Eravamo immortali
- Autore: Marco Cassardo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2023
Grande storia quella che lo scrittore torinese Marco Cassardo racconta nel romanzo Eravamo immortali (Mondadori, 2023): una narrazione tradizionale, cronologica, che dura sessantuno anni, dal 1939 al luglio del 2000.
L’autore, intervistato sulla genesi del libro, ha affermato di avervi lavorato cinque anni, di cui tre dedicati allo studio dei documenti e delle fonti, per ottenere una narrazione quasi epica, che riassume in forma romanzesca una parte considerevole della storia italiana, partendo dall’amicizia molto particolare tra i due protagonisti, Stefeno/Steu e Aimon Ferdinando, detto “Nando”.
Il racconto parte da una gara fra ciclisti dilettanti, che si impegnano a raggiungere la basilica di Superga con enorme sforzo: mentre Steu e l’amico Remo consumano le proprie energie in salita, vengono superati da un magro e fortissimo atleta, si scoprirà che il suo nome è Fausto Coppi, il “Lampione azzurro”.
Dalla metafora della corsa ciclistica che mette alla prova energie, capacità, carattere, resistenza, competitività di chi ci partecipa, si passa alla guerra, che nel frattempo è scoppiata e vede le truppe naziste dilagare in Europa.
Anche gli operai comunisti torinesi Stefano e Remo sono inviati sul fronte russo e anche loro, persi in quell’inferno di ghiaccio, stenteranno a sopravvivere; Remo viene ferito seriamente e l’amico Stefano combatterà per rimpatriarlo e salvarlo; imprevedibilmente l’incontro con il fascista Nando sarà un punto di svolta nel rapporto fra i due uomini, che durerà per tutta la loro vita.
Cassardo ci accompagna lungo tutto il corso della storia del secondo Novecento. Ecco l’occupazione delle fabbriche torinesi da parte degli operai comunisti, ecco la fine della guerra e la liberazione di Torino da parte dei partigiani e, ancora, tutto il faticoso dopoguerra. Stefano si è sposato con la ragazza conosciuta in fabbrica, Fernanda, e ormai sono un famiglia con due figli; il maggiore, Remin, porta il nome del caro amico ferito in guerra. Anche Nando si è sposato, avrà una moglie colta e progressista, Piera, e una bella figlia, Sabrina.
Impossibile riassumere tutte le storie che si intrecciano nel corso dei lunghi anni che costituiscono la trama del romanzo. La struttura del libro consta di quattro parti, a cui Marco Cassardo ha dato altrettanti titoli: “Furore”, “Tormento”, “Orgoglio”, “Eclissi”, che rappresentano altrettante parole chiave che delimitano i fatti storici che interagiscono con il privato dei nostri eroi protagonisti.
Il dissidio ideologico tra Stefano e Nando, comunisti e fascisti per sempre, anche se la società italiana è cambiata profondamente, ma il passato e l’appartenenza non si dimenticano.
In filigrana nella storia compaiono l’attentato a Togliatti, la ricostruzione dalle macerie della guerra, il ’68, le Brigate rosse e il terrorismo, la cassa integrazione e gli scioperi in Fiat sotto la dittatura di Valletta, gli anni Ottanta.
I protagonisti della storia vivono drammi personali, la depressione di Fernanda, la gelosia di Nando nei confronti della moglie divenuta professoressa, e poi ancora morti, incidenti, perdite.
Per chi ha insegnato storia, questo libro si pone come un testo ricco, prezioso, vasto e pieno di risvolti coinvolgenti, capaci di raccontare attraverso le vicende di un gruppo di torinesi di diversa origine ed estrazione, la parabola della società italiana, passata dal dramma della Seconda guerra mondiale ai risultati raggiunti all’alba del terzo millennio.
Marco Cassardo sa raccontare evoluzione, errori, ripensamenti, equivoci che hanno tessuto una storia lunga sessant’anni, attraverso le vicende reali e metaforiche del gruppo di personaggi messi in scena.
Amicizia, amore, cameratismo, competizione, partecipazione alla storia collettiva, gelosia, lealtà e abbandono sono le parole che sottolineano molti passaggi della trama ricchissima del romanzo epico che, con l’aiuto di una lingua mescolata al dialetto piemontese, ci consegna un affresco suggestivo e pieno di sfumature, dal quale sembra essere assente ogni forma di manicheismo: i personaggi sono descritti a tutto tondo, con la loro individualità, le convinzioni che hanno maturato, gli errori che hanno commesso, le disgrazie che si trovano a fronteggiare, pronti a rivedere, cambiare, crescere.
L’esergo del romanzo, tratto dai Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, “Avevamo del coraggio?... Non so”. Non importa, Eravamo immortali” racconta in modo emblematico l’ispirazione di questo bellissimo romanzo tutto italiano.
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