Elogio dell’egoismo
- Autore: Armando Torno
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2012
Armando Torno con questo saggio edito da Bompiani nel 2012 si mostra a favore di un egoismo temperato. Il che non significa che bisogna trattare gli altri con meno riguardo, oppure rifuggire dalle opere di bene.
Ma ogni giorno la nostra vita sta diventando una corsa a ostacoli, dimentichiamo le persone care, ci dimentichiamo di curare noi stessi se facciamo un lavoro che non ci piace, e molti cadono in una forma di apatia che non è altro che una depressione mascherata. Non ne vale la pena. La vita non è così lunga e nessuno sa quanto tempo gli resta su questo pianeta sempre più affollato.
In Elogio dell’egoismo Torno lo scrive in modo mirabile:
E che su questa Terra abbiamo a disposizione una sola esistenza e, sino a prova contraria, non ce ne sono altre quaggiù che si possono utilizzare di riserva. Non ci conviene buttare via il tempo, arrenderci o addirittura comportarci come se qualcuno ci avesse comperato. Ognuno ha dentro di sé le risorse per ritrovare uno scatto di orgoglio, per sorridere, per combattere i mille nemici che ogni mattina bussano alla porta per colpirci.
Tutto giusto e condivisibile, se non fosse che i nemici di cui scrive Armando Torno, possono essere la già citata depressione; una malattia incurabile; uno stato di disoccupazione permanente; una vita familiare che si tiene unita soltanto grazie alle abitudini, ma da cui è sparita qualsiasi gioia o progetto; l’essere consapevoli di non avere talenti particolari. E in più questa forma di egoismo temperato l’autore ci dice di volerci più bene, ma rende quantomeno ingarbugliato il concetto cristiano di “porgere l’altra guancia”.
Poi c’è il capitolo sui cellulari, le mail e i social - sempre tenendo presente che stiamo scrivendo di un libro che è uscito nel 2012. Quindi molte considerazioni non sono più valide, perché, quando si parla di tecnologia, dieci anni sono tantissimi; l’autore, pur trovando utile il cellulare e le mail, ci tiene a sottolineare che sono di aiuto solo in ambito lavorativo o per mantenere vivi i rapporti a distanza, con amici, parenti. Invece ora ne siamo schiavi, guardiamo le mail continuamente per vedere se ne arriva una importante e abbiamo sempre tra le mani il telefonino.
Il consiglio che ci dà Torno è quello di staccare cellulari o mail per un tot di ore quotidiane. Fa quasi tenerezza anche per chi scrive ricordarsi quanto era più rilassante l’uso che si faceva di questi due accessori ora diventati parte integrante della nostra vita quotidiana. In aggiunta ai social, argomento sul quale l’autore scrive molto poco.
Pensiamo, per non attardarci, solo a cosa è diventata l’applicazione social di Instagram, dove la parte ludica è sempre presente, ma la parte commerciale è diventata determinante: ci sono utenti che, per lavoro, la tengono costantemente accesa.
Chiaramente, dopo questo elogio della lentezza nelle tecnologie, si arriva al diritto all’ozio, perché non è affatto vero per lo scrittore che “il fare è sinonimo di felicità e benessere”. Nel dirlo confondiamo le vite di chi ha trovato un lavoro congegnale alle sue aspettative con le esistenze di quelli che fanno lavori ripetitivi e faticosi per tirare avanti.
Avevamo detto che l’appello cristiano “porgi l’altra guancia” per l’egoista temperato è una bella gatta da pelare. Non è da meno anche “amare il prossimo tuo come te stesso”. Ma in questo caso, addirittura, Torno interrompe le sue riflessioni per riportare un passo dalle Memorie di Adriano della immensa scrittrice Marguerite Yourcenar:
L’imperatore Adriano condivideva queste opinioni. Trascorsi una sera intera a discutere con lui l’ingiunzione di amare il prossimo come se stessi; essa è troppo contraria alla natura umana per essere sinceramente seguita dalle persone volgari, le quali non ameranno mai altri che loro stesse, e non si addice al saggio, il quale non ama particolarmente neppure se stesso.
L’autore, pur avendo scritto un interessante saggio, lucido e leggibile, lascia la parola direttamente a una scrittrice che realizzò un libro che resterà nel tempo, tra quelli che bisogna assolutamente leggere, come il magnifico Memorie di Adriano.
Quindi l’egoista temperato di fronte a tanta saggezza pensa che sia sciocco perdere tempo. Piuttosto bisogna saper morire, sperando di aver tratto un po’ di felicità e di benessere nel nostro passaggio veloce, di aver infastidito poco o nulla gli altri uomini e donne mortali, di fare posto a chi verrà quando noi non ci saremo più, perché la Terra è molto affollata, più di sette miliardi di persone, e dovremmo lasciarla in condizioni migliori di come l’abbiamo trovata; ma per ora è vero il contrario.
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