Elise e il cane di seconda mano
- Autore: Bjarne Reuter
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2020
L’amicizia rappresenta spesso uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere la solitudine e i bambini sono i soggetti che più hanno bisogno di qualcuno con cui condividere il loro percorso di crescita. Essi hanno una straordinaria capacità di adattamento e laddove si trovino a vivere la loro infanzia da figli unici o non trovino loro coetanei con i quali stringere amicizia possono ricorrere a soluzioni diverse, come ad esempio quella di scegliere un animale domestico. Il profondo legame che può instaurarsi tra un bambino e un animale in letteratura è alla base di molte storie, che ci permettono di riflettere sul grande valore dell’amicizia.
Elise e il cane di seconda mano (IPerborea, 2020, trad. Eva Valvo) è un romanzo per bambini dello scrittore danese Bjarne Reuter che narra tale rapporto in chiave fantasiosa, ma non per questo meno significativa. La storia vede come protagonista la piccola Elise, una bambina danese di sette anni che vive a Copenaghen con il papà Anders e il suo cane che viene adottato dopo l’insistente richiesta di lei fatta al suo genitore. La madre di Elise lavora all’estero ed è spesso lontana da casa, in particolare, durante lo svolgimento della storia, si trova in Brasile a costruire un ponte sospeso nella foresta dell’Amazzonia.
I due futuri amici si conoscono in un negozio di Copenaghen alquanto singolare, una sorta di moderno bazar, dove si vendono non soltanto animali domestici, ma anche numerosi altri bizzarri oggetti, come ad esempio "braccialetti magici" che cambiano colorazione a seconda dello stato d’animo di chi li indossa. Il negozio è gestito dal mercante Ali Potifar, di chiare origine arabe. Il cane di Elise è un meticcio di seconda mano che ha avuto un grave incidente e che per tale motivo Potifar ha soprannominato Gasometro, in ricordo del luogo dove è stato ritrovato in seguito a tale disavventura, che ha superato ma che gli ha provocato danni fisici assai evidenti.
Il cagnolino si rivela però quasi subito un esemplare unico, diverso da tutti i suoi simili ed Elise ne rimane subito attratta al punto da desiderarlo come suo compagno di giochi. Un giorno, mentre si trova nella sua cameretta e vuole ufficialmente dargli un nome, Elise scopre con grande stupore che il suo amico a quattro zampe è in grado di parlare e comprendere il linguaggio umano. Questa scoperta rafforza e rende molto speciale la relazione tra Elise e il suo cane, soprattutto per il fatto che ella è l’unico essere umano con il quale l’animale decide di parlare. L’autore non svela nel romanzo se questa è solo una fantasticheria della mente molto creativa della piccola protagonista o se il cane è realmente in grado di parlare. I due piccoli amici iniziano da quel momento a condividere una serie di formidabili avventure al punto da divenire inseparabili.
Tutto il racconto si sviluppa nella cornice di una Copenaghen moderna, cosmopolita e affascinante, dove al mediamente alto tenore di vita dei suoi abitanti spesso si contrappongono nella storia situazioni di difficoltà economiche che l’autore desidera sottolineare, come quella di Anders, il padre della protagonista, il quale suona il violino a funerali, matrimoni, feste in chiesa e per altre funzioni religiose o concerti, ma talvolta anche davanti alle vetrine di negozi e grandi magazzini e certo economicamente non se la passa molto bene. Elise impara a maturare fin da piccola quindi l’importanza di fare piccoli sacrifici e rinunce. Inoltre sperimenta soprattutto il senso della solitudine per l’assenza di sua madre, la cui lontananza viene avvertita dalla bambina come un peso, mitigato in parte dalla certezza del ritorno a casa di lei che non si sa quando potrà esserci e che Elise attende con ansia.
Circondata dall’affetto dei suoi familiari, suo padre Anders con il quale come detto vive, della sua zia materna Fie, diminutivo di Sophie, e degli stravaganti nonna e bisnonno, quest’ultimo ospite di una casa di riposo, ella si sente un po’ meno sola, anche se nella storia si nota la mancanza di relazioni significative con suoi coetaneii. A colmare questa mancanza, oltre alla presenza degli adulti, ci pensa McAduddi, questo è il nome del cane, Duddi per gli amici, al quale Elise rivela anche molte delle sue preoccupazioni, dei suoi segreti e dei suoi sogni. McAdduddi viene da una famiglia scozzese da molte generazioni, come dichiara alla sua amica, che affettuosamente chiama Lassie, e precisamente afferma di provenire da un piccolo paese di pescatori di nome Tobermory. Nonostante l’aspetto un po’ sgraziato, zampe storte, un occhio da una parte e uno dall’altra, McAdduddi si rivela un cane intelligente, curioso, pieno di idee, per quanto un po’ fifone e perennemente affamato.
