formula per il dio che è divenuto dio, che si è autogenerato, che ha creato il cielo, la terra, il fuoco, gli dei, gli uomini, il bestiame, i rettili, i pesci, che è re degli uomini e degli dei.”
Nether contiene il geroglifico ter, che fa riferimento alla fioritura annuale della palma, simbolo di perennità e dell’energia autorinnovatosi, restando uguale, incorruttibile. “Nulla si crea e nella si distrugge…”
Gli dei raffigurati con teste di uccello, levriero, mucca e altri animali mostrano il profondo legame tra terra e cielo, materia e spirito, in una concezione olistica oggi in Occidente in fase di recupero.
Il libro, dotto e avvincente, cattura le menti anche digiune sull’argomento, perché trova radici nelle nostre profondità ancestrali. Affascina sapere che ancora oggi in Africa nelle tribù esistono stregoni lupo, uomini pantera, leoni in cui lo spirito umano si incarna temporaneamente in stato di trance per assumere le qualità divine (leggi: naturali) della bestia. Tale è la magia, arte alchemica di trasmutazione, con l’uso della volontà guidata.
Tutto è Uno, espressione di Dio.
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