Elogio della matrigna
- Autore: Mario Vargas Llosa
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
“Elogio della matrigna” di Mario Vargas Llosa è sicuramente un’opera letteraria dal carattere particolare.
Particolare, infatti, è il tema, giocato tutto su intrecci erotici, onirici e del passato, ricostruiti dalle fantasie dei personaggi, con le loro ossessioni, le loro deviazioni, le loro convinzioni e i loro impulsi, anche i più ferini.
È possibile quindi che questo libretto di poco più di un centinaio di pagine possa scandalizzare il lettore più sensibile o meno aperto alle possibili divagazioni, anche un po’ spinte, sull’argomento.
La voce narrante ci presenta la storia dai punti di vista dei due personaggi principali, Don Rigoberto, che ritornerà in altri due lavori di Vargas Llosa - “L’eroe discreto” e “I quaderni di Don Rigoberto” - e la sua seconda moglie, Donna Lucrezia, anche lei ripresa nell’ultimo libro dell’autore, il che ci fa pensare che lo stesso autore debba amarli.
Il punto focale del romanzo è la storia di un atipico triangolo amoroso e se già, per consuetudine, si è portati a dare un’accezione scandalosa ad un comportamento sessuale che superi numericamente la coppia, l’atipicità di quanto viene sviscerato in questo lavoro è sufficiente per generare nella mente di chi legge ancora più domande.
I personaggi si mettono a nudo, corporalmente e mentalmente, si rivoltano completamente, ispezionando e ispezionandosi fino all’ultimo centimetro possibile, di carne o di spirito.
La bravura dello scrittore è indubbia: Vargas Llosa riesce a non far cadere nel volgare anche gli episodi che più sono predisposti ad esserlo, grazie alla sua straordinaria capacità narrativa che tiene il lettore agganciato per tutte le centosessanta pagine, saltando da un avvenimento ad un altro, da un personaggio ad un altro e mantenendo alta la curiosità sul “come andrà a finire?”.
Molto bella anche l’idea di riservare delle pagine alle opere artistiche da cui certi capitoletti traggono spunto, per cui, sfogliando il libro, si possono trovare le riproduzioni a colori di alcuni quadri tra cui un Jordaens, un Boucher, un Tiziano, un Bacon, un de Szyszlo, e la forse più famosa “Annunciazione” del Beato Angelico.
Llosa ha il dono di rendere irresistibile qualsiasi argomento egli tratti e lo dimostra pienamente anche questa volta, tenendoci incollati alla pagina, incantandoci con storie erotiche più piccole dentro ad una storia erotica più grande.
Il gioco a tre diventa, mano a mano che i personaggi si scoprono, sempre più morboso, ci lascerà con un dubbio che neppure alla fine della vicenda si sarà completamente dissolto: quale sia la vera natura del terzo personaggio che compone il triangolo, poiché il personaggio più ambiguo di tutti è proprio quello che meno di tutti dovrebbe esserlo, e noi non riusciamo ad afferrarlo.
Egli ci sfugge, scappa via, correndo, poi si volta nella nostra direzione e ride, con un candore - oppure no? - che affascina.
Elogio della matrigna
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in questo libro Llosa si inoltra nell’erotico e in un tema di triangolo amoroso che ricorda un po Lolita, versione maschile, ma anche se il tema è un po controverso l’eleganza nello scrivere affascina