Lutto per il mondo della cultura: si è spento a Milano Umberto Eco, uomo di immensa cultura, giustamente definito "mente acutissima e mai paga". Da lui non avremmo voluto accomiatarci perché Umberto Eco, scrittore e semiologo di fama mondiale, tanto aveva donato al mondo della letteratura e della cultura in generale.
Il suo curriculum vitae è ricchissimo: oltre alle innumerevoli pubblicazioni, ci sono tante lauree honoris causa e onorificenze. Lui stesso, per primo, ha messo in pratica quella frase che tutti conosciamo
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito... perché la lettura è un’immortalità all’indietro.”
Purtroppo la scomparsa di Eco, nonostante alcune false notizie dilagassero nel web, è stata confermata dalla famiglia. L’autore, nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932, si è spento a Milano il 19 febbraio 2016.
Chi era Umberto Eco - La sua vita si è caratterizzata per l’intensità con cui è trascorsa. Dopo la laurea in Filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson, Eco partecipa a un concorso Rai che vince insieme a Furio Colombo e Gianni Vattimo. Da quel momento in avanti il percorso di Eco sarà uno sorprendente avvicendarsi di ruoli istituzionali e di pubblicazioni indimenticabili. Elemento distintivo di tutti i suoi lavori sarà sempre la straordinaria curiosità, la voglia di sapere e di comunicare, la giovinezza e la freschezza di un uomo ormai maturo, uno studioso che analizzerà con rigore, impegno e serietà sia l’opera di San Tommaso che le parole di Mike Bongiorno, i manoscritti medievali e gli albi a fumetti.
Per tutti, Wikipedia compresa, Umberto Eco è stato il semiologo per eccellenza che, grazie al suo impegno, ha fatto entrare la semiologia, disciplina che studia i fenomeni di significazione e di comunicazione, nei programmi di studio universitari.
I libri di Umberto Eco - Medievalista senza pari, in questo periodo storico Umberto Eco non ha solo ambientato alcuni suoi romanzi ma di esso ha scritto saggi quali “Arte e bellezza nell’estetica medioevale” e “Scritti sul pensiero medioevale” in cui raccoglie così le ricerche sull’estetica di quel periodo, sulla nozione aristotelica di metafora, le esplorazioni varie sul linguaggio animale, sulla falsificazione, sul pensiero medievale e sui suoi vari ritorni in tempi moderni, con riflessioni sull’estetica della luce nel paradiso dantesco, il Milione di Marco Polo, la miniatura irlandese e quella del tardo Medioevo, documentate visivamente in una raccolta di immagini. Questi scritti coprono un arco di sessant’anni e rappresentano la summa di alcuni fra i maggiori interessi dell’autore.
Innumerevoli e indimenticabili le opere, prima fra tutte “Il nome della rosa”, uno dei bestseller più di successo di tutti i tempi che finora ha venduto nel mondo circa trenta milioni di copie. Una struttura da giallo mista a filosofia e conoscenza storica del Medioevo, una storia letta, analizzata e poi anche portata, con enorme successo, sul grande schermo. Seguirono nel 1988 "Il Pendolo di Foucault", sui Templari, "L’isola del giorno prima" (1994), "Baudolino" (2000), "La misteriosa fiamma della regina Loana" (2004) "Il cimitero di Praga" (2010), in cui Eco affronta il tema dell’antisemitismo e "Numero zero", l’ultimo romanzo, uscito a gennaio dell’anno scorso, in cui ha analizzato e raccontato con schiettezza di pregi e difetti del giornalismo contemporaneo.
Non dimentichiamo inoltre Umberto Eco quale giornalista di successo e di notevole spicco: ha collaborato, infatti, con grandi giornali italiani. Aveva scritto per “Il Giorno”, “La Stampa”, era stato tra le grandi firme della terza pagina del Corriere della sera e da anni scriveva per “La Repubblica. Una delle rubriche più di successo dei settimanali italiani è stata “La bustina di Minerva” che concludeva ogni settimana e poi ogni quindici giorni i numeri dell’“Espresso”.
Ci mancherà davvero tanto un uomo come lui del quale l’Italia non può che andare fiera perché Eco è stato uno fra i più importanti uomini di cultura contemporanei e si è distinto, oltre che per le incommensurabili doti letterarie, per la sua capacità di osservazione e comunicazione, qualità che, come ogni uomo di grande e vera cultura, non ha mai fatto cadere dall’alto. Ancora grazie a Umberto Eco per i tanti scritti che ci ha donato e per la sua fondamentale presenza nella letteratura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Elogio a Umberto Eco, grande della letteratura che non è più fra noi
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