Elise, bambina audace, molto matura per la sua tenera età e curiosa proprio come il suo cane, decide di coinvolgerlo e farsi coinvolgere in una serie di emozionanti e indimenticabili avventure tra cui una in un ristorante gestito da un pizzaiolo italiano di nome Giorgio che ama cantare le canzoni napoletane che gli ricordano la sua cara mamma, e un’altra in un mulino abbandonato situato alla periferia di Copenaghen, che gli abitanti della zona sostengono essere abitato dai fantasmi, dove ella festeggia in modo singolare con la sua famiglia la notte di Halloween come ogni anno per tradizione.
Il libro basa la sua forza sulla fantasia che permea la storia e in particolare il personaggio del cane parlante McAduddi, che non si capisce in quali circostanze sia approdato dalle coste scozzesi alla capitale danese, al quale l’autore affianca tuttavia temi di concreta e stretta attualità: il faticoso impegno quotidiano di entrambi i genitori nel lavoro per dare un futuro ai propri figli; la solitudine, che nella società contemporanea spesso gli esseri umani sperimentano fin da bambini, pur vivendo in una grande città; il difficile percorso della crescita che i bambini di oggi devono intraprendere in una società complessa e in continua trasformazione che comprende anche per gli adulti la necessità di trovare il tempo per stabilire un dialogo con le nuove generazioni all’interno della famiglia che favorisca l’unità, l’armonia e la comprensione reciproca tra i suoi componenti, ognuno alle prese con problematiche differenti legate alle loro diverse età.
Tutto questo avviene una narrazione efficace, fluida, ma a tratti anche poetica, dove l’elemento magico viene inserito con cognizione di causa nella storia, rendendola coerente e ben collocata nell’attuale contesto storico culturale non solo della Danimarca, ma di gran parte dell’Europa odierna. In questo senso giocano un ruolo essenziale all’interno della storia i personaggi con una caratterizzazione precisa e credibile, ma al tempo stesso simpatici con le loro singolari personalità e le loro bizzarre abitudini, come il già citato mercante Ali Potifar; il bisnonno un po’ svampito e la nonna determinata e grintosa, ma anche piena di iniziative; la raffinata e saggia zia Fie, altra preziosa confidente per la piccola protagonista; l’anziana vicina di casa di Elise, la signora Martini, così soprannominata per via del suo vizio per il bere, con la sua casa arredata in modo esotico; il padre Anders, che a volte sembra più bambino di sua figlia, nonostante la sua bontà d’animo, ma che dà l’impressione di aver bisogno del sostegno di Elise, sia fisico che morale, piuttosto che fungere lui da spalla per la sua piccola, che in certi momenti della storia si comporta già come una persona adulta. Il finale della storia è aperto, con un lieto fine affiancato da un sottile velo di malinconia e mistero.
Bjarne Reuter, nato nel 1950 a Brønshøj, quartiere di Copenaghen, è considerato uno dei maggiori scrittori danesi contemporanei di libri per l’infanzia, sia per i numerosi riconoscimenti ottenuti, come tra gli altri nel 1977 il premio del Ministero Cultura danese per tali suoi scritti o il Lauro d’oro dei librai danesi, sia per le vendite e il numero di prestiti delle sue opere nelle biblioteche della sua nazione. Tradotto in molte lingue, è arrivato anche in Italia con questo suo libro, prima opera disponibile nella nostra lingua.
Elise e il cane di seconda mano (titolo originale dell’opera Elise og den brugte hund) è stato pubblicato in Danimarca per la prima volta nel 2016 e in Italia da Iperborea nel 2020 nella collana I miniborei, con le illustrazioni della danese Kirsten Raagard e la traduzione di Eva Valvo.
Il libro è stato finalista al Premio Strega Ragazzi e Ragazze nel 2021 nella sezione 8+ ed è indicato per bambini a partire da quell’età, anche se in lettura condivisa con un adulto può andar bene anche a partire dai sei-sette anni. In realtà si tratta di un libro che può far riflettere, sorridere ed emozionare sia grandi che piccoli grazie a una buona dose di fantasia in esso presente, mescolata con sapienza a un tocco di sano realismo, che lo rende davvero divertente, fantastico e originale nella sua commovente, ma delicata e autentica semplicità.
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